SANTA MESSA CON I VESCOVI DELLA XXVIII GMG E CON I SACERDOTI, I RELIGIOSI E I SEMINARISTI
La Cattedrale di Rio è stata consacrata nel 1979. Ha la forma di piramide Maya, in omaggio alle popolazioni del continente latinoamericano evangelizzate dai primi missionari. La base dell'edificio è quadrata e larga, la volta, alta 80 metri, circolare, con una vetrata centrale a forma di croce che attrae verso Cristo.
Questa mattina, sabato 27 luglio 2013, il Papa vi ha celebrato l'Eucarestia con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi nella Cattedrale di San Sebastiano:
È stato il dialogo il filo conduttore di questa sesta mattinata brasiliana di papa Francesco. «Siamo chiamati a promuovere la cultura dell’incontro», ha detto in una cattedrale strapiena di vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose che hanno accompagnato i ragazzi dei rispettivi Paesi all’appuntamento della Gmg. «In molti ambienti», ha continuato il Papa, «si è fatta strada una cultura dell’esclusione, una “cultura dello scarto”. Non c'è posto né per l’anziano né per il figlio non voluto; non c’è tempo per fermarsi con quel povero sul bordo della strada».
Nell’omelia ha esortato i «vescovi, i sacerdoti, i religiosi e anche voi seminaristi che vi preparate al ministero», ad avere il «coraggio di andare controcorrente» in un contesto nel quale «sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due “dogmi” moderni: efficienza e pragmatismo». E invece, dice Francesco, i cristiani non devono rinunciare «a questo dono di Dio: l’unica famiglia dei suoi figli. L’incontro e l’accoglienza di tutti, la solidarietà e la fraternità, sono gli elementi che rendono la nostra civiltà veramente umana. Essere servitori della comunione e della cultura dell’incontro! Lasciatemi dire, che dovremmo essere quasi ossessivi in questo senso».
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INCONTRO CON LA CLASSE DIRIGENTE DEL BRASILE
“Io sono piccolo davanti a questa folla”. La testimonianza di un giovane, che dà voce a quella d’innumerevoli suoi coetanei. Quelli delle strade di Rio, vite a volte così difficili che rischiano di perdersi. Sono le parole di Walmir Junior, che oggi, prima del discorso pronunciato dal Papa alla classe dirigente del Brasile, all’interno del teatro municipale di Rio ha preso la parola, in maniche di camicia, visibilmente emozionato fin dall’inizio del suo discorso, semplice ma intenso, profondo, pronunciato con la convinzione di chi ce l’ha fatta. Walmir, un passato quasi da “meninho de rua”, un presente da laureato alla Pontificia Università Cattolica di Rio. “Amare il prossimo è fuori moda”: una “provocazione”, questa, che Walmir ha raccontato di aver voluto raccogliere, per vivere controcorrente grazie alla sua fede. “Ho sempre voluto cambiare la mia vita, cambiando la vita degli altri”, ha rivelato. Poi giunto quasi al termine del suo discorso ha detto “sono un po’ nervoso”, con un sorriso si è rivolto al Papa e poi si è visibilmente commosso, è stato sopraffatto dalla commozione. Così Walmir ha lasciato il suo leggio per slanciarsi di corsa verso Papa Francesco, tra di loro un lungo e intenso abbraccio, ricambiato da un Papa che durante il discorso del giovane brasiliano non gli ha mai tolto gli occhi di dosso, girando appositamente la testa dalla sua parte.
"La fraternità tra gli uomini e la collaborazione per costruire una società più giusta non sono un sogno fantasioso, ma il risultato di uno sforzo concertato di tutti verso il bene comune". Così Papa Francesco incontrando nel Teatro Municipale di Rio de Janeiro i politici, i diplomatici, gli esponenti della società civile, dell'imprenditoria, della cultura e delle maggiori comunità religiose in Brasile. Nel suo denso discorso il Pontefice ha messo a fuoco tre aspetti: l'originalità di una tradizione culturale; la responsabilità solidale per costruire il futuro; e il dialogo per affrontare il presente.
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Il grande teatro è pieno in ogni ordine di posti: prima e dopo i discorsi ci sono brevi intervalli musicali e c'è soprattutto un gruppo di bambine che, all'improvviso, sbuca da dietro il palcoscenico dove è seduto il Papa. La più piccola gli offre dei fiori e poi tutte gli si siedono a terra tutt'intorno. Emozionatissime e sorridenti, verranno salutate una a una da Francesco.
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l'incontro con una ragazza down
Papa Francesco incontra alcuni rappresentanti degli indios brasiliani
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INCONTRO CON L'EPISCOPATO BRASILIANO
Creatività dell’amore, grammatica della semplicità, riscaldare il cuore, accordare il passo con le possibilità dei pellegrini, penetrare nel varco del disincanto dei cuori, ridare cittadinanza a tanti che camminano come in un esodo…
Il discorso del Papa ai vescovi brasiliani sulla missione della Chiesa oggi è intessuto di espressioni che recano chiaramente la sua impronta, nei contenuti non meno che nello stile. Anzitutto va sottolineata la lunghezza, del tutto inusuale per Francesco: il testo letto ai presuli di questo immenso Paese (che conta il maggior numero di cattolici e di diocesi al mondo) è una riflessione che parlando al Brasile in realtà allarga gli orizzonti a tutta la Chiesa.
E’ di fatto la prima sistematizzazione della visione della Chiesa di Papa Bergoglio. Il Papa ricorre a due immagini: il rinvenimento miracoloso ormai 300 anni fa dell’immagine mariana venerata ad Aparecida come patrona del Brasile e i discepoli di Emmaus.
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