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venerdì 10 aprile 2020

Religiosità popolare - Preghiere in dialetto - Sicilia: O Lignu Santu! O Santo Legno (della croce)



La religiosità popolare di tutte le regioni italiane è ricca di preghiere dialettali, espressione di una cultura religiosa tramandata oralmente di generazione in generazione, per lo più dai nonni ai nipotini.
L'era moderna, purtroppo, tende a cancellare questo patrimonio, infatti le suddette preghiere permangono quasi esclusivamente nei ricordi delle persone più anziane. 

Nel periodo di Avvento del 2016 Padre Gregorio Battaglia, della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - ME - (che i nostri lettori sicuramente conoscono attraverso i post da noi pubblicati) ci chiedeva se fosse stato possibile  pubblicare una preghiera in dialetto siciliano ricordata da una persona anziana che stava attraversando un momento molto difficile, questa richiesta ci ha stimolati a promuovere la pubblicazione di questa forma di devozione appartenente al nostro patrimonio culturale estendendo l'invito ai nostri lettori di tutte le regioni italiane.

Ci farebbe molto piacere avere un riscontro positivo da parte dei nostri lettori, che pertanto invitiamo a inviare il loro contributo o con un messaggio privato in Facebook nella pagina "Quelli della Via" o scrivendo una email alla casella di posta di "Tempo Perso": 
tempo-perso@libero.it .
Vi chiediamo cortesemente di indicare, accanto alla versione dialettale, anche quella in lingua italiana e, nel caso ne foste a conoscenza, di corredarla di diversi particolari (ad esempio se veniva recitata in particolari periodi dell'anno o momenti della giornata, o se rivolta a qualche Santo per chiederne l'intercessione, o a qualunque altra informazione riteniate opportuno fornirci). 


Sarà nostra cura selezionare i suggerimenti, verificandone ovviamente i contenuti, e preparare i post ed anche uno Speciale, sempre disponibile, in cui potere rintracciare con facilità tutte le preghiere.


Preghiere in dialetto



 Sicilia 


O Lignu Santu! 

O lignu santu d’in terra livatu,
Cristu Signuri tinisti ‘nchiuvatu:
abbannunatu fu ‘nmenzu a du’ latri,
cori trafittu a la vergini Matri.

Giuda trariu pi vili dinaru,
vili Pilatu lavà li sò manu:
pirduna tutti lu Santu ‘nnuccenti,
scaccia la testa all’anticu sirpenti.

Scinni di Petru amaru lu chiantu,
canta lu addu, si penti lu santu:
l’Agneddu mutu, di l’omu crudeli,
ci vinni siti e n’appi lu feli.

Trema la terra, lu celu si scura,
vinni pi Gèsu terribili l’Ura,
Chianci la genti lu Figghiu ri Diu,
retti lu ciatu e Gèsu muriu.

Vannu a la tomba, curri Maria:
“Maria chi ‘viristi ‘ennu pi via?”
“Gèsu Signuri Risortu e Viventi:
è lu Vangelu pi tutti li genti”.

Cruci gluriusa, cruci d’amuri,
vinta è la morti pi nostru Signuri.

O Santo Legno! (della croce)

O santo legno
innalzato da terra, 
hai tenuto con i chiodi Cristo Signore:
 abbandonato fu tra due ladri, 
trafitto il cuore alla Vergine Madre.

Giuda tradì per il vile denaro, 
vile Pilato lavò le sue mani, 
perdona tutti il Santo Innocente, 
schiaccia la testa all’antico serpente.

Amaro scende di Pietro il pianto, 
il gallo canta, si pente il santo: 
l’Agnello muto, dall’uomo crudele, 
quando ha avuto sete, ha ricevuto il fiele.

La terra trema, il cielo si oscura, 
è arrivata per Gesù, terribile, la sua ora: 
piange la gente per il Figlio di Dio, 
ha dato il respiro e Gesù è morto.

Vanno alla tomba, corre Maria: 
«Maria, cosa hai visto lungo la via!”». 
«Il Signore Gesù, Risorto, Vivente; 
è il Vangelo per ogni gente».

Croce gloriosa, croce d’amore, 
la morte è stata vinta da nostro Signore!


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