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mercoledì 25 luglio 2018

Le incomprensioni nella sequela - San Giacomo apostolo di Antonio Savone



Le incomprensioni nella sequela
San Giacomo apostolo

di Antonio Savone


Lungo la strada che sta portando Gesù a Gerusalemme accade proprio di tutto: entusiasmo e resistenze, candidature e dinieghi. Qualcuno si tira indietro ancor prima di cominciare e qualcun altro pur continuando a seguirlo, in realtà è mille miglia lontano da Gesù e dal suo modo di pensare. Sarà necessario essere guariti nella propria cecità per entrare nella giusta comprensione del proprio stare alla sequela di Gesù.

Chissà cosa deve essere passato nel cuore del maestro di fronte alla sfacciataggine con la quale la madre dei figli di Zebedeo (Mc è più diretto e sostiene siano stai proprio loro a chiederlo) aveva avanzato la sua pretesa: Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno.

Non avevano capito nulla, o meglio, senz’altro avevano frainteso. Le parti si erano capovolte è Gesù a registrare l’insuccesso del suo annuncio.

Tra lucidità e incomprensione…

La prima volta – lo ricorderete – ci aveva pensato Pietro: Maestro, questo non ti accadrà mai…; la seconda tutti i discepoli che non avevano trovato di meglio che discutere chi tra loro fosse il più grande; e ora di nuovo. E come se non bastasse nessuno del gruppo a provare a ristabilire le parti. Anzi. Secondo Mc, si scagliano contro Giacomo e Giovanni non perché la loro pretesa era fuori luogo ma perché avevano osato scavalcare tutti con quella loro richiesta. Che gruppo di malassortiti! Non uno all’altezza di quel cammino di sequela che pure avevano intrapreso con tanta generosità. E Gesù davanti a loro che non si sdegna per l’angustia delle visioni dei suoi discepoli e che pazientemente prova a riannodare i fili di un discorso non facile da condividere.

In realtà, a ben guardare, parafrasando un famoso proverbio, la madre dei figli di Zebedeo è sempre incinta: i figli di Zebedeo, infatti, sono molto più di due e rappresentano, in definitiva, un’autentica categoria storica. Non c’è gruppo religioso, politico, sociale che prima o poi non sollevi la questione del potere e della carriera. Della serie: a me cosa ne viene? Sembra proprio che non sia possibile stare nella vita in pura perdita, gratuitamente come il figlio dell’uomo che è venuto non per essere servito ma per servire e dare la sua vita…

Gesù contesta la strumentalizzazione delle pratiche religiose per l’acquisizione del potere e stabilisce che si dà comunità cristiana là dove non si perseguono logiche simili: tra voi però non è così. E mi ritrovo così a pensare a tanti luoghi, a tante relazioni anche fuori della Chiesa, dove si vive secondo il suo stile pur senza saperlo e che forse sono anch’essi segno di lui.

Voi non sapete quello che chiedete: non è il paragonarci gli uni gli altri che riscatta le nostre paure ma il lasciarci guardare dal Signore anche con le nostre vulnerabilità.

L’uomo vale quanto vale davanti a Dio, ripeterebbe Francesco d’Assisi: e ciascuno di noi, davanti a Dio, vale il dono del Figlio, nonostante le nostre nudità.

Lui, il Signore e il Maestro, sceglie di stare tra i discepoli perseguendo tutt’altra logica, quella del servizio, un vero e proprio antipotere. Il posto di onore è quello del servo non quello di chi esercita un dominio. È solo rovesciando il nostro modo di porci di fronte all’altro che il vangelo che annunciamo riacquista credibilità.

Il profumo del vangelo continua ad espandersi là dove ci sono comunità contrassegnate da spirito di servizio, da relazioni generose e disponibili.

Il profumo del vangelo si espande là dove c’è qualcuno disposto a bere il calice come il maestro, vale a dire ad andare con lui fino in fondo anche a prezzo della propria esistenza. Non è forse ciò che vogliamo esprimere tutte le volte che riceviamo la comunione? Nella vita… fino in fondo, da servi.

Il profumo del vangelo si espande là dove c’è qualcuno che vive da battezzato, immerso interamente nella vita così come accade, anche con il suo carico di sofferenza e di morte. Non è forse ciò che vogliamo esprimere quando chiediamo il battesimo per uno dei nostri piccoli? Nella vita… non scegliendo postazioni di privilegio o di esenzione.

Il profumo del vangelo si espande là dove non ripetiamo riti vuoti ma immettiamo atteggiamenti che sono il prolungamento della presenza del Signore Gesù in mezzo a noi. Grati non per i riconoscimenti ricevuti ma soltanto per aver rotto il gioco perverso delle competizioni.

(fonte: A CASA DI CORNELIO)