IL GOVERNO DI FRANCESCO
È ancora attiva la spinta propulsiva del pontificato?
di Antonio Spadaro
Dopo sette anni, qual è la spinta propulsiva di questo pontificato? Alcuni commentatori e analisti si sono chiesti se questa spinta sussista ancora, altri hanno cercato di riflettere sulla sua sostanza. La domanda si potrebbe tradurre così: che tipo di governo è quello di Francesco, e come interpretarlo alla luce di questi anni? Intendiamo dunque affrontare qui tale domanda, esaminando il significato proprio di questo modo di governare, che viene espresso da una personalità concreta con la sua propria storia di vita e di formazione[1].
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Il riformatore come «svuotato»
Se leggiamo ciò che il Pontefice ha detto dei gesuiti, comprendiamo meglio il cuore della sua riforma e del suo atteggiamento radicale. ...
Il discernimento non ideologico
La spiritualità di Ignazio di Loyola è una spiritualità storica, legata alla dinamica della storia. ...
Un appunto del Papa condiviso con «La Civiltà Cattolica»
La Congregazione generale di un Sinodo, ad esempio, per il Papa è un tempo di «esercizio spirituale», nel quale si sperimentano consolazioni e desolazioni, dove parlano lo spirito buono e lo spirito cattivo e dove sono comuni anche le tentazioni sotto apparenza di bene. ...
Un processo aperto e storico
... Le decisioni di governo del Papa «sono legate a un discernimento spirituale», che «riscatta la necessaria ambiguità della vita e fa trovare i mezzi più opportuni, che non sempre si identificano con ciò che sembra grande o forte»[13]. Ascolta dunque consolazioni e desolazioni, cerca di capire dove lo conducono e prende le sue decisioni in accordo con questo processo spirituale. ...
Un processo attento a trovare il massimo nel minimo
Il principio che sintetizza questa visione evolutiva è il motto: Non coerceri a maximo, contineri tamen a minimo, divinum est, che si potrebbe tradurre: «Non esser costretto da ciò che è più grande, essere contenuto in ciò che è più piccolo, questo è divino»[19]. ...
Un processo che affronta limiti, conflitti e problemi
Bergoglio non parla mai di un desiderio eroico e sublime. Non è «massimalista». Egli non crede a un idealismo rigido né a un «eticismo» né a un «“astrazionismo” spiritualista»[23]. ...
Un processo che affronta tentazioni
La tentazione si annida spesso nelle istituzioni, specialmente in quelle alte, santamente sublimi. ...
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Oggi la tentazione nella quale rischiano di cadere alcuni commentatori e analisti è quella di immaginare un Papa che costruisce una road map di riforme istituzionali, elaborate con spirito progettuale, funzionalistico e organizzativo. Come pure la tentazione di proiettare i contenuti di tale mappa sul procedere del pontificato, e infine giudicarlo alla luce di tali criteri. Francesco ha nel discernimento la chiave dello sviluppo e del dinamismo – attualmente ben attivo – del suo ministero petrino.
Non c’è un piano astratto di riforma da applicare alla realtà. ...