Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 14 gennaio 2023

IL COMANDO FONTALE - Il peccato del mondo è scegliere la morte: «io ti ho posto davanti la vita e la morte: scegli. Ma scegli la vita!» È questo il comando originario, fontale, sorgente di tutti i comandi. - II Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A) - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

IL COMANDO FONTALE
 

Il peccato del mondo è scegliere la morte: 
«io ti ho posto davanti la vita e la morte: scegli. Ma scegli la vita!»
È questo il comando originario, fontale, sorgente di tutti i comandi.


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Gv 1,29-34


per i social

IL COMANDO FONTALE

Il peccato del mondo è scegliere la morte: «io ti ho posto davanti la vita e la morte: scegli. Ma scegli la vita!» È questo il comando originario, fontale, sorgente di tutti i comandi.
«Viene uno che era prima di me».
Vedo, con gli occhi di Giovanni, il venire infaticato di Dio, incamminato lungo il fiume dei giorni, carico di ogni lontananza; viene negli occhi di tutti gli uccisi come agnelli, viene nei luoghi dove ancora si gioca il mio destino e quello del mondo.
Giovanni vedendo Gesù venire... Avere, come lui, occhi di profeta è possibile, perché «vi è un pizzico di profeta nei recessi di ogni esistenza umana» (A.J. Heschel).

Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
Ecco il piccolo animale sacrificato, il sangue sparso, la vittima. Ma di cosa è vittima Gesù?
Dell'ira di Dio da placare con il sangue? Ma Dio aveva già detto per bocca di Isaia: sono stanco dei tuoi sacrifici senza numero. Io non bevo il sangue dei tuoi agnelli, io non mangio la loro carne (cf. Isaia 1, 11).
Ecco apparire invece il capovolgimento di Gesù: in ogni religione l'uomo sacrifica qualcosa per Dio, ora è Dio che sacrifica se stesso per l'uomo, e non chiede in cambio la vita del peccatore, ma dà la sua anche a chi gliela toglie. Di cosa è vittima allora l'Agnello di Dio?

Gesù è vittima d'amore. Scrive Origene: «Dio prima ha sofferto, poi si è incarnato. Ha sofferto perché ‘caritas est passio’».

Gesù è vittima della violenza, padrona e signora della terra, che lui ha smascherato con l'amore. E la violenza non ha sopportato l'unico che ne era totalmente libero, e, convocati i suoi adepti, ha ucciso l'agnello, il mite, voce e sogno di Dio.

Il peccato del mondo è scegliere la morte: «io ti ho posto davanti la vita e la morte: scegli. Ma scegli la vita!» (Deut 30,19). È questo il comando originario, fontale, sorgente di tutti i comandi. Legge di Dio è che l'uomo scelga. Dio è un imperativo di libertà. Legge di Dio è che l'uomo viva. Dio è addizione di vita, supplemento d’umano.

Nel Vangelo il peccato è presente e insieme assente; Gesù ne parla solo per dirci: è perdonato, è tolto, è perdonabile sempre. E il cristiano testimonia il Dio capace di dimenticarsi dietro una pecora smarrita, un bambino, un'adultera, capace d'amare fino a morire, fino a risorgere.
Testimonia il Dio che per vincere la notte soffia sulla luce del giorno, per vincere il gelo accende il suo sole, per demolire la menzogna passa libero e disarmato fra le creature.

Ecco Colui che toglie. Il verbo è al declinato al presente: instancabilmente, giorno per giorno, continua a togliere, a raschiare via, il male dell'uomo, il disamore che ci minaccia tutti, che è incapacità di amare bene, chiusure, fratture, vite spente. Gesù, che sapeva amare come nessuno, guarisce il disamore del mondo.

Ecco vi mando come agnelli... a togliere, con mitezza, il male: braccia aperte donate al mondo. Agnelli in mezzo a lupi, inermi e più forti di ogni Erode.


per Avvenire 

Gesù, Agnello che toglie il peccato del mondo (...)

Leggi su Avvenire