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giovedì 23 gennaio 2025

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 - SESTO GIORNO: Crediamo la Chiesa

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025

COMMENTO PER GLI OTTO GIORNI 
“Credi tu questo?”
(Giovanni 11, 26)


SESTO GIORNO:
 
Crediamo la Chiesa


Letture bibliche

Isaia 2, 2-4
Salmo 133 (132), 1-3
Efesini 4, 1-6
 
Letture patristiche

Dalla tradizione latina

Una sola è la Chiesa, come una sola è la luce anche se i raggi del sole sono molti, come uno solo è il tronco che affonda le sue radici, anche se i rami dell’albero sono molti. Anche la chiesa, illuminata dalla luce del Signore, diffonde per tutto il mondo i suoi raggi. Ma quella luce, che si diffonde ovunque, resta una sola e l’unità del corpo non si può dividere, perché uno solo è lo Spirito che la anima.

Cipriano di Cartagine (ca.210-258) Sull’unità della Chiesa, 5


Per riflettere
  1. La Chiesa è chiamata a irradiare la luce di Cristo nel mondo. Dove riusciamo a percepire questa realtà nel contesto in cui viviamo?
  2. Sebbene, in Cristo, la Chiesa sia un solo corpo, storicamente le chiese sono divise. Quanto sentiamo il dolore della divisione?
  3. La Chiesa come comunità vivificata dallo Spirito Santo, il datore di pace, è inviata a vivere e diffondere il messaggio di pace nel mondo. In quale modo le chiese possono rendere i propri fedeli capaci di rispondere a questa chiamata?

 

Preghiera

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Davanti alla tomba vuota hai affidato alle donne l’annuncio della tua risurrezione: libera dalla paura tutti coloro che annunciano il Vangelo.
T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Lungo la via di Emmaus hai spiegato ai discepoli la Legge e i Profeti: apri la nostra mente perché possiamo comprendere le Scritture.
T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Nel Cenacolo hai dato ai tuoi amici il dono della tua pace: aiutaci a conservarla nell’amore reciproco.
T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Sulle rive del lago hai chiamato Pietro ad essere pastore del tuo gregge: sostieni con il tuo Spirito i responsabili delle nostre comunità.
T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Sulla montagna, prima di tornare al Padre, hai radunato i tuoi discepoli dispersi: dona l’unità nella fede e nella carità a quanti credono in te.
T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

C.: Preghiamo:
Dio del cielo e della terra,

Gesù Cristo, tuo Figlio, ti ha rivelato come nostro Padre
e ci ha promesso il dono dello Spirito:
concedi alla tua Chiesa di superare lo scandalo delle divisioni,
affinché possiamo dare testimonianza alla tua vita di comunione,
nell’unità della nostra comune professione di fede
e nell’amore del reciproco servizio.
Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.


Letture patristiche alternative

Dalla tradizione armena

Padri santi e dottori della verità! Capi e pastori del popolo di Cristo! Voi che presiedete e amministrate la casa di Dio! Oggi vi vedo riuniti in un unico respiro e in un unico corpo, in adesione a Colui che è il capo di tutti. Chi vi ha condotti a questo tranquillo porto di pace, o pacificatori del mondo, se non lo Spirito santo che ci è stato dato dal cielo come nostra pace? E a quale scopo, se non per dare inizio alla costruzione del tempio di Dio demolito e abbattuto, che l’autore del male, ha gettato a terra?
Nersete di Lambron (1152-1198) Discorso sinodale


Dalla tradizione greca

Pur essendo molti e di numero quasi infinito coloro che sono nella [Chiesa] e che da essa sono rigenerati e ricreati nello Spirito – sia uomini, sia donne, sia bambini, e pur essendo diversi tra loro e assai differenti per nascita e per aspetto, per nazionalità e per lingua, per forme di vita e per età, per inclinazioni e per abilità professionali, per comportamenti, abitudini e occupazioni, per conoscenze e per condizioni sociali, per destini, per caratteri e per capacità – a tutti in modo uguale essa dona e concede per grazia una sola forma di esistenza e una sola denominazione divina, permettendo loro di ricevere l’essere e il nome da Cristo; e inoltre, in virtù della fede, dona un’unica condizione, semplice, indivisa e indivisibile, che non permette neppure di riconoscere le molte e innumerevoli differenze che vi sono tra ciascuno, perché essa raccoglie e concilia ogni cosa nella sua universalità.
Massimo il Confessore (ca.580-662) Mistagogia, 1