Non è necessario essere credenti per apprezzare le esortazioni che il Papa rivolge ai giovani: non abbiate paura, abbiate il coraggio delle vostre idee, andate controcorrente, siate onesti e generosi, aiutate chi è in difficoltà, non sacrificate l’esistenza alla ricerca di potere e denaro ma impegnatevi a perseguire ciò che veramente conta, giustizia e pace.
Non è una novità rivolgere questi inviti ai giovani e anzi, quando si percepisce un preoccupante stato di crisi materiale e spirituale, si moltiplicano, oggi come ieri, gli appelli degli anziani ai giovani, dei controllori ai controllati. Da loro ci si attende un rinnovamento nel modo di vivere e pensare che, a quanto pare, non si potrebbe realizzare senza e tanto meno contro di loro.
La novità, nel caso delle parole dell’attuale Pontefice, sta nell’evidente sforzo di trasmettere la coerenza tra ciò che dice e ciò che fa. Il suo insegnamento è teorico- pratico e tanti suoi piccoli e grandi gesti sottolineano la volontà di dare l’esempio in prima persona prima di chiedere ad altri un certo comportamento: non fate quello che dico se io non sono il primo a farlo. Qualunque adulto agisca in questo modo dimostra di sapere ciò che i ragazzi vogliono da un adulto. Chi vuole rivolgersi ai giovani con qualche speranza di essere ascoltato e rispettato, dovrebbe ricordare quanta attenzione prestava, da adolescente, alla coerenza degli adulti. La coerenza tra il dire e il fare ci affascinava a tal punto che seguivamo e ammiravamo colui o colei che predicava male e razzolava male, piuttosto che un adulto, un educatore, un sacerdote, un politico incoerente e contraddittorio nelle parole e nelle azioni...
Leggi tutto: "Le parole del Papa diventano fatti" di Fulvio Scaparro