In questa occasione, alla presenza di numerosissimi studenti e amici, ha rivolto ai giovani della città (e non solo) alcune parole che qui riportiamo
Ai giovani
di
Enzo Bianchi
Quando diventiamo anziani, sentiamo dentro di noi il bisogno di riandare ai giorni della nostra adolescenza e della nostra giovinezza, perché – ce lo dicono le scienze mediche – ricordiamo più facilmente eventi e situazioni di allora piuttosto che quelli del passato recente. Questa operazione psichica e anche affettiva ci permette due risultati di cui vi vorrei brevemente parlare in questo simpatico incontro, in cui il sindaco e il consiglio comunale di Nizza Monferrato mi onorano donandomi la cittadinanza municipale.
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Mio padre era un povero lattoniere e stagnino, ma mi diceva: “Lascia il mondo migliore di come l’hai trovato!”. E io mi domando se ho onorato questo consiglio. La nostra generazione, voi lo sapete, ha responsabilità economiche gravi verso la vostra: vi lasciamo più poveri perché, in una vertigine di consumi e di sprechi, non abbiamo tenuto conto delle future generazioni, e così vi lasciamo una terra più brutta, più cementificata. Basta che voi guardiate le cose brutte che abbiamo costruito, i capannoni oggi vuoti e abbandonati con cui abbiamo reso desolate le terre alle porte delle città, il cibo meno sano e più avvelenato che abbiamo sovente prodotto.
E ormai ci sono varie forme di ribellione da parte della terra stessa. Ecco allora la preghiera che vi faccio: lasciate più bella questa terra di colline e di vigne, rispettatela, imparate ad amarla, perché il comandamento è anche “ama la terra come te stesso”! Quando da giovane passavo le ore qui a Nizza, queste erano le speranze che abitavano me e i miei compagni. In questa terra sono cresciuto vivendo l’amicizia, i primi amori, ma anche le prime battaglie per dei valori. Qui, allora impegnato in politica a livello provinciale, ho iniziato ad avere il senso della polis, e qui fin dagli anni ’60 ho conosciuto come occorreva resistere per vivere la libertà, la parresía, la franchezza nel dire le cose.
Non so se devo ricordarlo, ma per me è stato significativo: quando, con responsabilità, nel partito in cui militavo osai fare un’interrogazione riguardo a un onorevole che appariva non coerente e praticava quelle che trent’anni più tardi sarebbero state chiamate tangenti, e osai denunciarlo non alla magistratura ma ai probiviri, fui sospeso dal partito e così abbandonai la vita politica. Ma io non sono cambiato, le mie convinzioni sono restate e a esse ho cercato di essere fedele. Ecco, per tutte queste ragioni accetto con gioia la cittadinanza, non come un onore alla mia persona ma come una chiamata, espressa dal sindaco, a una responsabilità verso la città di Nizza Monferrato e verso questa terra.
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