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giovedì 5 giugno 2025

Lavoro e cittadinanza, cinque referendum col "battiquorum"


Lavoro e cittadinanza, cinque referendum
col "battiquorum"

Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota su cinque quesiti importantissimi. Ma politica e informazione tacciono, e il rischio astensione è altissimo. I partiti si dividono, mentre il fronte del no punta sul fallimento della soglia minima. Vediamo di che cosa si tratta


Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota per i referendum, cinque per la precisione. Riguardano temi importanti: il lavoro, la cittadinanza, la vita civile. 
La loro eco mediatica è infima, la politica si è rintanata, l’informazione si occupa d’altro e il cittadino-elettore è lasciato solo. Inoltre si tratta di referendum abrogativi e dunque occorre superare il quorum, che prevede la partecipazione del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto (urne aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15). Ma veniamo ai quesiti. 

Sono ben quattro quelli sul lavoro, tutti proposti dalla Cgil. 
Il primo chiede di abrogare le norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi (quelli del tutto privi di giusta causa o giustificato motivo). 
Il secondo si concentra sull’abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti ingiusti nelle piccole imprese (dunque con meno di 15 addetti).
Con il terzo quesito si intende far ritornare in vigore l’obbligo di causale per il ricorso al contratto di lavoro a termine. 
Infine, nell’ultimo si punta a estendere, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti e subappalti, la responsabilità all’impresa appaltante. 

I referendum sul lavoro hanno diviso il mondo sindacale. Cisl e Uil sono rimasti molto critici di fronte ai quesiti. Secondo la segretaria della Cisl Daniela Fumarola «il contesto lavorativo è cambiato e richiede nuove tutele». In pratica si tornerebbe alla riforma Fornero, che tra l’altro comporterebbe una riduzione dell’indennizzo massimo da 36 a 24 mensilità. Questa, secondo la Cisl, «è una battaglia anacronistica che non affronta le vere criticità del presente, come il persistente divario tra il record di occupati e la stagnazione dei salari».

Il quinto quesito, lanciato da +Europa, mira a modificare le norme vigenti in tema di cittadinanza (la legge n. 91 del 1992) per ridurre da 10 a 5 anni il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. 

E i partiti come la pensano? Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono contrari, invitando gli elettori a non recarsi alle urne per ostacolare il raggiungimento del quorum, come ha fatto persino il presidente del Senato Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato. Divisa l’opposizione.

L’alleanza Verdi-Sinistra è l’unica schierata per il sì a tutti e cinque i quesiti. 
La direzione del Pd ha approvato la stessa linea, ma alcuni esponenti del partito hanno annunciato che voteranno sì solo ai quesiti sulla cittadinanza e sulla sicurezza. 
Il Movimento 5 Stelle ha invitato i suoi elettori a votare sì sui quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di voto su quello relativo alla cittadinanza (Conte ha dichiarato che voterà si). 

I partiti contrari propongono il vecchio espediente di ingrossare la già consistente zona grigia degli astenuti e ottenere così l’annullamento del referendum. Un espediente che funziona. La storia ci dice che da 30 anni nessuna consultazione ha mai superato la soglia, prevista dall’articolo 75 della Costituzione, ad eccezione del referendum sull’acqua, nel 2011. Una soglia concepita in un’altra epoca, quando la partecipazione era più alta, l’informazione meno frammentata, la fiducia nelle istituzioni più solida.

Per cercare di riequilibrare questa situazione, si è parlato di introdurre il voto digitale. Ma, per ora, è rimasto tutto sulla carta. Un appello al voto lo fa Piero Martello, già presidente del Tribunale del lavoro di Milano e direttore dell’autorevole rivista digitale giuslavoristica www.LavoroDirittiEuropa.it: «È importante utilizzare questo strumento di partecipazione posto in mano ai cittadini, oltretutto su temi di interesse generale, non politici. Se vincessero i sì il referendum consoliderebbe alcuni diritti che sono stati ridotti senza comportare effetti negativi per i lavoratori». 
La parola agli elettori. Saranno di nuovo “colpiti al quorum”?
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Francesco Anfossi 05/06/2025)

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Referendum abrogativi 2025,
pubblicati i fac-simile delle schede per il voto dell’8 e 9 giugno


La direzione centrale per i Servizi elettorali del dipartimento Affari interni e territoriali del Viminale ha pubblicato i fac-simile delle schede di voto relative ai referendum abrogativi, indetti con decreti del Presidente della Repubblica 25 marzo 2025 (Gazzetta ufficiale, Serie Generale, n.75 del 31 marzo 2025), che si svolgeranno domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025.

I modelli riproducono fedelmente le schede che saranno utilizzate nei seggi, con il testo integrale di ciascun quesito e le opzioni di voto.

Nel dettaglio, le schede saranno di colore diverso per ciascun referendum:


scheda verde chiaro per il quesito n. 1: 
«Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione»



scheda arancione per il quesito n. 2:
«Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»



scheda grigia per il quesito n. 3:
«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»


scheda rosso rubino per il quesito n. 4:
«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»

scheda gialla per il quesito n. 5:
«Cittadinanza italiana – Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana»


L’elettore potrà esprimere il proprio voto tracciando un segno sul “Si” o sul “No”, accanto al quesito riportato sulla scheda.
(fonte: Ministero dell'Intero)