Cosa diremmo a parti invertite se la bambina non fosse rom?
Una bimba rom di tredici mesi viene colpita alla schiena, probabilmente da un piombino sparato da un’arma ad aria compressa, mentre è in braccio alla madre sulla Palmiro Togliatti, Roma. È ricoverata al Bambin Gesù in condizioni molto gravi. Una delle ipotesi - da verificare - è che qualcuno abbia sparato per odio razziale, o etnico, se suona meglio. Non è difficile immaginare di che staremmo parlando se la bimba ferita non fosse rom, e se invece fosse rom la comunità sospettata del ferimento.
Notizie simili, e per fortuna non così spaventose, sono sempre più frequenti, ormai perdute dentro il turbine d’informazione e nella foschia della routine. Immigrati, che tornano dai campi, fatti bersaglio sulle strade della Calabria, immigrati fatti bersaglio con pistole soft air a Forlì, a Latina, a Caserta - Nord, Centro, Sud. Immigrati insultati in spiaggia, sugli autobus, incendi dolosi nei centri d’accoglienza. Tempo fa, prima dell’assuefazione, il nostro sbalordimento avrebbe occupato pagine e dibattiti, pure del dopocena.
Oggi si marcia spediti: secondo l’ultimissimo rapporto di Vox - osservatorio sui diritti che batte a tappeto internet - sui social i messaggi d’intolleranza e razzismo vivono una stagione prospera, decorata di xenofobia, islamofobia, antisemitismo, cui si applica un italiano su tre. È un trionfo di ostilità cresciuto nel 2017 rispetto al 2016, e nel 2018 rispetto al 2017, e specialmente dopo le elezioni di marzo, che devono essere state interpretate come un via libera. Con questo non si vuole accusare nessun leader politico di razzismo: sono imputazioni terribili, e non vanno rivolte con leggerezza. Ma è senz’altro vero che un’ampia e sconsiderata libertà di linguaggio caratterizza il discorso pubblico, e fornisce ai peggiori l’incoraggiamento e l’alibi.
(fonte: di Mattia Feltri in “La Stampa” del 20 luglio 2018)
Se il ferimento di una bimba rom è solo un “giallo”
A fare luce sulla dinamica dell’accaduto saranno i Carabinieri che indagano. Quel che i genitori denunciano è che Cirasela, la loro bambina di 15 mesi, è stata ferita alla schiena da un colpo di quelli che si sparano con i fucili ad aria compressa mentre camminavano in strada martedì scorso. Ora si trova ricoverata in prognosi riservata presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma. Non sarebbe il primo episodio, ne abbiamo registrati diversi negli ultimi mesi.
Una seconda cosa che sappiamo è che la bimba potrebbe rimanere paralizzata e che il danno prodotto dalla ferita è comunque grave.
La terza cosa che sappiamo, pur non avendo certezze assolute sull’accaduto, è che se a Roma una famiglia italiana entrasse in ospedale dicendo “mia figlia è stata ferita da un proiettile di gomma sparato probabilmente da un’auto in corsa”, si scatenerebbe un pandemonio. Oggi invece i commenti sull’episodio parlano di “fare chiarezza”, mentre i titoli dei giornali parlano di “giallo” o riportano la notizia in maniera neutra “bimba rom ferita”. La cosa è singolare proprio perché negli ultimi mesi altre volte è capitato che persone immigrate venissero ferite in questo modo. L’ultima è solo della settimana scorsa.
Provate a immaginare il contrario (l’ipotesi denunciata dai genitori di una bimba italiana ferita da un proiettile partito da un auto guidata da immigrati) e a quali sarebbero i titoli dei giornali e i commenti delle istituzioni. Non avrebbero probabilmente questo tono britannico.
Se sarà confermata la matrice discriminatoria dell’aggressione, si tratterà di uno dei fatti di razzismo tra i più gravi e drammatici a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
E se non fosse così? Se si trattasse di un episodio di piccola criminalità?
Anche in quel caso si tratterebbe di una vicenda di gravità inaudita che ci ricorda, fra l’altro, come legittimare l’uso delle armi e incentivarne il possesso in casa per difendersi meglio sia sbagliato. Se infatti diventasse facile e ordinario sparare contro qualcuno per qualsiasi cittadino, chi delinque avrebbe più possibilità di procurarsi armi e troverebbe ancora più normale usare violenza e sparare. Anche contro una bimba di 15 mesi.
In qualsiasi caso, dunque, questa vicenda segnala un problema gigantesco.
Pubblichiamo dunque di seguito gli stralci di un comunicato diffuso da alcune associazioni di Rom che denunciano, giustamente, la gravità di quanto successo, esprimendo la nostra vicinanza a Cirasela e alla sua famiglia, sperando che le sue condizioni di salute migliorino presto.
Le associazioni della comunità Rom hanno scritto un appello al Presidente Mattarella di cui riportiamo stralci qui sotto.
“Martedì 17, a Roma, intorno alle 18 un gruppo di rom stava tornando dal parco giochi di via Palmiro Togliatti quando contro di loro è stato esploso un colpo con una pistola ad aria compressa. Il colpo ha ferito alla schiena Cirasela, una bimba di 15 mesi, che era in braccio alla mamma e ora è all’ospedale: il proiettile ha leso la piccola colonna vertebrale della bimba che ora rischia di rimanere paralizzata.
Perché?
Perché a un essere innocente deve essere distrutta la vita? Perché una famiglia, povera e indifesa, deve precipitare nella disperazione colpita nel suo bene più prezioso e unico, i figli? Perché può esistere qualcuno di così vigliacco da sparare a gente inerme che cammina per strada per far loro del male?
Noi sappiamo perché.
Noi sappiamo che dieci anni di campagne di discriminazione e odio contro chi non ha altra colpa che essere diverso hanno coltivato rancore e rabbia in chi ha bisogno di trovare un colpevole al proprio disagio, all’insicurezza del presente, all’incertezza del futuro.
(…)
Noi sappiamo che quest’onda nera sommerge il senso stesso di umanità che ci dovrebbe distinguere e che solo recuperando questo senso d’umanità non ci saranno più madri e bimbi abbandonati a morire in mare, immigrati e “zingari” presi di mira dai vigliacchi in un ormai lungo elenco di violenze piccole e grandi che fanno vivere nella paura intere comunità.
(…)
Ci rivolgiamo invece a chi rappresenta tutto il popolo italiano, al Presidente della Repubblica italiana, perché con le sue parole rischiari la coscienza collettiva restituendole quel senso di umanità che sembra smarrito e garantisca che l’azione del governo sia coerente con quei principi che la carta dei diritti universali e la nostra costituzione hanno sancito dopo che l’umanità è uscita dalla più grande tragedia provocata dall’odio verso l’altro perché diverso per religione, razza o opinione politica.”
Alleanza Romanì, Accademia d’arte romanì, Associazine nazionale Them Romanò onlus, FederArteRom, Associazione Upre Roma, Associazione Amici di Zefferino, Associazione Romani Kriss, Associazione Sinti italiani di Prato, Associazione Nevo Drom, Associazione Rom in Progress, Associazione New Romalen, Associazione Futurom, Associazione Romni onlus, Associazione Rowni, Associazione Rom e Romnia Europa, Associazione Sucar Drom, Associazione cittadinanza e minoranze