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martedì 29 settembre 2020

Il nuovo libro di Simone Varisco sulla Giornata Mondiale del Migrante. - Qualche anteprima e alcune confessioni dell'autore



Il mio nuovo libro sulla Giornata Mondiale del Migrante. 
Qualche anteprima e alcune confessioni
di Simone M. Varisco

E siamo a sette. Ci si potrebbe leggere un significato biblico di totalità e completezza. La verità è che sembra piuttosto l’inizio di un cammino.

Il mio settimo libro, Il giorno di chi è in cammino. Storia della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in Italia (Presentazione di S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, Prefazione di padre Fabio Baggio c.s., Tau Editrice, 250 p.), è un libro nato nel pieno dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. Vi confesso che è innanzitutto una restituzione dei silenzi, delle riflessioni, delle provocazioni, dei “pugni nello stomaco” di quel periodo, vissuto a stretto contatto con le allora “zone rosse” della pandemia nel Nord Italia.

In realtà, ricostruire la storia della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato significa ricostruire un momento simbolo dell’impegno plurisecolare della Chiesa a favore delle persone migranti. La Chiesa è, infatti, interpellata in maniera profonda dal mondo delle migrazioni, da sempre. Questo è tanto più vero per la Chiesa che è in Italia, che da secoli vive accanto ai milioni di uomini e di donne, di bambini, di giovani e di anziani che hanno lasciato e continuano a lasciare la propria terra in cerca di una vita migliore. La storia millenaria della nostra Penisola, d’altronde, dice di una terra da sempre attraversata dal movimento di popoli, anche molto diversi fra loro, che insieme, talvolta agendo in concordia e in altri casi in conflittualità, hanno plasmato quel risultato unico al mondo che è oggi sotto i nostri occhi, ma che spesso siamo portati a sottovalutare o a svilire.

Nel libro, per la prima volta con fonti di archivio inedite, ricostruisco i rapporti e gli scambi, anche epistolari, fra i Pontefici, gli organismi della Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana e le Chiese locali circa il senso e l’organizzazione della Giornata, che da oltre un secolo rappresenta un momento fondamentale della pastorale della mobilità. Si tratta di «un cammino di oltre un secolo, per nulla scontato in ogni sua tappa», come scrivo in un passo del libro.

Come ci riguarda, questa Giornata, e cosa la rende importante? Lo sottolinea molto bene padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Sezione Migranti e Rifugiati, che mi ha donato la sua prefazione a questo libro: l’autorità che sancisce la celebrazione della Giornata, il Papa; l’insegnamento magisteriale contenuto nel messaggio del Santo Padre diffuso in occasione della Giornata, come avviene dal 1985, con Giovanni Paolo II; l’appello alla solidarietà dei fedeli cattolici verso i migranti, i rifugiati e coloro che si dedicano alla loro assistenza, anche pastorale; il legame della Giornata con le istituzioni della Santa Sede e della Chiesa in Italia, alle quali è affidato il compito di promuovere la celebrazione presso le Chiese locali.

Sono tre i passaggi storici che individuo nel libro a proposito della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il suo essere pontificia, ma per lungo tempo “italiana”: la Giornata, infatti, nasce nel 1914 per volere di papa Pio X, ed è celebrata per la prima volta in Italia l’anno successivo e così sarà per molti decenni, in virtù dello speciale legame dei Pontefici con l’Italia e dell’emigrazione italiana di massa che caratterizza gran parte del ’900.

Il suo aprirsi da una dimensione nazionale ad una realmente mondiale: la prima Giornata formalmente mondiale, in Italia, è celebrata nel 2006, secondo il tema “Migrazioni segno dei tempi”, scelto da Benedetto XVI. In verità si tratta di un passaggio ben più profondo di una semplice questione nominale o organizzativa, con un processo che prende avvio almeno dal 1952, con la costituzione apostolica Exsul Familia con la quale Pio XII getta lo sguardo oltre i confini raggiunti dall’emigrazione italiana.

Questo ci porta alla terza e ultima “svolta” nella storia della Giornata: dall’attenzione ai soli emigrati italiani a tutti i fenomeni della mobilità, globale e mondiale nel suo significato più profondo, sempre più evidente nel corso degli anni ’80, non a caso in concomitanza con il pontificato di Giovanni Paolo II.
C’è, però, un vero protagonista della mobilità, della Giornata e anche di questo libro: le persone. È importante sottolineare, come provo a fare in questo volume, la dimensione profondamente umana della Giornata: non soltanto un “evento istituzionale”, fine a se stesso, ma soprattutto un’occasione per accostarsi alle vite degli uomini e delle donne migranti, così come dei numerosi altri uomini e donne, vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi, religiose e laici, per i quali il “prossimo” non è soltanto una categoria del Vangelo, ma il richiamo ad un impegno di vita. Con tutte le difficoltà, la genialità, i limiti personali e collettivi di quanti abitano le diverse epoche di questa storia lunga oltre un secolo.

Il card. Gualtiero Bassetti, nella Presentazione a questo libro, fa notare che scorrendo l’elenco dei temi delle Giornate celebrate in Italia, posto in conclusione al volume, sono le numerose categorie coinvolte dalla mobilità e di volta in volta ricordate nella Giornata: lavoratori, famiglie, donne, giovani, anziani, studenti, bambini, minoranze etniche e linguistiche. Ciò suggerisce che, accanto ai numerosi migranti segnati dalla povertà, dalla sofferenza, dalla morte e troppo spesso dall’indifferenza e dalla strumentalizzazione, esiste un universo di ricchezze umane fatte di lavoro tenace, di studio proiettato verso il futuro, di desideri da esprimere, di talenti da mettere a frutto e di spiritualità da donare.

Proprio la spiritualità è un tratto delle migrazioni spesso dimenticato, ma che in verità ha un’importanza unica. Nel libro torno più volte su questo aspetto, rimarcando come l’attenzione pastorale verso le necessità delle persone migranti costituisca l’autentico filo conduttore dell’intera storia della Giornata. E non è un caso che ogni capitolo di questo libro si apra con un passo tratto dall’intero arco della Bibbia, dalla Genesi agli Atti.

Ma cosa c’è, allora, in questo libro? Ci sono certamente la storia e l’evoluzione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, di decennio in decennio, di pontefice in pontefice, di segretario generale in segretario generale. C’è la storia delle dinamiche che coinvolgono Pontefici, Santa Sede e Chiesa in Italia rispetto alla Giornata. Ci sono, analizzati brevemente, i messaggi e le riflessioni che di anno in anno accompagnano le Giornate, fino a quest’ultimo del 2020. E poi ci sono, qua e là, alcune curiosità, com’è nel mio stile. C’è anche spazio per un po’ di arte, con le riproduzioni di alcune delle locandine delle Giornate, per avere anche un quadro dell’evoluzione “pop” della Giornata (quelle anni ’70 sono inconfondibili).

La pandemia ha fatto da sfondo anche alla stesura di questo libro e ha aperto in tutti noi ferite che è ancora difficile rimarginare, ma anche spazi inediti di opportunità e di riflessione. Lo ha ricordato anche il Santo Padre, richiamando l’attenzione su un virus che rischia di essere ancora più pericoloso del Covid-19: l’egoismo indifferente. Per la verità, il Papa recentemente ha parlato anche della peste del pettegolezzo e delle maldicenze, e anche qui si potrebbe aprire un libro sterminato. In tutti questi aspetti hanno un ruolo fondamentale anche i mezzi di comunicazione sociale, dei quali papa Francesco ha più volte evidenziato i grandi meriti – veri – ma anche le tante contraddizioni. Anche dei mezzi di comunicazione e di informazione, in riferimento alla Giornata del Migrante e del Rifugiato, nel libro richiamo più volte storia, ruoli e responsabilità, ad esempio nei legami della Giornata con la Rai, con i cinegiornali e con alcuni dei principali quotidiani italiani.

Metto a disposizione alcune parti del volume (qui per leggere/scaricare): l’Indice, la Presentazione scritta da S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, la Prefazione di padre Fabio Baggio c.s., sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, Sezione Migranti e Rifugiati, e la mia stessa Introduzione.
(fonte: CaffèStoria, 24/09/2020)