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mercoledì 2 luglio 2014

Continua l'orrore... ancora vittime nel nostro mare!


È arrivata nel pomeriggio a Pozzallo la nave Grecale, l'imbarcazione della Marina militare con a bordo 566 migranti salvati in due interventi di soccorso e che ha a rimorchio il peschereccio sul quale ci sono i corpi di una trentina di africani. Ci sono volute oltre tre ore per iniziare a estrarre i primi corpi dei profughi per portarli a terra. Le operazioni si sono rivelate complesse e quindi lente. 
Tra le vittime, tragedia nella tragedia, "ci potrebbero essere dei minorenni, dei ragazzini". Lo ha riferito uno dei due medici legali chiamati a compiere le ispezioni e le osservazioni che competono loro in questi casi. "Erano tutti sovrapposti - ha aggiunto - perché lo spazio era troppo piccolo per il numero di persone che erano. Le cause del decesso? È ancora presto per dirlo, così anche per esprimersi sul numero esatto complessivo".
I cadaveri sono stati trovati tutti all'interno del vano ghiacciaia, "accatastati l'uno sull'altro, come all'interno di una fossa comune, che ricorda Auschwitz", ha detto sconsolato il capo della Squadra mobile di Ragusa, Antonino Ciavola...

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Un giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 19.812 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011, almeno 590 nel 2012 e 801 nel 2013. Il dato è aggiornato al 30 giugno 2014 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 26 anni. Di seguito trovate soltanto gli incidenti degli ultimi mesi. Per consultare la documentazione di Fortress Europe dal 1988, visitate il nostro speciale La strage. Per un'analisi statistica, frontiera per frontiera, leggete la scheda Fortezza Europa.

 

"Nessuno può sognare che queste morti finiscano fino a che questi viaggi continuano. Sono viaggi di speranza, ma diventano sempre più viaggi di morte. Ormai ci siamo abituati e sembra che sia una cosa normale, deve succedere. Quello che si fa per loro: ritengo che non è che si faccia molto. E’ vero che le navi riescono a salvare tante vite; può anche essere vero che loro approfittano della presenza di queste navi, e quindi vanno avanti un po’ più sicuri. Però, accoglienza non è soltanto tirarli sulla terra ferma e dare un piatto e dare un tetto. In qualche modo, accoglienza è anche far sì che la vita di questa gente venga riconosciuta come una vita meritevole di attenzione … e sono persone che hanno una dignità: il Papa lo va ripetendo …"