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sabato 12 luglio 2014

LA SALVEZZA DELLA SIRIA È NELLE MANI DELLE DONNE di Monica Triglia - Rapporto UNHCR: “Donne sole - la lotta per la sopravvivenza delle donne rifugiate siriane”



LA SALVEZZA DELLA SIRIA È NELLE MANI DELLE DONNE
di Monica Triglia



Da una guerra civile senza fine sono fuggite centinaia di migliaia di famiglie. Moltissime hanno come unico riferimento donne sole, perché i mariti sono stati uccisi o arrestati.
Alle loro storie l'Alto Commissariato Onu dedica un rapporto.


La Siria è un Paese in guerra. Lo è dal marzo 2011, quando migliaia di persone cominciarono a protestare contro il regime del presidente Bashar al-Assad ad Aleppo e Damasco. Nonostante la repressione violentissima, le proteste si diffusero. A maggio Assad schierò l’esercito nelle strade. Poche settimane dopo, con la nascita dei primi gruppi ribelli, cominciò un conflitto civile che continua ancora oggi. E che in un Paese di 22 milioni abitanti, ha provocato finora 140 mila morti, 3 milioni di profughi che hanno trovato riparo soprattutto in Egitto, Iraq, Libano e Giordania, e almeno altri 5 milioni di profughi interni, cioè persone costrette ad abbandonare le loro case.


Nuha è fuggita dalla Siria in guerra insieme al marito.

Ha raggiunto l’Egitto e poi Il Cairo, ma l’uomo è stato ucciso mentre era al lavoro. «Io non voglio uscire di casa perché ho la tristezza nel cuore» racconta. «Abbiamo lasciato la morte in Siria solo per scoprire che ci aspettava in Egitto».
Una donna siriana in un campo profughi.
Una donna siriana in un campo profughi.
Ora Nuha non ha più nessuno. Ed è l’emblema di un’emergenza grave che si sta vivendo in un angolo di mondo segnato da sempre da grandi tensioni internazionali, dove sono ormai più di 145 mila le famiglie che hanno la loro unica guida in donne che sono rimaste sole. Mogli di uomini uccisi o catturati o comunque allontanati dalle famiglie, costrette a farsi carico della lotta quotidiana per la sopravvivenza e di figli che affrontano il trauma di vite spezzate: centinaia di migliaia di bambini siriani non vanno più a scuola, molti lavorano già a 7 anni.

Bambini siriani
Bambini siriani
Alla forza di queste madri e mogli e vedove, alla loro fatica e sofferenza ma anche al loro coraggio, è dedicato il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) intitolato “Donne sole – la lotta per la sopravvivenza delle rifugiate siriane” (“Woman Alone – the Fight for Survival by Syrian Refugee Women”). Un rapporto che è un’emozionante raccolta di 135 testimonianze da parte di chi, ogni giorno, lontana dalla sua terra e dalla sua gente, cerca di pagare un affitto e dare da mangiare alla famiglia. Solo una su 5 riesce a trovare lavoro. Tutte le altre devono affidarsi agli aiuti umanitari.
A rendere complicata la sopravvivenza non sono solo la fame e la povertà. Molte siriane profughe raccontano di molestie verbali da parte di tassisti, autisti di autobus, affittacamere, così come dai commercianti nei negozi, nei mercati, sui mezzi pubblici e anche nei luoghi in cui si distribuiscono gli aiuti. «In Egitto siamo prede per tutti gli uomini» dice Diala, che oggi vive ad Alessandria. E Zahwa, che è in Giordania: «Vivevo una vita dignitosa, ma ora nessuno mi rispetta perché non sono accompagnata da un marito».
Lina,6 figli e un marito arrestato due anni fa in Siria, di cui non sa più nulla. Ora vive in un campo tendato in Libano.
Lina, 6 figli e un marito arrestato due anni fa in Siria,
di cui non sa più nulla. Ora vive in un campo tendato in Libano.
L’Alto Commissario António Guterres rilancia: «Per centinaia di migliaia di donne la fuga dalla Siria in rovina è stato solo il primo passo di un cammino di difficoltà senza fine. Non hanno più soldi, affrontano quotidianamente minacce alla loro sicurezza e vengono trattate come reiette anche se non hanno commesso altro crimine che perdere i loro uomini in una guerra feroce. È vergognoso. Vengono umiliate per il fatto di non avere più nulla». Neppure le fedi nuziali, che moltissime sono state costrette a vendere.
Da qui l’appello affinché non scenda il silenzio su questa tragedia, di cui anche i giornali si stanno occupando sempre meno. E la richiesta di aiuti a governi e a donatori (per sapere come, cliccate qui).

Perché è nelle mani delle donne la salvezza della Siria.

È nella loro tenacia, nella volontà di resistere, nella capacità e nella caparbietà di continuare a progettare un futuro che le riveda un giorno di nuovo a casa, nel loro Paese. Come ha detto l’attrice Angelina Jolie, da tempo testimonial dell’Unhcr: «Sono il collante che tiene insieme una società spezzata. La loro forza è straordinaria. Ma stanno lottando da sole. Le loro voci non possono essere ignorate».
(fonte: GIORNI MODERNI)

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Secondo un rapporto pubblicato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), più di 145.000 famiglie siriane rifugiate in Egitto, Libano, Iraq e Giordania – corrispondenti a un quarto di tutte le unità familiari – hanno per capofamiglia una donna che deve affrontare da sola la lotta per la sopravvivenza.
Il rapporto getta luce sulla lotta quotidiana intrapresa da queste donne per andare avanti, dal momento che combattono per conservare la loro dignità e prendersi cura delle loro famiglie in case sovraffollate e fatiscenti, rifugi di fortuna insicuri e tende. Molte di esse vivono sotto la minaccia di violenza o sfruttamento e i loro figli affrontano livelli crescenti di trauma e sofferenza.
“Donne sole - la lotta per la sopravvivenza delle donne rifugiate siriane” (“Woman Alone - the Fight for Survival by Syrian Refugee Women”) si basa sulle testimonianze dirette di 135 di queste donne, raccolte in più di tre mesi di interviste realizzate all'inizio del 2014...

Il rapporto completo e la pagina per i media contenente foto e video delle donne intervistate in questo rapporto possono essere consultati al seguente indirizzo: http://unhcr.org/womanalonemedia/