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venerdì 24 gennaio 2025

#Gli anni di vita di Gianfranco Ravasi

#Gli anni di vita
di Gianfranco Ravasi


Non conta quanti anni si viva ma quanta vita c’è in quegli anni… 
Non piangere perché è finito, sorridi perché c’è stato. 

L’autrice è una giovane donna groenlandese di 35 anni, Niviaq Korneliussen, e nonostante il titolo La Valle dei Fiori (Iperborea), il romanzo è terribile, scandaloso, disperato. Nelle sue pagine, però, affiorano talora sprazzi di luce e un amore forte, anche se sgangherato. È ciò che esprimono le due frasi che abbiamo ritagliato da quel romanzo. La prima ci può rimandare a certe persone dalla lunga esistenza: la clessidra ideale dei minuti, delle ore, dei mesi, degli anni ha fatto gocciolare tanti granelli in una trama vuota, simile a un pulviscolo. Per costoro può valere una brutale definizione di Gesualdo Bufalino: «La vita: uno squarcio di luce che la morte, come una chiusura lampo, fulmineamente richiude». Un bagliore nella monotonia e tutto alla fine si spegne.

La cronologia da sola non è rilevante e gli antichi greci lo sapevano bene, usando due vocaboli diversi per indicare il tempo: oltre all’ovvio chrónos quantitativo, scandito dall’orologio, importante è il kairós, che è appunto la vita qualitativa immessa in quegli anni cronologici. In altri termini, possiamo dire che, se desidero che la mia vita abbia un senso per me, bisogna che abbia un senso anche negli altri
Ed eccoci alla seconda frase con l’invito a evitare il solo rimpianto perché è finito un amore, si è spenta una gioia, si è conclusa una tappa vigorosa della vita, ed è subentrato l’autunno. Si deve, invece, essere sereni di aver vissuto un’esperienza bella, di aver attraversato stagioni feconde, di aver realizzato un progetto, di aver seminato nel terreno dell’esistenza. Si dovrebbe pensare anche a un suggerimento del Palomar di Calvino (1983): «La vita consiste in una serie di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme».

(Fonte: Il Sole 24 ore - Domenica - 19.01.2025)