Festa di nonni e anziani
Genitori della Vergine e nonni di Gesù, il doppio ruolo dei Santi Gioacchino e Anna. Educatori da giovani e da anziani sono spunto di riflessione per un rinnovato sguardo sulla vocazione della vecchiaia
Quello dei Santi Gioacchino e Anna, che la Chiesa celebra in questo 26 luglio, rappresenta una forte testimonianza e un richiamo a riflettere sulla figura dei genitori - erano padre e madre della Vergine - e dell'essere nonni oggi, in questo secolo incerto e bisognoso di punti di riferimento. Lo ricordava già Benedetto XVI nel 2012: “La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune”.
“Una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso. E questo è terrificante, noi abbiamo bisogno prima di tutto di anziani che pregano, perché la vecchiaia ci è data per questo - Olivier Clément ”
Come alberi che portano ancora frutto
Anche lo sguardo di Papa Francesco in diverse occasioni, si è rivolto con attenzione e stima a chi vive questa stagione della vita non facile, certo, ma ancora ricca di risorse. Nel discorso agli anziani durante l'incontro a loro dedicato il 28 settembre 2018, così li definiva:
“Sono come alberi che continuano a portare frutto: pur sotto il peso degli anni, possono dare il loro contributo originale per una società ricca di valori e per l’affermazione della cultura della vita”
Combattere la cultura dello scarto
E se da un lato i ritmi e le richieste della società di oggi sembrano correre senza freni sui binari della "cultura dello scarto" - il grande 'sacco' che ingoia chi non è in grado di essere produttivo - dall'altro, come un contro canto e forse anche una provocazione, Papa Francesco fa sentire la sua voce a favore dei più deboli, dei bambini e degli 'abuelos', come in occasione della la sua visita apostolica a Pietrelcina nel centenario dell’apparizione delle stimmate di Padre Pio e nel 50° anniversario della morte del Santo:
“Non manchi un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità (...) Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità”
La lezione di una nonna
Per rimanere in una dimensione di concretezza, tipica del Papa, come non ricordare l'aneddoto che egli stesso raccontò durante la meditazione mattutina nella Cappella di Casa Santa Marta. Era il 1992 e l'allora vescovo ausiliare di Buenos Aires, Bergoglio, stava andando a celebrare una cresima, quando venne fermato da "un’anziana, ottantenne, con gli occhi che vedevano oltre, questi occhi pieni di speranza" e che voleva confessarsi. “Nonna, lei viene a confessarsi? Ma lei non ha peccati!”, le disse. All' affermazione della donna "Padre, tutti ne abbiamo!", Bergoglio ribattè con una domanda "Ma forse il Signore non li perdona?". E l'anziana signora, forte della sua speranza: "Dio perdona tutto, perché se Dio non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe!".
Preghiera degli anziani, dono per la Chiesa
Ai distratti, ai troppo indaffarati e a chi non ha tempo, Papa Francesco più volte ha ricordato che c'è chi canta i segni di Dio, anche per loro:
“La preghiera degli anziani e dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta. Qualcuno deve pur cantare, anche per loro, cantare i segni di Dio, proclamare i segni di Dio, pregare per loro! ”