CORONAVIRUS, IL PAPA CREA UN TASK-FORCE PER LA "FASE DUE"
Affidata al Dicastero per lo Sviluppo Umano integrale, sarà composta da cinque gruppi di lavoro. Il cardinale Turkson: «Due gli obiettivi: dare sostegno immediato, in collaborazione con la Caritas Internationalis, alle chiese locali per aiutare i più poveri ed elaborare un pensiero complessivo per il dopo pandemia. La crisi sanitaria ha già innescato una crisi economica che se non viene affrontata subito rischia di provocare una crisi sociale»
Da tempo papa Francesco mette in guardia sul dopo pandemia e sulle conseguenze economiche e sociali che l’emergenza sanitaria avrà sulle fasce più povere e fragili della popolazione. Mentre la comunità scientifica studia un possibile vaccino, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2020, parlano di un calo del 3% del prodotto interno lordo mondiale. La flessione sarebbe peggiore della “Grande depressione” degli Anni Trenta.
Per questo Francesco guarda, con preoccupazione, alla “fase 2” e ha istituito una task-force di studio per il dopo pandemia. Il Pontefice, spiega una nota della Sala Stampa vaticana, ha chiesto al Dicastero per lo Sviluppo umano integrale «di creare una Commissione, in collaborazione con altri dicasteri della Curia Romana, per esprimere la sollecitudine e l'amore della Chiesa per l'intera famiglia umana di fronte alla pandemia di Covid-19, soprattutto mediante l'analisi e la riflessione sulle sfide socioeconomiche e culturali del futuro e la proposta di linee guida per affrontarle».
Il Dicastero presieduto dal cardinale Peter Turkson «ha dunque istituito una Commissione che prevede cinque Gruppi di lavoro».
Il Gruppo di lavoro 1, coordinato dal Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, «è dedicato all'ascolto e al sostegno delle Chiese locali, in un servizio che le renda protagoniste delle situazioni che vivono, in cooperazione con Caritas Internationalis» e ha il compito di «collaborare positivamente con le iniziative di carità promosse da altre realtà della Santa Sede, quali l'Elemosineria Apostolica, la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e la Farmacia Vaticana».
Il Gruppo di lavoro 2, coordinato dallo stesso Dicastero, «si occuperà della ricerca e dello studio della pandemia, di riflettere sulla società e sul mondo post Covid-19, particolarmente nei settori dell'ambiente, dell'economia, del lavoro, della sanità, della politica, della comunicazione e della sicurezza». I partner del Gruppo «saranno le Pontificie Accademie per la Vita e delle Scienze, insieme a varie Organizzazioni che già collaborano» con il Dicastero.
Il Gruppo di lavoro 3, coordinato dal Dicastero per la Comunicazione, «si occuperà di informare circa l'operato dei Gruppi e promuoverà la comunicazione con le Chiese locali, aiutandole a rispondere in maniera autentica e credibile al mondo post Covid-19».
Il Gruppo di lavoro 4, coordinato dalla Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, «sosterrà la Santa Sede nelle sue attività e nei suoi rapporti con i Paesi e gli Organismi internazionali, comunicando ad essi i frutti della ricerca, del dialogo e delle riflessioni prodotte».
Il Gruppo di lavoro 5, infine, coordinato ancora dal Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, «è responsabile del finanziamento per sostenere l'assistenza della Commissione per il Covid-19 alle Chiese locali e alle organizzazioni cattoliche, e la sua attività di ricerca, analisi e comunicazione». Gli obiettivi dei cinque Gruppi di lavoro, presentati al Papa il 27 marzo scorso, «saranno coordinate da una Direzione, che riferirà direttamente al Santo Padre», composta dal prefetto del Dicastero referente, il cardinale Peter Turkson, dal segretario, monsignor Bruno-Marie Duffè, e dal segretario aggiunto, appena nominato, don Augusto Zampini.
Papa Francesco con il cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (Ansa) |
«OFFRIRE SOSTEGNO CONCRETO SUBITO ED ELABORARE UN PENSIERO PER IL FUTURO»
In un’intervista a Vatican News, Turkson ha spiegato com’è nata questa iniziativa e come lavorerà la Commissione: «Il Papa ci ha affidato due compiti principali. Il primo riguarda l’oggi: la necessità di offrire con prontezza, con sollecitudine, con immediatezza il segno concreto del sostegno da parte del Santo Padre e della Chiesa. Dobbiamo offrire il nostro contributo, in questo momento di emergenza. Si tratta di mettere in campo azioni di supporto alle Chiese locali per salvare vite umane, per aiutare i più poveri. Il secondo riguarda il dopo, il futuro, riguarda il cambiamento. Il Papa è convinto che siamo ad un cambiamento di epoca, e sta riflettendo su ciò che verrà dopo l’emergenza, sulle conseguenze economiche e sociali della pandemia, su quel che dovremo affrontare, e soprattutto sul modo in cui la Chiesa potrà offrirsi come punto di riferimento sicuro al mondo smarrito di fronte a un evento inatteso. Contribuire all’elaborazione di un pensiero su questo è il nostro secondo compito. Il Papa ci ha chiesto concretezza e creatività, approccio scientifico e immaginazione, pensiero universale e capacità di comprendere le esigenze locali».
L’invito del Papa arrivato al cardinale Turkson è quello, spiega il porporato, di «ragionare da subito su ciò che verrà dopo è importante per non essere impreparati. La crisi sanitaria ha già innescato una crisi economica. E la crisi economica se non viene affrontata subito rischia di provocare una crisi sociale. A una crisi rischia di seguirne un'altra e poi altre ancora, in un processo dove saremo costretti a imparare lentamente e dolorosamente a prenderci cura della nostra Casa comune, come papa Francesco insegna così profeticamente nell’enciclica Laudato si'. C’è bisogno di coraggio, di profezia. Il Papa lo ha detto con chiarezza nel suo messaggio Urbi et Orbi di Pasqua. Non è questo il tempo dell’indifferenza, degli egoismi, delle divisioni; perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia. È invece l’ora di allentare le sanzioni internazionali che inibiscono la possibilità dei Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini. È l’ora di mettere in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento. È l’ora di ridurre, se non addirittura condonare, il debito che grava sui bilanci degli Stati più poveri. È l’ora di ricorrere a soluzioni innovative. È l’ora di trovare il coraggio per aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo. Non è questo il tempo in cui continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbero essere usati per curare le persone e salvare vite».
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Antonio Sanfrancesco 15/04/2020 )
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