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domenica 22 gennaio 2023

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 10 - 2022/2023 anno A

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


III Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A)

Vangelo:


La fede non è una dottrina fatta di leggi e regole alle quali obbedire o di pratiche religiose da compiere. Avere fede significa rispondere con tutta la vita alla chiamata di Gesù che dice: «Venite dietro di me!». Seguire il Maestro significa cambiare il modo di pensare la vita, di intessere i rapporti umani (la metànoia), significa abbandonare le logiche diaboliche che regolano il mondo per scegliere quelle del Regno di Dio che, in Gesù, si è già reso presente fra di noi. Il totale cambiamento di vita è la condizione necessaria per far parte della sua Comunità, al di là di ogni appartenenza o pratica religiosa. Seguiamo Gesù per vivere e diventare come Lui: figli di Dio Padre e fratelli fra di noi, che vivono per la edificazione di un mondo più giusto, più umano e più fraterno. Solo Gesù è la Luce che illumina non più il solo Israele ma tutti i popoli anche quelli pagani (cf. Mt 2,1-12). «Non c'è più infatti distinzione, perché tutti hanno peccato e sono privi della Gloria di Dio» (Rm 3,22-23). A motivo di ciò la tanto disprezzata «Galilea dei pagani» diventa il naturale ponte tra Israele e i goyim, i popoli pagani, il luogo privilegiato per la proclamazione dell'avvento del Regno di Dio. Ci aiuti allora in questo processo di conversione la contemplazione della Parola di Gesù, affinché possiamo allargare i nostri orizzonti «fino agli estremi confini della terra» per abbandonare definitivamente le logiche di un mondo violento e sempre più diretto verso il baratro della morte. Operiamo anche noi, con la luce e la forza che ci vengono dallo Spirito di Dio, la scelta di non seguire altri maestri se non Gesù solo. Rivolgiamo lo sguardo e tutta la nostra esistenza «a Colui che hanno trafitto» e che da sempre è rivolto a noi.