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domenica 29 giugno 2025

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 34 - 2024/2025 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


 SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI - ANNO C

Vangelo:
Mt 16,13-19

Riconoscere in Gesù il «Messia, il Figlio di Dio Vivente» conferisce a Pietro il primato sulla Chiesa. Il primato, però, non è per il potere, ma per il servizio, vissuto nella fraternità e nell'amore. Lungo il corso della storia della Chiesa il primato petrino è stato inteso ed esercitato in diversi modi, spesso frainteso e malinteso, con o senza colpa. L'autorità nella Chiesa perciò necessita di continua purificazione. Essa va vissuta non come esercizio di potere ma come assunzione di responsabilità. Purtroppo, Pietro è «bar-Jona, figlio di Giona» e, come Giona, fugge le conseguenze dell'amore del suo Maestro. Pietro non riesce ad accettare (lo farà dopo la resurrezione di Gesù) un Messia debole e indifeso, che si consegna inerme nelle mani degli uomini, rifiuta decisamente un Dio che ama e usa misericordia a tutti, compresi i pagani e i carnefici del Figlio. Per questa ragione, poco dopo, tenterà di dissuadere Gesù dall'andare a Gerusalemme (Mt 16, 22). Certo Gesù è il Messia, ma non lo sterminatore di nemici atteso da certa tradizione giudaica, perché per Gesù il potere così esercitato è ontologicamente diabolico (Mt 4,1-11). I figli di Dio, invece, sono coloro che seguono solo il loro Signore e Maestro nell'amore e nel servizio ai fratelli. Sono le «pietre viventi edificate come edificio spirituale sulla Pietra Viva scartata dagli uomini» (1Pt 2,4-5). Sono coloro che si sono tenuti immuni dal «lievito di farisei e sadducei» (Mt 16,6), veleno mortale che intossica la vita e le relazioni tra gli uomini, che impedisce di scorgere nell'altro un vero fratello da amare.