4 marzo 2015
Dopo la pausa della settimana scorsa, durante la quale era impegnato negli Esercizi spirituali di Quaresima ad Ariccia, papa Francesco ha ripreso le udienze generali del mercoledì.
Alle 9.30 era già in piazza, e a metà percorso ha fatto fermare la “papamobile” per salutare un gruppo di fedeli che lo chiamavano a gran voce. Tra di loro, una vecchina con i cappelli bianchi e il fazzoletto nero in testa, all’uso contadino. Il Papa l’ha accarezzata e ha parlato con lei, visibilmente commossa.
Circa dodicimila i fedeli presenti oggi in piazza san Pietro per l’appuntamento del mercoledì, baciato dal sole e da un cielo terso. Papa Francesco, come di consueto, ha baciato e accarezzato bambini, ad alcuni di lor ha rimesso con tenerezza il cappuccio o il berretto, premurosamente.
Anche oggi non è mancato il gesto dello “scambio dello zucchetto” con i fedeli.
La coreografia della piazza poteva contare su diversi palloncini colorati, verde, viola, rosa azzurro e sulle bandiere bianche e azzurre del Paese di Bergoglio. “Viva Argentina”, si sentiva a tratti gridare dalla folla, e tra i vari cartelloni ne spiccava uno con la scritta "Papa abbracciami!"
La Famiglia - 6. I Nonni (I)
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
La catechesi di oggi e quella di mercoledì prossimo sono dedicate agli anziani, che, nell’ambito della famiglia, sono i nonni, gli zii. Oggi riflettiamo sulla problematica condizione attuale degli anziani, e la prossima volta, cioè il prossimo mercoledì, più in positivo, sulla vocazione contenuta in questa età della vita.
Grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la società non si è “allargata” alla vita! Il numero degli anziani si è moltiplicato, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fare posto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e la loro dignità. Finché siamo giovani, siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come se fosse una malattia da tenere lontana; quando poi diventiamo anziani, specialmente se siamo poveri, se siamo malati soli, sperimentiamo le lacune di una società programmata sull’efficienza, che conseguentemente ignora gli anziani. E gli anziani sono una ricchezza, non si possono ignorare.
Benedetto XVI, visitando una casa per anziani, usò parole chiare e profetiche, diceva così: «La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune». E’ vero, l’attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà. In una civiltà c’è attenzione all’anziano? C’è posto per l’anziano? Questa civiltà andrà avanti se saprà rispettare la saggezza, la sapienza degli anziani. In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte.
... Fragili siamo un po’ tutti, i vecchi. Alcuni, però, sono particolarmente deboli, molti sono soli, e segnati dalla malattia. Alcuni dipendono da cure indispensabili e dall’attenzione degli altri. Faremo per questo un passo indietro?, li abbandoneremo al loro destino? Una società senza prossimità, dove la gratuità e l’affetto senza contropartita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perversa. La Chiesa, fedele alla Parola di Dio, non può tollerare queste degenerazioni. Una comunità cristiana in cui prossimità e gratuità non fossero più considerate indispensabili, perderebbe con esse la sua anima. Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani.
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Saluti:
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. ...
Cari amici, il nostro tempo, segnato da tante ombre, sia sempre illuminato dal sole della speranza, che è Cristo. Egli ha promesso di restare sempre con noi e in molti modi manifesta la sua presenza. A noi il compito di annunciare e testimoniare il suo amore che ci accompagna in ogni situazione. Non stancatevi, pertanto, di affidarvi a Cristo e di diffondere il suo Vangelo in ogni ambiente.
Saluto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Cari giovani, il cammino quaresimale che stiamo percorrendo sia occasione di autentica conversione perché possiate giungere alla maturità della fede in Cristo. Cari ammalati, partecipando con amore alla stessa sofferenza del Figlio di Dio incarnato, possiate condividere fin d’ora la gioia della sua risurrezione. E voi, cari sposi novelli, trovate nell’alleanza che, a prezzo del suo sangue, Cristo ha stretto con la sua Chiesa, la base del vostro patto coniugale.
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