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martedì 31 gennaio 2023

VIAGGIO APOSTOLICO DI PAPA FRANCESCO nella REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO e in SUD SUDAN (Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan) 31 GENNAIO - 5 FEBBRAIO 2023 - Buon Viaggio! (cronaca, foto, testi e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
nella REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO e in SUD SUDAN
(Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan)

31 GENNAIO - 5 FEBBRAIO 2023



Martedì, 31 gennaio 2023

ROMA - KINSHASA
7:55 Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Roma/Fiumicino per Kinshasa
15:00 Arrivo all'Aeroporto Internazionale "Ndjili" di Kinshasa
15:00 Accoglienza ufficiale
16:30 Cerimonia di benvenuto presso il "Palais de la Nation"
16:45 Visita di cortesia al Presidente della Repubblica nella "Salle Présidentielle" del "Palais de la Nation"
17:30 Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nel giardino del "Palais de la Nation"


Francesco a Santa Maria Maggiore prega per il viaggio in Africa
Come sua abitudine il Papa ha fatto sosta nella basilica mariana per affidare davanti all’icona della Salus Populi Romani la visita apostolica in Congo e Sud Sudan

Il Papa in preghiera a Santa Maria Maggiore prima di partire per l'Africa (ANSA)

Un rito intimo, che si rinnova ogni volta in cui il Papa si appresta a dilatare per qualche giorno gli spazi della sua azione apostolica, il raccoglimento silenzioso prima e dopo i viaggi e le folle. Si è rinnovato anche questo pomeriggio (30 gennaio), quando Francesco è tornato per la 102.ma volta a sostare in preghiera davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, “per pregare e affidarle il prossimo suo viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan” prima di rientrare in Vaticano, come ha riferito dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Le due tappe

Un viaggio pastorale ed ecumenico, soprattutto la tappa sud sudanese, che avrà inizio domattina (31 gennaio) alle 8.10 quando il volo papale partirà dall’aeroporto di Fiumicino per atterrare dopo circa sette ore di volo nello scalo internazionale di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Successivamente il 3 febbraio, alle 10.40, Francesco con il seguito e i giornalisti accreditati a bordo del volo decolleranno verso la seconda tappa del viaggio, quella meta lungamente attesa del Sud Sudan che verrà raggiunta verso le 15 ora locale, le 14 in Italia.

Due Paesi che soffrono

“La Repubblica Democratica del Congo soffre, soprattutto nell’Est del Paese, per gli scontri armati e per lo sfruttamento”, ha detto ieri il Papa all’Angelus chiedendo preghiere per il suo viaggio. E “il Sud Sudan, dilaniato da anni di guerra, non vede l’ora - ha aggiunto - che finiscano le continue violenze che costringono tanta gente a vivere sfollata e in condizioni di grande disagio”. Per entrambi i Paesi l’arrivo di Francesco porta con sé la speranza di una nuova riconciliazione.
(fonte: Vatican News 30/01/2023)

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Il Papa partito per il pellegrinaggio di pace in Congo e Sud Sudan

Francesco ha lasciato l'aeroporto di Fiumicino alle 8.29 con un volo dell'Ita e arriverà nella Repubblica Democratica del Congo alle 15 di oggi. Inizia il 40mo viaggio del Papa che lo porterà prima a Kinshasa e poi a Juba capitale del Sud Sudan, dove sarà dal 3 al 5 febbraio

Il Papa è partito per il suo 40.mo viaggio “ecumenico di pace”, come da lui stesso definito domenica 29 gennaio al termine dell’Angelus, che lo porterà in due Paesi della periferia del mondo, entrambi attraversati dalla fortissima contraddizione di avere un sottosuolo ricchissimo ma popolazioni afflitte da povertà e violenza. Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan aspettano il Pontefice dopo lunghi mesi di attesa, dall’annullamento della visita inizialmente prevista per il luglio scorso.

Il racconto di Massimiliano Menichetti, inviato tra i giornalisti al seguito

L'incontro con migranti e rifugiati di Congo e Sud Sudan

L’ Airbus A350 di Ita Airways è decollato alle 8.29 alla volta di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Francesco ieri sera si è recato alla basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani e affidarle il suo viaggio. Prima di lasciare Casa Santa Marta e dirigersi all’aeroporto, ha incontrato una decina di migranti e rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Sud Sudan, accolti e sostenuti, con le loro famiglie, dal Centro Astalli. Con loro era il prefetto del Dicastero per la Carità, il cardinale Konrad Krajewski.

L'incontro del Papa a Casa Santa Marta con i profughi e rifugiati della Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan

L'omaggio ai Caduti di Kindu

Il Papa in preghiera al Monumento dei caduti di Kindu a Fiumicino

Nell’arrivare all’Aeroporto di Fiumicino, l’auto del Santo Padre ha sostato brevemente nei pressi del Monumento ai Caduti di Kindu, i 13 aviatori italiani uccisi in Congo l’11 novembre 1961. Alle vittime di quel sanguinoso eccidio e a tutti coloro che hanno perso la vita partecipando a missioni umanitarie e di pace, Papa Francesco ha dedicato una preghiera per poi procedere in direzione dell’aereo che lo porterà a Kinshasa. Dal 3 febbraio Francesco si sposterà a Juba, capitale del Sud Sudan, dove resterà fino al 5 febbraio, giorno in cui farà ritorno a Roma.

(foto Ansa)

La pace e l'ecumenismo

Al centro della presenza del Papa in questi due Paesi c’è il tema della pace, un incontro col cristianesimo africano, sarà la conferma dell’attenzione dl Francesco per questo continente, prima nella RDC, dilaniata negli anni da un conflitto che vede un impressionante numero di gruppi di guerriglia, e poi in Sud Sudan, Paese giovanissimo, nato nel 2011, dove però nonostante gli accordi del 2018 che tentarono di mettere fine alla guerra intestina, la pace non è mai arrivata e dove, oltre alla violenza, a devastare il Paese ci sono povertà, carestia, cambiamenti climatici. Un viaggio quello a Juba che Francesco farà con il primate anglicano Justin Welby e con il moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, a testimonianza del grande valore ecumenico della visita. In entrambi i Paesi ci si aspetta l’emozione dell’incontro con le vittime dell’est del Congo e in Sud Sudan con gli sfollati interni.

Il volo papale sarà a Kinshasa dopo sei ore e 50 minuti di volo, l’arrivo all’aeroporto internazionale N’djili della capitale è previsto alle 15, qui sarà accolto dal nunzio apostolico monsignor Ettore Balestrero, e dal primo ministro del Paese. Dopo la presentazione le delegazioni si sposteranno al Palais de la Nation, dove Francesco sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Felix Tshisekedi Tshilombo.

Il telegramma a Mattarella e gli auguri del presidente al Papa

Nel consueto telegramma di sorvolo al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, Francesco ribadisce il significato di pace e riconciliazione di questo viaggio. “Nel momento in cui mi accingo a compiere un viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Cogno e in Sud Sudan – si legge – mosso dal vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle care nazioni recando un Messaggio di pace e di riconciliazione, mi è gradito rivolgere a Lei, signor presidente, l’espressione del mio deferente saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene e la prosperità dell’intero popolo italiano".

Nella risposta al messaggio indirizzatogli da Francesco, insieme ai ringraziamenti Mattarella scrive: "La Sua missione in Paesi segnati dalla violenza e dalla povertà rappresenta un’occasione importante per testimoniare vicinanza e fiducia a quanti sono impegnati a promuovere i valori del rispetto, della concordia e della pacifica convivenza, uniche basi sulle quali è possibile costruire a beneficio di tutti un orizzonte di stabilità e sviluppo" Rinnovando "profonda stima e personale considerazione", il capo deoo Stato prosegue: "Confido che la particolare dimensione ecumenica del viaggio in Sud Sudan possa dimostrare l’indispensabile contributo che i cristiani, insieme, sono chiamati a offrire per promuovere il superamento delle divisioni e la dignità della persona".
(fonte: Vatican News, articolo di Francesca Sabatinelli 31/01/2023)

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Il Papa in volo, una preghiera per chi è morto attraversando il Sahara

Nel consueto saluto ai giornalisti, durante il viaggio verso la Repubblica Democratica del Congo, Francesco ha rivolto un pensiero ai tanti che hanno perso la vita e a quanti sono stati messi nei lager dopo aver attraversato il deserto

Il silenzio e la preghiera come una carezza sulle vite di “sofferenti” e disperati in cerca di una nuova opportunità. Papa Francesco la regala durante il volo di andata da Roma a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, prima tappa del suo 40.mo viaggio apostolico che lo porterà anche a toccare il Sud Sudan. Sotto di lui i colori del deserto e il sole, non può mancare il ricordo di tante vite sfiorite nella sabbia sotto il peso della fatica, della sete, delle violenze.

In questo momento stiamo attraversando il Sahara facciamo un pensierino, in silenzio, una preghiera per tutte le persone che cercando un po’ di benessere, un po’ di libertà hanno attraversato e non ce l’hanno fatta. Tanti sofferenti che arrivano al Mediterraneo dopo aver attraversato il deserto e sono presi nei lager e soffrono lì. Preghiamo per tutta quella gente.

“Grazie per essere insieme a me”

Prima della preghiera silenziosa e intensa, Francesco si rivolge ai giornalisti presenti - circa 75 giornalisti da 12 Paesi, di cui due africani – li ringrazia per averlo accompagnato in questo viaggio atteso da un anno.

E’ un viaggio bello, io avrei voluto andare a Goma, ma con la guerra non si può andare là. Soltanto sarà Kinshasa e Juba, da lì faremo tutto. Grazie per stare qui con me, stare tutti insieme, grazie per il vostro lavoro che tanto buono, aiuta tanto perché fa arrivare alla gente, che si interessa del viaggio, le immagini anche i pensieri, le riflessioni vostre sul viaggio, grazie tante.

Francesco esprime il suo rammarico per non aver compiuto il solito giro per salutare “ma oggi – dice – non posso”. Resta in poltrona, provando “un po’ di vergogna a far venire tutti qui, possiamo – conclude - salutarci da lontano”. Diversi i doni che il Papa riceve da chi lo accompagna nel viaggio, la giornalista Eva Fernández di Radio Cope, emittente della Conferenza episcopale spagnola, ha regalato un frammento di roccia di Kiwu da cui estraggono il coltan ed ha spiegato a Francesco che per ogni kg estratto muoiono due persone. Poi un frammento di lava del vulcano Nyiragongo, circa 12 km a nord della città di Goma, che provoca disastri.
(fonte: Vatican News, articolo di Benedetta Capelli 31/01/2023)