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mercoledì 11 giugno 2025

Ricordando Papa Francesco... E chi sono io?

Pietro Buttiglione

E chi sono io?

A qualche settimana dalla morte di Papa Francesco, una riflessione su cosa davvero di lui ha colpito ed è rimasto


La morte di Francesco è scivolata via quasi senza accorgermene…
Sarà perchè ormai me l’aspettavo, mio papà e mia mamma sono morti nello stesso modo… ma non solo!
Lui mi è parso chiudesse il suo sipario senza alcun clamore, quasi chiedendoci scusa per il disturbo arrecato! Ricordo tra le sue ultime parole, nello scambio col suo infermiere prima del giro in piazza: “Credi che possa farlo?” e le disposizioni per le sue esequie…
Davvero non mi è venuto a mancare il mio Papa, ma mio padre, cui, tra l’altro somigliava fisicamente e non solo… ma mentre per la morte di mio padre ho sofferto, mi sono ribellato, ho urlato, ho vissuto il passaggio di Francesco quasi con naturalezza, niente esteriorità, molta e profonda realtà interiore…

Ora sono passati giorni e giorni…
E cominciano ad affiorare i ricordi che mi ravvivano: quello che ha fatto, quello che ha detto. Mi è capitato talvolta di scontrarmi con qualcuno dei tanti suoi denigratori.
E ogni volta mostravo loro che quello che dava loro fastidio nelle parole di Francesco aveva sempre riscontri precisi nella Parola. Mai ricevuta una replica.
Tra i ricordi che mi sono più cari sono le sue omelie alla Messa mattutina a Santa Marta.
Commenti brevi ma sempre pregni di significato. Sempre nuovi anche per uno come me che si illude di conoscere bene la Parola. Parole non preparate, uscite di getto dal suo cuore. Commenti veri nutrimenti dell’anima.
Ed è proprio la mia anima che soffre, sempre più con i giorni che passano: mi manca Francesco. Non mi bastano i libri o i video, che ad esempio mi sono bastati per non sentirmi abbandonato da Martini… o le poesie per Padre Turoldo…

Quando uno muore si stilano i bilanci, i “coccodrilli”.
“Era così”, “ha fatto poco”, dice qualcuno. Altri invece “ha fatto troppo!”.
Anti-tesi significative: non è quello il parametro di giudizio da usare per Francesco.
Se permettete vi indico io la vera categoria nella quale inquadrare chi è stato Francesco.

E parto da lontano. Da Treviglio, tanti anni fa, in un incontro di CL, che allora aveva davvero qualcosa da dirci, una ragazza intervenne a fronte del solito prete che parlava di peccato e salvezza. Disse con tanto sentimento: «Ma don!! siamo umani! Possiamo sempre sbagliare!».
Quella frase rimase incisa nella mia mente.
Più recentemente mi colpì un fratello, Arrigoni, che a Gaza diede la sua vita. Be human!
Semplicemente Francesco è stato umano.
Uno di noi.
Uno di tutti noi.
Ma proprio tutti.
Perché tutti noi oggi abbiamo bisogno, terribilmente bisogno, di umanità.

Mi sono posto una domanda, che vi rigiro…
Umanità.
Quella stessa Umanità così evidente in Giovanni XXIII. In Giovanni Paolo I… La domanda è: ma quella Umanità fece bene alla Chiesa Cattolica?
Oppure lo iato con la Realtà della Chiesa, soprattutto nei Capi/Clerici, ha provocato per reazione l’allontanamento di molti?
E prego che non succeda lo stesso oggi con Francesco.
(fonte: Vino Nuovo 05/06/2025)