"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Dopo l'intervento del Padre che, al Battesimo nel Giordano, lo chiama «Figlio Amato» (Mt 3,17), anche Giovanni Battista rende testimonianza che Gesù è il Figlio di Dio, l'Amato, l'Agnello senza macchia «che toglie il peccato del mondo» (1,29). Le parole di Giovanni circa l'agnello di Dio sono una evidente allusione al IV Canto del Servo Sofferente del profeta Isaia (Is 53,7). Con questo richiamo il Battista anticipa già quale tipo di messianismo dovrà incarnare Gesù: non un Messia forte e potente che sgomina e uccide peccatori e invasori, ma un re che ama e perdona sempre, anche i nemici. Giovanni è principalmente consapevole del suo «non essere»: non è lui il Messia, «la Luce, quella vera, che illumina ogni uomo» (1,8-9). Egli è solo «Qol Qorè be Midbar» (Is 40,3), il suono, la voce profetica di uno che grida nel deserto, l'eco di quella promessa che ora, in Gesù, si è realizzata. «Rispettivamente Giovanni e Gesù sono la voce e la Parola, il testimone della Parola e la Parola testimoniata, l'uomo davanti a Dio e Dio davanti all'uomo» (cit). Un Dio inimmaginabile, fuori da ogni schema, scandaloso, un Dio che va ben oltre le attese dell'uomo. Il Dio che abita i Cieli e i Cieli dei Cieli adesso è sceso sulla terra e cammina con gli uomini, l'immortale si fa mortale, il tre volte Santo «si è fatto peccato» (2Cor 5,21) e si accompagna ai peccatori e ai dannati della terra. Nel Figlio Amato, «il Padre si fa solidale con gli uomini anche là dove gli uomini non sono solidali con loro stessi» (cit). E' lo scandalo inaudito di un Dio che è tutto e solo Amore. Davvero Gesù è l'Emmanuele, il Dio-con-noi.
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
II Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A)
Vangelo: