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sabato 12 settembre 2020

A Moria una sofferenza senza fine!

A Moria una sofferenza senza fine! 



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Il fuoco di Lesbo
 di Tonio Dell'Olio

Il fuoco di Lesbo brucia la vita e consuma le speranze di bambini, uomini e donne che non cercano fortuna ma solo occhi che rintraccino la dignità che è in loro. 
Il fuoco di Lesbo è una lanterna che si alza nella tenebra che ci abita. 
Buio fitto di umanità che ci rende ciechi di fronte ai nostri simili. Che incendi ogni odio e ogni disprezzo, ogni incomprensibile rifiuto, ogni porta sbattuta in faccia alla vita che chiede vita. 
La verità è che quelle fiamme non sono tanto lontane da ignorarne il bagliore ma nemmeno troppo vicine da farci paura. Sono sufficienti per lanciare segnali e messaggi nella notte. 
Non ci resta che imparare a leggere. Ci serve una nuova grammatica che ci insegni a leggere il dolore e a scrivere la solidarietà. 
E adesso prendi un quaderno bianco e scrivi cento volte fratello e centocinquanta volte sorella.
(fonte: Mosaico dei Giorni 10/09/2020)

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CRESCE LA RABBIA DEI PROFUGHI DI MORIA

Si fa sempre più difficile la situazione nel campo di Moria, sull'isola greca di Lesbo. Dopo un nuovo incendio, migliaia di migranti senza più rifugio si sono scontrati con la polizia.
Nico Piro per il Tg3 delle 14.20 del 10 settembre 2020



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Ue pronta a “finanziare un nuovo campo più moderno a Moria”.
In arrivo navi per assistere i più vulnerabili

Dopo l'incendio che l'ha distrutto migliaia di sfollati stanno passando le notti all'addiaccio, mentre le autorità hanno inviato rinforzi di massa per contenere le folle. Il vicepresidente esecutivo Margaritis Schinas: "Considereremo qualsiasi richiesta greca per un ruolo più attivo nella gestione di questa nuova struttura"


Dopo l’incendio che ha distrutto il campo di migranti a Moria nell’isola di Lesbo, l’Ue è pronta a “finanziare un nuovo campo più moderno” in Grecia. Lo ha annunciato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Margaritis Schinas in videoconferenza dalla Grecia con il ministro dell’Interno tedesco Seehofer. “L’Unione Europea è pronta non solo a finanziare e sostenere la costruzione di questa nuova struttura, ma anche a considerare qualsiasi richiesta greca per un ruolo più attivo nella gestione di questa nuova struttura”, ha precisato Schinas, annunciando che ne parlerà oggi con il premier greco. Nelle prossime ore navi finanziate dall’Ue saranno dispiegate per dare rifugio ai richiedenti asilo più vulnerabili.

Il campo profughi di Moria era uno dei più grandi d’Europa con oltre 12.600 residenti in terribili condizioni igieniche. Nella notte tra martedì e mercoledì è stato completamente distrutto dalle fiamme dopo una serie di incendi. Ad appiccarli, stando alle autorità greche, sarebbe stato “un gruppo di migranti in segno di protesta“. Il problema ora è fornire assistenza ai migliaia di sfollati che erano ospiti della struttura e stanno passando le notti per strada, mentre le autorità hanno inviato sul posto rinforzi di massa per contenere le folle.

Una situazione aggravata ulteriormente dall’emergenza coronavirus: la settimana scorsa 35 richiedenti asilo sono risultati positivi al tampone. Nel campo, ricorda l’Agenzia dell’Onu per i Rifugiati, erano presenti “più di 4mila bambini e altri gruppi vulnerabili, inclusi 407 bambini non accompagnati, donne incinte e anziani”.

A fornire una prima lettura dell’accaduto è il capo della campagna sulle Migrazioni di Oxfam, Evelien van Roemburg, secondo cui siamo di fronte a una “tragedia umanitaria” esplosa in conseguenza alle “risposte fuorvianti fornite da anni dall’Ue e dai suoi Stati membri alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni“. Una denuncia che fa eco a quella già lanciata da Marco Sandrone, capo progetto di Medici Senza Frontiere a Lesbo, secondo cui “le persone a Moria vivono in condizioni disumane da anni“. A loro parere, “il Parlamento europeo deve lanciare un’indagine sulle politiche e le pratiche dell’Ue e dei suoi Stati membri, che hanno portato ad una cattiva gestione degli hotspot sponsorizzati dall’Ue sulle isole greche”.
(fonte: Il Fatto Quotidiano 11/09/2020)

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Protesta dei migranti a Moria: no a un nuovo campo a Lesbo
Allestite tende per i profughi, residenti creano blocchi stradali

Centinaia di migranti sono scesi nelle strade di Lesbo, in Grecia, per manifestare contro i piani del governo greco di spostarli in un campo sostitutivo che le autorità hanno già iniziato ad allestire dopo il gigantesco rogo che ha distrutto il campo profughi di Moria lasciando 10.000 di loro senza un riparo. Su uno dei cartelli esposti la scritta “Niente campo, niente Grecia, l’Europa ci aiuti”.
Le forze di sicurezza greche sono arrivate numerose sull’isola per aiutare a costruire un nuovo campo che possa accogliere i rifugiati.
Molte famiglie disperate hanno girovagato per le strade della principale città dell’isola trascorrendo una terza notte all’addiaccio, dormendo sul bordo delle strade, nei parcheggi o nelle stazioni di benzina.
L’esercito greco ha iniziato a costruire il campo sostitutivo, ma ha dovuto usare gli elicotteri per superare i blocchi stradali creati dai residenti contrari a una nuova sistemazione sull’isola per i migranti.
Secondo, l’Unhcr circa 11.500 richiedenti asilo, tra cui 2.200 donne e 4.000 bambini, sono senza un riparo adeguato dopo gli incendi avvenuti tra l’8 e il 9 settembre.

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