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mercoledì 18 giugno 2025

Il buio su Gaza


Anita Prati
Il buio su Gaza


Ho conosciuto Alhassan Selmi un paio di mesi fa. Come «Donne in cammino per la pace» partecipavamo ad un incontro in una abbazia benedettina in cui il giornalista Raffaele Oriani e, in collegamento, l’insegnante e illustratrice Marcella Brancaforte presentavano il libro Hassan e il genocidio.

Non è stata una presentazione di quelle solite – con gli apprezzamenti, i convenevoli e le domande di rito che ci aspetta quando si va alla presentazione di un libro. Con garbo e precisione millimetrica, Raffaele Oriani ci ha raccontato Gaza senza indulgenze e senza sconti. Ogni parola un colpo allo stomaco.

Poi c’è stato il collegamento con Hassan, in diretta da Gaza. Un giovane uomo sereno e pieno di fede. Di fede in Dio e di fede in noi, volti sconosciuti che, dall’altra parte dello schermo, dall’altra parte del mare e dell’universo, prestavamo ascolto alla sua voce e, in qualche modo, potevamo dar voce alla sua voce.

«Se le nostre voci sono silenziate e uccise, tu devi essere la nostra voce», scrive Hassan.

Potrebbe essere uno dei miei figli. È un ragazzo di poco più di trent’anni, e di mestiere fa il giornalista. Non ha potuto discutere la tesi del suo master in Comunicazioni dell’Università Al-Aqsa perché l’Università è stata bombardata e i suoi relatori sono morti ammazzati. Succede così, a una manciata di ore di volo da casa mia. Succede che un ragazzo che ha l’età dei miei figli possa scrivere di sé:

«Questa è la mia autobiografia. La scrivo mentre sono ancora vivo. 1993-1999: invasioni di terra. 2000: seconda intifada. 2001-2007: attacchi brevi. 2008: guerra. 2009-2011: attacchi brevi. 2012: guerra. 2013: attacchi brevi. 2014: guerra. 2015-2017: attacchi brevi. 2018: marce del ritorno per rompere l’assedio. 2019-2020: attacchi brevi. 2021: guerra. 2022: attacchi brevi. 2023-2025: guerra»

Marcella Brancaforte ha prestato il tratto e i colori delle sue matite alle parole di Hassan, un ragazzo antico – dice –, che «per resistere alla morte ha sviluppato una saggezza quasi innaturale».

Resistere è la parola che salda il legame tra Hassan e Marcella in un impegno comune. Più che di resistere alla guerra e alla morte, si tratta di resistere all’oblio e al silenzio. È nata così la mostra Be My Voice – parole di Hassan, disegni di Marcella –, che da mesi gira per l’Italia minore dei circoli civici e delle sale parrocchiali.

«Chiediamo a tutti coloro che visitano queste mostre in giro per l’Italia di essere una voce che porta queste storie nel mondo, di fare di ogni pagina di diario un ponte attraversato dalla solidarietà e dal sostegno»

Sono le parole di Hassan che Raffaele Oriani ha raccolto, insieme ai colori di Marcella, in quel libro necessario che è Hassan e il genocidio – un libro che parla di speranza.

Il tramite per l’incontro tra il giovane giornalista di Gaza e l’insegnante e artista italiana è Chiara Avesani, regista del documentario Erasmus in Gaza, per il quale, nel 2021, Hassan aveva curato le riprese aeree. Dopo gli iniziali scambi di messaggi su WhatsApp e l’organizzazione di raccolte fondi per sostenere le necessità primarie di chi cerca ogni giorno di sopravvivere nella Striscia, nasce l’idea di organizzare degli incontri online:

«Marcella mi ha chiesto se volessi incontrare online un gruppo di amici della Palestina. Voleva spingermi a sperare, farmi capire che Gaza non era sola e che non avrebbe smesso di far sentire la nostra voce nonostante tutti i tentativi di silenziarla»

I bombardamenti, la fame, i massacri continuano, ogni giorno Hassan perde qualcuno, «ma ogni giorno Marcella riempiva quel vuoto, spingendomi verso il futuro con l’energia della speranza»

Dell’abnegazione con cui Marcella e Hassan portano avanti il loro impegno di sensibilizzazione e condivisione tramite gli incontri online e la mostra Be My Voice, si fa cassa di risonanza il libro di Raffaele Oriani – sono i piccoli miracoli di questa nostra era dei social, in cui la comunicazione in rete può riuscire nella sfida impossibile di dare voce a chi non ha voce.

Nell’ultimo collegio docenti della mia scuola abbiamo parlato della possibilità di ospitare, all’inizio del prossimo anno scolastico, la mostra Be My Voice, con la presenza di Raffaele Oriani e Marcella Brancaforte e Alhassan Selmi in collegamento da Gaza – se sarà ancora vivo, ci siamo detti, se i bombardamenti non ostacoleranno la connessione.

Ma è di pochi giorni fa la notizia che i raid israeliani hanno interrotto tutti i servizi di comunicazione Internet e di linea fissa nella Striscia di Gaza. Buio e silenzio dalla Palestina.

Forse Hassan non riuscirà più a parlarci. Ma noi non possiamo tacere, io non posso tacere.
(fonte: Settimana News 15/06/2025)

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