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mercoledì 15 aprile 2020

«Preghiamo oggi per gli anziani... hanno paura di morire da soli. - La nostra fedeltà non è altro che una risposta alla fedeltà di Dio... che è paziente e ci precede sempre... è festa gratuita... per tutti noi.» - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)

S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
15 aprile 2020
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Il Papa prega per gli anziani che hanno paura a causa della pandemia


Nella Messa a Santa Marta, Francesco prega il Signore perché sia vicino alle persone anziane isolate o nelle case di riposo in questo tempo difficile. Nell'omelia, ricorda la fedeltà di Dio che continua a camminare col suo popolo come salvatore: questa fedeltà è gioia per tutti noi e riscalda il cuore


Francesco ha presieduto la Messa a Casa Santa Marta nel mercoledì dell’Ottava di Pasqua. Nell’introduzione, Francesco rivolge il suo pensiero agli anziani:

Preghiamo oggi per gli anziani, specialmente per coloro che sono isolati o nelle case di riposo. Loro hanno paura, paura di morire da soli. Sentono questa pandemia come una cosa aggressiva per loro. Loro sono le nostre radici, la nostra storia. Loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria. Preghiamo per loro perché il Signore sia loro vicino in questo momento.

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Nell’omelia, Francesco ha commentato le letture odierne, tratte dagli Atti degli Apostoli (At 3, 1-10), in cui un uomo, storpio fin dalla nascita, viene guarito, attraverso la preghiera di Pietro, “nel nome di Gesù Cristo", e il Vangelo odierno (Lc 24, 13-35) in cui Gesù risorto cammina con i discepoli di Emmaus spiegando loro il mistero della sua morte. I due discepoli lo ospitano a casa riconoscendo il Signore solo quando a tavola spezza il pane. Dio - afferma il Papa - è fedele alla sua promessa, è vicino al suo popolo, si fa sentire come salvatore del popolo: la fedeltà di Dio è festa e gioia per tutti noi, come ha fatto con lo storpio guarito, è una fedeltà paziente e riscalda il cuore come è accaduto ai discepoli di Emmaus. Il nostro essere fedeli è una risposta a questa fedeltà.

Di seguito il testo dell'omelia secondo una nostra trascrizione:

Ieri abbiamo riflettuto su Maria di Magdala come icona della fedeltà: la fedeltà a Dio. Ma come è questa fedeltà a Dio? A quale Dio? Proprio al Dio fedele.

La nostra fedeltà non è altro che una risposta alla fedeltà di Dio. Dio che è fedele alla sua parola, che è fedele alla sua promessa, che cammina con il suo popolo portando avanti la promessa vicino al suo popolo. Fedele alla promessa: Dio, che continuamente si fa sentire come Salvatore del popolo perché è fedele alla promessa. Dio, che è capace di ri-fare le cose, di ri-creare, come ha fatto con questo storpio dalla nascita che gli ha ri-creato i piedi, lo ha fatto guarire, il Dio che guarisce, il Dio che sempre porta una consolazione al suo popolo. Il Dio che ri-crea. Una ri-creazione nuova: questa è la sua fedeltà con noi. Una ri-creazione che è più meravigliosa della creazione.

Un Dio che va avanti e che non si stanca di lavorare – diciamo “lavorare”, “ad instar laborantis”, come dicono i teologi – per portare avanti il popolo, e non ha paura di “stancarsi”, diciamo così … Come quel pastore che quando rientra a casa si accorge che gli manca una pecora e va, torna a cercare la pecora che si è perduta lì. Il pastore che fa gli straordinari, ma per amore, per fedeltà … E il nostro Dio è un Dio che fa gli straordinari, ma non a pagamento: gratuitamente. È la fedeltà della gratuità, dell’abbondanza. E la fedeltà è quel padre che è capace di salire tante volte sul terrazzo per vedere se torna il figlio e non si stanca di salire: lo aspetta per fare festa. La fedeltà di Dio è festa, è gioia, è una gioia tale che ci fa fare come ha fatto questo storpio: entrò nel tempio camminando, saltando, lodando Dio. La fedeltà di Dio è festa, è festa gratuita. E festa per tutti noi.

La fedeltà di Dio è una fedeltà paziente: ha pazienza con il suo popolo, lo ascolta, lo guida, gli spiega lentamente e gli riscalda il cuore, come ha fatto con questi due discepoli che andavano lontano da Gerusalemme: scalda loro il cuore perché tornino a casa. La fedeltà di Dio è quello che non sappiamo cosa è successo in quel dialogo, ma è il Dio generoso che ha cercato Pietro che lo aveva rinnegato, che aveva rinnegato. Soltanto sappiamo che il Signore è risorto ed è apparso a Simone: cosa è successo in quel dialogo non lo sappiamo. Ma sì, sappiamo che era la fedeltà di Dio a cercare Pietro. La fedeltà di Dio sempre ci precede e la nostra fedeltà sempre è risposta a quella fedeltà che ci precede. È il Dio che ci precede sempre. E il fiore del mandorlo, in primavera: fiorisce per primo.

Essere fedeli è lodare questa fedeltà, essere fedeli a questa fedeltà. È una risposta a questa fedeltà.

Il Papa ha terminato la celebrazione con l'adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale. Di seguito la preghiera recitata dal Papa:

Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te.

Prima di lasciare la Cappella dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’antifona mariana “Regina caeli”, cantata nel tempo pasquale:

Regína caeli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia. 

(Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia).
(fonte: Vatican News 15/04/2020)

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