VISITA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A BARI
A BARI
INCONTRO CON I CAPI DELLE CHIESE
E DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DEL MEDIO ORIENTE
E DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DEL MEDIO ORIENTE
7 LUGLIO 2018
Vedi il post precedente “Su di te sia la pace. Cristiani insieme per il Medio Oriente” Bari 7 luglio 2018 (cronaca, foto, testi e video) - Prima parte
In un clima di grande gioia e di fraternità, i Capi delle Chiese cristiane sono scesi dal pulmino e soffermandosi a salutare i pellegrini, sono saliti in processione sul palco bianco allestito sul lungomare di Bari, in largo Giannelli, per la preghiera ecumenica. “Su di te sia la pace. Cristiani insieme per il Medio Oriente”, è il motto di questa storica invocazione ecumenica per la pace che per la prima volta vede insieme il Papa di Roma con i Capi e i Patriarchi delle Chiese del Medio Oriente.
MONIZIONE INTRODUTTIVA DEL SANTO PADRE
ALLA PREGHIERA ECUMENICA PER LA PACE
ALLA PREGHIERA ECUMENICA PER LA PACE
Rotonda sul Lungomare
Sabato, 7 luglio 2018
Sabato, 7 luglio 2018
Cari Fratelli,
siamo giunti pellegrini a Bari, finestra spalancata sul vicino Oriente, portando nel cuore le nostre Chiese, i popoli e le molte persone che vivono situazioni di grande sofferenza. A loro diciamo: “vi siamo vicini”. Cari Fratelli, grazie di cuore per essere venuti qui con generosità e prontezza. E sono tanto grato a tutti voi che ci ospitate in questa città, città dell’incontro, città dell’accoglienza.
Nel nostro cammino comune ci sostiene la Santa Madre di Dio, qui venerata come Odegitria: colei che mostra la via. Qui riposano le reliquie di San Nicola, vescovo dell’Oriente la cui venerazione solca i mari e valica i confini tra le Chiese. Il Santo taumaturgo interceda per guarire le ferite che tanti portano dentro. Qui contempliamo l’orizzonte e il mare e ci sentiamo spinti a vivere questa giornata con la mente e il cuore rivolti al Medio Oriente, crocevia di civiltà e culla delle grandi religioni monoteistiche.
Lì è venuto a visitarci il Signore, «sole che sorge dall’alto» (Lc 1,78). Da lì si è propagata nel mondo intero la luce della fede. Lì sono sgorgate le fresche sorgenti della spiritualità e del monachesimo. Lì si conservano riti antichi unici e ricchezze inestimabili dell’arte sacra e della teologia, lì dimora l’eredità di grandi Padri nella fede. Questa tradizione è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime.
Ma su questa splendida regione si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente.
Questa giornata inizia con la preghiera, perché la luce divina diradi le tenebre del mondo. Abbiamo già acceso, davanti a San Nicola, la “lampada uniflamma”, simbolo della Chiesa una. Insieme desideriamo accendere oggi una fiamma di speranza. Le lampade che poseremo siano segno di una luce che ancora brilla nella notte. I cristiani, infatti, sono luce del mondo (cfr Mt 5,14) non solo quando tutto intorno è radioso, ma anche quando, nei momenti bui della storia, non si rassegnano all’oscurità che tutto avvolge e alimentano lo stoppino della speranza con l’olio della preghiera e dell’amore. Perché, quando si tendono le mani al cielo in preghiera e quando si tende la mano al fratello senza cercare il proprio interesse, arde e risplende il fuoco dello Spirito, Spirito di unità, Spirito di pace.
Preghiamo uniti, per invocare dal Signore del cielo quella pace che i potenti in terra non sono ancora riusciti a trovare. Dal corso del Nilo alla Valle del Giordano e oltre, passando per l’Oronte fino al Tigri e all’Eufrate, risuoni il grido del Salmo: «Su di te sia pace!» (122,8). Per i fratelli che soffrono e per gli amici di ogni popolo e credo, ripetiamo: Su di te sia pace! Col salmista imploriamolo in modo particolare per Gerusalemme, città santa amata da Dio e ferita dagli uomini, sulla quale ancora il Signore piange: Su di te sia pace!
Sia pace: è il grido dei tanti Abele di oggi che sale al trono di Dio. Per loro non possiamo più permetterci, in Medio Oriente come ovunque nel mondo, di dire: «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). L’indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, oggi soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze. Per i piccoli, i semplici, i feriti, per loro dalla cui parte sta Dio, noi imploriamo: sia pace! Il «Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3), che risana i cuori affranti e fascia le ferite (cfr Sal 147,3), ascolti oggi la nostra preghiera.
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Un’intensa invocazione per la pace in Medio Oriente, da sponda a sponda del Mediterraneo, a Bari, città ponte tra Oriente e Occidente. A esprimerla in tutte le lingue di questa antica terra, dall’arabo al greco, assiro e armeno, i Capi delle Chiese cristiane del Medio Oriente riuniti con Papa Francesco in questa giornata di riflessione e preghiera per la pace.
“Signore, Dio misericordioso e fonte di ogni consolazione: hai annunciato la pace ai lontani e ai vicini”. “Cristo, Pastore nostro e mediatore presso il Padre: fino agli estremi confini della terra sarà la tua pace”. “Cristiani insieme per il Medio Oriente” è il “motto” di questo momento di preghiera.
Si alternano sul palco Teodoro II, patriarca greco ortodosso di Alessandria; Ignazio Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia e Tutto l’Oriente, il cardinale Béchara Boutros, patriarca maronita di Antiochia e Tutto l’Oriente, Aram I, catholicos di Cilicia degli Armeni, Mor Ignazio Youssef III, patriarca siro cattolico di Antiochia, il metropolita Vasilios di Konstantia e Ammochostos, Chiesa di Cipro.
“Signore, Dio misericordioso e fonte di ogni consolazione: hai annunciato la pace ai lontani e ai vicini”. “Cristo, Pastore nostro e mediatore presso il Padre: fino agli estremi confini della terra sarà la tua pace”. “Cristiani insieme per il Medio Oriente” è il “motto” di questo momento di preghiera.
Si alternano sul palco Teodoro II, patriarca greco ortodosso di Alessandria; Ignazio Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia e Tutto l’Oriente, il cardinale Béchara Boutros, patriarca maronita di Antiochia e Tutto l’Oriente, Aram I, catholicos di Cilicia degli Armeni, Mor Ignazio Youssef III, patriarca siro cattolico di Antiochia, il metropolita Vasilios di Konstantia e Ammochostos, Chiesa di Cipro.
“Tu Re celeste, buono e amico degli uomini – dice il Patriarca ecumenico Bartolomeo I – ispira cose buone nei cuori di coloro che vogliono la guerra e pacifica le loro menti tormentate, pacifica anche i nostri cuori, libera noi e tutti gli uomini dai desideri malvagi ed avidi e semina nei nostri e nei loro cuori uno spirito di giustizia, di riconciliazione e di amore verso tutti i nostri fratelli”.
Forte la preghiera Tawadros II, Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, che fa riecheggiare qui a Bari il dolore e la testimonianza di fede che hanno dato i copti ortodossi di Egitto, vittime di numerosi attentati terroristici. “Ti ringraziamo – dice – perché tu ci hai protetti, ci ha aiutati, ci hai preservati, ci hai accolti, ci hai risparmiati, ci hai sostenuti e ci hai condotti a quest’ora… concedici la pace che riempie i cuori”.
Forte la preghiera Tawadros II, Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, che fa riecheggiare qui a Bari il dolore e la testimonianza di fede che hanno dato i copti ortodossi di Egitto, vittime di numerosi attentati terroristici. “Ti ringraziamo – dice – perché tu ci hai protetti, ci ha aiutati, ci hai preservati, ci hai accolti, ci hai risparmiati, ci hai sostenuti e ci hai condotti a quest’ora… concedici la pace che riempie i cuori”.
E Mar Gewargis III, catholicos-patriarca della Chiesa assira dell’Oriente, aggiunge: “Ti preghiamo, dunque, di elargire abbondantemente tranquillità, pace e riconciliazione in un mondo agitato e afflitto. Illumina i cuori dei capi delle nazioni perché collaborino a far avvicinare sempre più i popoli tra loro per il bene di tutta l’umanità e a preservare la nobile immagine dell’uomo che le tue mani hanno plasmato”.
“Per il Medio Oriente e per tutti i paesi e le comunità che soffrono a causa di conflitti e di violenza, per i cristiani del Medio Oriente e per l’intera famiglia umana”: sono queste le tre intercessioni elevate durante la preghiera “Cristiani insieme per il Medio Oriente” .
“Per il Medio Oriente e per tutti i paesi e le comunità che soffrono a causa di conflitti e di violenza – è stata la preghiera in lingua italiana letta da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio – affinché un nuovo spirito di solidarietà e di riconciliazione sorga in tutti i settori della società e conduca alla pace e all’armonia senza discriminazione e ingiustizia”.
Alla preghiera in italiano è seguita quella in arabo: “Per i cristiani del Medio Oriente perché formino comunità vive e forti i cui membri siano consapevoli del loro contributo alle società a cui appartengono e alla Chiesa intera”.
Terza e ultima intercessione, quella in inglese, in cui i presenti hanno pregato “per l’intera famiglia umana con tutte le sue necessità: per i poveri, gli ammalati, i giovani e gli anziani, gli emigrati e i rifugiati, per coloro che sono perseguitati a causa delle loro idee e delle loro convinzioni, affinché Dio illumini coloro che governano il destino delle nazioni e la comunità internazionale con pensieri di pace e di giustizia”.
La preghiera è stata scandita da letture bibliche e canti anche in arabo e in assiro eseguiti da solisti e accompagnati da un'orchestra di 20 elementi e un coro di 200 cantori diretti da don Maurizio Lieggi. Il Vangelo delle beatitudini ha suggellato la preghiera, conclusasi con l'abbraccio di pace tra il Papa e i patriarchi.
Dopo la lettura della preghiera per la pace da parte di Mar Gewargis III, Catholicos-Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente, è stato recitato il Padre Nostro cui è seguito un momento di silenzio alla fine del quale alcuni giovani hanno consegnato ai Capi delle Chiese una lampada accesa “come simbolo della volontà di diventare portatori della luce della pace nel mondo”.
Papa Francesco con i Patriarchi, a questo punto, si sono incamminati verso il centro del palco posandole sopra un piedistallo. Il segno della pace ha suggellato la preghiera.
“La vostra presenza dona lustro alla nostra città che conferma la sua vocazione a essere terra non di frontiera ma di cerniera, città che unisce e non divide i popoli, fedi e culture, luogo di mediazione tra Oriente e Occidente. Una vocazione alimentata dalla presenza delle reliquie di san Nicola, il santo dalla pelle scura”. È quanto si legge in un messaggio di saluto che Antonio Decaro, sindaco di Bari, ha inviato a Papa Francesco e ai Patriarchi delle Chiese d’Oriente, giunti nel capoluogo pugliese per l’incontro ecumenico di preghiera per la pace. “San Nicola – si legge nel messaggio – è simbolo stesso del ponte culturale che unisce Oriente e Occidente, Nord e Sud, e nei secoli ha ispirato la nostra città che si è sempre distinta per lo spirito di accoglienza e per l’apertura all’altro, confermandone la propensione a essere luogo di eccellenza per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Non si può immaginare di costruire un futuro di speranza senza costruire quotidianamente un solido cammino di pace e di dialogo”.
Dal Comune di Bari e dalla Città metropolitana è giunto in dono ai Patriarchi un cofanetto contenente un dvd con un concerto-meditazione sulla figura di san Nicola, una terracotta raffigurante il santo, un ramoscello di ulivo e una bottiglietta con olio di oliva.
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