Non si arrestano gli sbarchi di migranti sulle coste del Sud Italia e nemmeno le tragedie del mare. L'ultimo episodio è avvenuto a Catania: sei migranti sono morti al termine dell'ennesimo 'viaggio della speranza'. Le vittime hanno tutte sotto i 30 anni, tra loro anche un minorenne di 13-15 anni.
Le forze dell'ordine hanno riferito che una segnalazione è giunta alle 6: indicava la presenza di un peschereccio di 13-15 metri arenato nello specchio d’acqua antistante il lungomare Plaia. A bordo c'erano circa 120 persone, la cui nazionalità è ancora sconosciuta.
I sei uomini morti, probabilmente, volevano raggiungere la battigia per fuggire ma, non sapendo nuotare, sono annegati in un canale profondo alcuni metri che c'è prima della battigia. I loro corpi sono stati recuperati e sistemati sulla spiaggia dove ogni giorno si affollano migliaia di turisti, mentre i sommozzatori hanno perlustrato il fondale alla ricerca di eventuali altre vittime.
I loro compagni di viaggio, tra cui anche donne e bambini molto piccoli, sono stati soccorsi dalle forze dell'ordine. Negli ultimi giorni, complici le buone condizioni del mare nel Canale di Sicilia, sono stati oltre seicento i migranti sull'isola dal nord Africa.
LA TESTIMONIANZA - A dare l'allarme è stato il titolare dello stabilimento balneare 'Lido verde', Dario Monteforte. "Ho visto arrivare una moltitudine di persone sulla battigia - racconta Monteforte a Sky Tg24- che tentavano di raggiungere la strada, e ho avvisato le forze dell’ordine. Una scena drammatica. Per oggi da noi niente bagni, lo stabilimento resta chiuso. E’ una scelta obbligata di fronte a una simile tragedia".
"Probabilmente non avevano consapevolezza della rotta da seguire. E’ stato probabilmente un errore di chi conduceva l’imbarcazione. Qui nel catanese eventi del genere non si sono mai registrati", ha spiegato invece Roberto D’Arrigo, capitano di fregata della guardia costiera di Catania.
SIRACUSA - Intanto un’imbarcazione carica di clandestini, tra cui donne, bambini e anche una persona disabile, è stata intercettata alle prime luci di oggi dalla Guardia Costiera a largo della costa di Portopalo di Capo Passero. La 'carretta del mare' è stata soccorsa dalle Capitanerie di porto di Pozzallo e Siracusa con l’ausilio di una nave portacontainer e gli 83 profughi di nazionalità eritrea e siriana sono stati portati al Porto Grande di Siracusa, dove è stato allestito un campo di primo soccorso. (fonte: Quotidiano Nazionale)
Papa Francesco a Lampedusa invitava a non voltarsi dall’altra parte davanti ai profughi inghiottiti dal mare. Era appena un mese fa. Gli sbarchi continuano, spesso a seguito di drammatici salvataggi, Lampedusa affronta da anni l’ossimoro della sua emergenza quotidiana. E proprio sulla parola emergenza punta il dito il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini: «Bisogna farla finita con questa politica dell’emergenza», dice, «sono anni che lo vado dicendo. Lampedusa può fare benissimo, come ha dimostrato in ogni emergenza, il primo soccorso; ma serve una vera politica dell’accoglienza e dell’integrazione. Questi migranti sono profughi, gente che scappa dalle guerre, non possono essere rimpatriati, devono essere accolti, bisogna rivedere l’intera normativa sull’immigrazione»...
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Ad apertura del LampedusainFestival , Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, risponde alle madri e alle famiglie dei migranti tunisini dispersi che in una video lettera inviatale ad inizio di luglio le chiedevano il suo sostegno in appoggio all’appello per una Commissione di inchiesta Ue al fine di stabilire la verità sulla sorte dei loro figli. “Prendiamo sul serio questo dolore” si intitola, invece, il testo in cui Giusi Nicolini chiede alle istituzioni competenti di fare tutto il possibile per stabilire la verità di quanto accaduto. Al testo, allega il dossier inviatole dalle madri e dalle famiglie dei migranti tunisini dispersi, in cui vengono indicati i giorni di partenza dei loro figli e le telefonate ricevute durante il loro viaggio, relativo al periodo settembre 2010- settembre 2013. Per concessione di Giusi Nicolini, pubblichiamo qui la lettera, il testo e il dossier.
Vedi anche il nostro precedente post (all'interno i link agli altri post):