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venerdì 10 aprile 2020

“La notte del Getsemani” di Massimo Recalcati - Recensione di Aldo Pintor



“La notte del Getsemani”
di Massimo Recalcati

Recensione di Aldo Pintor



Il nome di Massimo Recalcati è ben conosciuto dai lettori. E' uno Psicanalista lacaniano, autore di diverse opere che in passato abbiamo recensito. Ora, la Casa editrice Einaudi fa uscire una sua meditazione che richiama i tempi della Settimana Santa. In questo libro si prende in esame la notte di fuoco che Gesù trascorre nell'orto del Getsemani prima del suo processo e successiva condanna a morte (“La notte del Getsemani” Einauidi, pp. 88, € 14,00). Dopo aver consumato la Cena Pasquale coi suoi discepoli Gesù, sapendo cosa lo attendeva, conosce, come ogni uomo di questo mondo, il sentimento dell'angoscia. Stato d'animo che nessun uomo può evitare. Così anche Gesù, come ogni suo e nostro fratello di umanità, quella notte ha provato un profondo turbamento per quello che stava per succedere. E questo turbamento lo ha portato a sudare sangue. Dopo questa notte trascorsa in profonda sofferenza, Gesù deciderà di consegnare la sua vita per essere donata a tutto ciò per cui l'aveva vissuta nonostante le sofferenze che questo gli avrebbe comportato. 

Merito di Recalcati è stato di trasformare questa notte terribile vissuta dal figlio dell'Uomo nell'Orto degli Ulivi in qualcosa che entra a far parte di ogni vita umana sia che appartenga a un credente che a un agnostico o anche a un ateo

Ogni uomo che viene sulla terra conosce le tragiche giravolte che la vita ci riserva. E presto si impara quanto è facile passare come Gesù dall'Osanna dell'ingresso trionfale in Gerusalemme alla solitudine di pianto e di sangue del Getsemani. Gesù in brevissimo tempo è passato dall'essere acclamato dalle folle col titolo regale di “figlio di Davide” ad essere accusato ingiustamente di blasfemia. 

Nella sua vicenda umana l'Uomo di Nazareth attraverso una morte ignominiosa ci comunica sempre che nonostante tutto questa non è la situazione definitiva ma spesso è solo la particolare condizione per quanto tragica che permette alla vita di fiorire e realizzare il progetto per cui è stata vissuta. 

In questa notte del Getsemani, Recalcati sottolinea tre esperienze fondamentali che Gesù ha condiviso con ogni vita umana. Il primo, che è uno degli aspetti più tragici di cui Gesù fa esperienza in questa notte, è senz'altro quello del tradimento di un compagno che aveva lasciato tutto per seguirlo. Tutti noi qualche volta abbiamo provato con tristezza, come Gesù, il tradimento di chi ha condiviso il nostro cammino e i nostri sogni. Chissà cosa ha portato Giuda a tradire Gesù, nessuno ha mai dato a questo interrogativo una risposta certa. Però non è stato solo Giuda ad abbandonare Gesù, tutti i discepoli lo lasceranno solo in questa tragica notte. Nessuno sarà capace di essere all'altezza del suo amore disinteressato che non conosce contraddizione. Eppure in ogni amore umano è presente la contraddizione. Altrimenti è un amore impossibile. E Gesù ci ha amati proprio di un amore impossibile. Ma c'è altro oltre all'esperienza del tradimento da parte di un amico, esperienza umana che sappiamo quanto sia dolorosa. Gesù ha conosciuto anche un altro pesante aspetto della fragilità umana. L'angoscia davanti alla morte. Attraverso i Vangeli, come giustamente sottolinea l'autore, conosciamo un Gesù che trema, un Gesù che ha paura, che supplica gli amici di stargli vicino ma loro sprofondando nel sonno lasciandolo in profonda solitudine. Questo uomo, in cui Dio si rivela, è spaventato e fragile e percependo questa fragilità prega. La preghiera è infatti il terzo elemento che Gesù conosce profondamente in questa tragica notte. E qui siamo in uno dei punti più profondi del libro. Infatti, il noto psicanalista seguendo sempre la narrazione evangelica suddivide in due momenti la preghiera di Gesù. La prima è supplica di “far passare il calice” dove Gesù appare in tutta la sua umanità, prega Dio di evitargli la sofferenza e un destino drammatico. Questo grido profondamente umano dove Gesù si rivolge a Dio come ci si rivolge a un padre ha come risposta il silenzio. Eppure nonostante questo silenzio, che durerà per tutta la Passione, Gesù non interrompe il suo dialogo con Lui. Solo successivamente Gesù pronuncerà la frase famosissima “Non la mia ma la tua volontà sia fatta. Frase che è stata pronunciata dopo aver percepito il silenzio di Dio. Questo silenzio fa si che Gesù non subisca il suo destino ma volontariamente consegni se stesso a un progetto più grande e quindi uscendo le difficili parole di Recalcati “Gesù assume la propria vita come consegnata e assumendola la libera da ogni consegna”. 

Recalcati in questa sua ultima fatica letteraria sottolinea che la fede profonda a volte è generata non dalla presenza ma dal silenzio di Dio e come tutti attraversiamo le tenebre più oscure, questo attraversamento non è che il cammino attraverso cui poi arriviamo a scorgere i primi raggi di sole di una luminosa alba.