Vicinanza, solidarietà e preghiera
per Papa Francesco
Coronavirus, alla manifestazione dei no-mask sventolano bandiere di Benedetto XVI e si brucia una foto di Francesco
A Roma l’evento dei negazionisti del Covid organizzato da Forza Nuova, “benedetto” dall’ex nunzio negli Usa Viganò, capofila degli oppositori del Papa
Roma, la manifestazione dei negazionisti del Covid
Nella piazza romana dei no-Mask, gremita ieri pomeriggio (05/09/2020) da negazionisti di ultra destra che negano anche di essere negazionisti, dove dal palco volano accuse contro il governo «assassino» e i medici «strumenti di morte», tra mascherine strappate e bruciate, striscioni con frasi volgari o inneggianti a Donald Trump «che vuole bene all’Italia», spicca la bandiera bianco-gialla della Città del Vaticano con il volto di Benedetto XVI. Invece l’immagine di Papa Francesco, una foto del Pontefice con lo sguardo corrucciato e il numero del diavolo “666”, è stata data alle fiamme da un manifestante vestito da prete.
Simboli di quella frangia estremista dal sapore quasi scismatico che abita la Chiesa attuale; la stessa che, oltre all’esistenza del coronavirus, nega anche l’elezione di Francesco e la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI. Una fazione esigua ma rumorosa che ha voluto assicurare la sua presenza alla manifestazione organizzata da Forza Nuova per il 5 settembre, nella Piazza della Bocca della Verità a Roma, dove proprio «verità», insieme a «libertà», era la parola più urlata dai manifestanti. Tra questi, anche diverse famiglie con bambini - alcuni nel passeggino - tutti rigorosamente senza mascherina perché «simbolo di schiavitù».
Ad applaudire medici, scienziati e deputati che hanno preso la parola, c’erano in piazza due simil sacerdoti che, con una strana croce pettorale e una bandiera gialla, spiegano di appartenere alla Chiesa patriottica ortodossa per l’Italia. E c’era anche lo “sbandieratore” del drappo vaticano con il volto di Ratzinger: cappello texano e santino del Papa emerito nel taschino della t-shirt, è venuto appositamente a Roma dalla Toscana per rimarcare le colpe della Chiesa e del Vaticano conniventi con «le menzogne» del governo sui dati del coronavirus. Interrotto mentre mostrava a due ignari passanti il video dello “schiaffetto” di Papa Francesco alla donna cinese o delle catechesi del prete siciliano scomunicato Alessandro Maria Minutella, il manifestante risponde al perché abbia tirato in ballo Benedetto XVI in una manifestazione di negazionisti del Covid. «Benedetto XVI è il vero Papa, non ha mai rinunciato al munus petrino», è la prima reazione a caldo. E da lì, una decina di minuti con le varie teorie sulla mafia di San Gallo, l’elezione invalida di Jorge Mario Bergoglio e via dicendo.
Insistiamo: qual è il nesso tra l’esistenza del coronavirus e Joseph Ratzinger, che mai si è pronunciato in questi mesi sulla pandemia. L’uomo, accompagnato dalla moglie che borbotta qualcosa contro il Papa, risponde con toni aggressivi: «Gesù Cristo è la verità, e la verità va gridata dai tetti, come ci ha insegnato. Il coronavirus è un’influenza, non è una pandemia. E i complottisti sono quelli che parlano e non dimostrano, cosa che fanno le televisioni… I complottisti stanno nelle tv, non in questa piazza. In questa piazza la gente dimostra coi fatti quello che succede. Quello che non fanno le televisioni». Sì, ma Benedetto XVI cosa c’entra? «Perché Benedetto XVI è la verità, e Bergoglio la menzogna. Fa parte degli illuminati, del progetto diabolico che c’è dietro questa truffa che è il coronavirus che non è altro che un’influenza».
In sintesi, è un po’ il concetto guida di tutti i partecipanti al raduno, sempre molto attenti a chiarire: «Non siamo fascisti, né negazionisti, bensì risveglisti»: il coronavirus è una truffa preparata a tavolino dai poteri forti. Teoria ai limiti del complottismo appoggiata anche dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti divenuto famoso qualche anno fa per il dossier in cui chiedeva clamorosamente le dimissioni del Papa per la mala gestione dei casi di abusi, anche autore mesi fa di un appello per denunciare il progetto di «Governo mondiale» celato dietro le misure precauzionali per la pandemia.
Viganò, negli ultimi tempi alfiere di battaglie sempre più politiche e meno ecclesiastiche (salvo quella recente contro il Concilio Vaticano II, coacervo, a suo dire, di «eresie»), ha dato nei giorni scorsi la sua “benedizione” all’evento dei no-mask. Il suo nome circolava infatti su siti e blog come uno dei possibili partecipanti. «Forse è qui», dicevano ieri alcuni degli “organizzatori”. «No, la presenza di Sua Eccellenza non è mai stata prevista», hanno spiegato altri.
Si pensava ad un coup de théâtre, come quello di gennaio a Monaco di Baviera, dove l’ex nunzio era apparso in incognito al sit-in contro il percorso sinodale avviato dai vescovi tedeschi. Invece Viganò ha preferito restare nel rifugio segreto dove dice di essersi riparato dopo l’exploit del suo dossier, ed intervenire telematicamente con una mail, datata 15 agosto, in risposta ad una precedente lettera a firma dei promotori della manifestazione di Roma.
L’ex nunzio ha, di fatto, avallato tutte le teorie esternate ieri pomeriggio al microfono sul palco, dove ospiti e presentatori non si sono risparmiati baci e abbracci. «La Sanità mondiale, con il ruolo pilota dell’Oms, è diventata una vera e propria multinazionale che ha come scopo il profitto degli azionisti (case farmaceutiche e fondazioni così dette filantropiche) e come mezzo per perseguirlo la trasformazione dei cittadini in malati cronici», ha scritto l’ex rappresentante del Papa negli Stati Uniti. «Le case farmaceutiche vogliono guadagnare vendendo farmaci e vaccini; se eliminare le malattie e produrre farmaci efficaci comporta la riduzione del numero dei malati e quindi dei profitti, sarà quantomeno logico aspettarsi che i farmaci siano inefficaci e che i vaccini siano strumento per diffondere le patologie anziché per debellarle. Ed è infatti quello che succede. Come possiamo pensare che sia promossa la ricerca di cure e terapie, se chi la finanzia lucra cifre spropositate proprio dal perdurare di patologie?». Viganò ha aggiunto pure che è stato brevettato «un progetto di criptovaluta» è per consentire non solo l’identificazione sanitaria, ma anche quella personale e bancaria.
(fonte: Vatican Insider, articolo di Salvatore Cernuzio 06/09/2020)
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LA PIAZZA CHE NEGA I MORTI,
INSULTO ALLE FAMIGLIE CHE PIANGONO I LORO CARI
A Roma la manifestazione dei negazionisti grida al complotto. La polizia sta esaminando i video per identificare chi mette a rischio la salute pubblica.
Un insulto ai morti, alle loro famiglie, al presidente della Repubblica, al Papa. I negazionisti scesi in piazza ieri a Roma (pochi, ma straripanti di odio e slogan privi di fondamento) sembra vivano fuori dalla realtà. Da chi si dice convinto che sia stato tutto un complotto e le «bare che abbiamo visto a Bergamo sono quelle di Lampedusa di qualche anno fa» a chi sostiene che il Governo «vuole iniettare a tutti un microchip con il nuovo vaccino» a chi, ancora, pensa che «la mascherine sono una museruola che fa male» e a quanti si ostinano a fare la differenza tra «morti con covid e morti per il covid». Inutile obiettare le cose più ovvie: dall’andare a sentire i familiari di quei morti di Bergamo, all'elenco delle malattie debellate dai vaccini (dal vaiolo alla poliomelite, ma che lo diciamo a fare?), alle mascherine che, non solo sono portate da sempre dai medici di tutto il mondo per ore durante il loro lavoro, così come da operai e falegnami, da pittori e parquettisti…, ma che possono preservarci anche dai gas di scarico e dall’inquinamento nelle varie forme, fino a finire a quel «per o con» che non ha senso perché si tratta di persone che, seppure gravate da altre patologie, non sarebbero decedute in quel momento e in quel modo se sulla loro strada non avessero trovato il covid.
In piazza bruciano la foto di papa Francesco e alzano, strumentalizzandolo ancora una volta, i cartelli con la foto del papa emerito Ratzinger. Lanciano slogan contro la «dittatura sanitaria» e contro Mattarella. Non li riportiamo per decenza e perché, mentre la polizia sta esaminando i filmati per identificare quanti hanno violato le norme anti covid, a noi preme solo sottolineare che la libertà non è fare quello che ci pare mettendo a rischio gli altri. Se qualcuno di loro si ammalerà il sistema sanitario nazionale, con i soldi di tutta la collettività, si darà da fare per salvargli la vita, perché è giusto curare anche gli stupidi. Ma non possiamo permettere che la stupidità si trasformi in pericolo per il resto della società. Essere liberi di esprimere la propria opinione non può essere libertà di diffondere l’epidemia. Sarebbe come dare licenza agli automobilisti di percorrere l’autostrada contromano. Finendo per travolgere anche chi sta guidando con prudenza. Se proprio vogliono farsi del male lo facciano lontano da tutti noi.
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Annachiara Valle 06/09/2020)
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Per saperne di più sulla manifestazione vedi anche: