Grande dolore per l'uccisione di don Roberto Malgesini
un sacerdote umile e schivo che ha speso tutta la sua vita
per aiutare "gli ultimi"
Questa mattina alle 7 a Como in piazza San Rocco è stato accoltellato e ucciso Don Roberto Malgesini, un vero prete di strada come lo descrivono tanti, sempre schierato dalla parte degli ultimi.
Il vescovo Oscar Cantoni appena appresa la notizia si è recato sul posto esprimendo «profondo dolore e disorientamento per quanto accaduto», ma anche «orgoglio verso questo nostro prete, che ha da sempre lavorato su campo fino a dare la sua vita per gli ultimi»; ha quindi benedetto la salma di don Roberto prima che fosse portata via.
Già in mattinata si è costituito alla caserma dei carabinieri un uomo di origini straniere, si tratterebbe di un senzatetto con problemi psichici.
Chi era don Roberto Malgesini?
Un uomo umile, riservato, schivo – racconta chi lo conosceva – al punto da evitare anche di farsi fotografare.
Non amava far parlare di sé, ma amava aiutare il prossimo. Un “prete degli ultimi”, sempre pronto a intervenire nelle situazioni di bisogno.
E non a caso abitava a San Rocco e prestava la sua opera nella comunità pastorale Beato Scalabrini di Como, in una delle zone più sensibili al problema dei senzatetto e dei migranti.
Valtellinese di origine, ha compiuto 51 anni lo scorso agosto. Era un vero prete "di strada", da oltre dieci anni don Roberto si era schierato dalla parte degli ultimi, era il coordinatore del gruppo di volontari che portano ogni mattina un tè caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. Serviva alla mensa come al dormitorio, aveva confidenza con molte delle persone che incontrava ogni giorno. E le aiutava come poteva. Alla sua vocazione religiosa affiancava una profonda umanità: se qualcuno aveva bisogno di un medico e si rivolgeva a don Roberto, non solo glielo trovava ma spesso lo accompagnava con la sua auto. Aiutare gli altri è il precetto su cui aveva basato la sua intera vita.
Per chiudere questo breve ritratto vogliamo riportare il ricordo del consigliere Bruno Magatti:
«Per chi ha avuto il bene di conoscerlo rimane un uomo, un prete, che ha scelto di testimoniare la mitezza della prossimità che nulla chiede, che nulla pretende. Colui che ha reso breve la sua vita non potrà mai comprendere quanto scellerato è stato il suo gesto. Si dirà di tutto, ora. Ma non è il momento delle analisi. Resta dinanzi a tutti noi la sua immagine, mite e silenziosa, i suoi gesti di gratuita, generosa e affettuosa prossimità a quelle persone che con la loro presenza occupano lo spazio della penombra della nostra società, dove si muove l'abbandono, dove la mancanza di speranza si declina in un quotidiano di espedienti, di rabbia e di desolazione.
Nessuno osi speculare sulla sua morte, sarebbe il più turpe degli insulti. Si faccia, invece, tesoro,di quanto ha voluto e saputo insegnarci con la sua vita in mezzo a ciò che papa Francesco da tempo ci indica come lo "scarto" di una società ricca e indifferente».
Questa sera la Diocesi di Como si riunirà in preghiera in Cattedrale, alle ore 20.30, per la recita del Santo Rosario. Si pregherà per don Roberto Malgesini e anche per il suo assassino.