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sabato 20 settembre 2025

«León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI» Libro autobiografico + intervista a Leone XIV - Uscire dalle polarizzazioni, costruire ponti

Pubblicato il volume «León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI» con l’intervista concessa dal Pontefice alla giornalista Elise Ann Allen di «Crux»

Uscire dalle polarizzazioni, costruire ponti


L’invito a uscire dalle polarizzazioni e a costruire ponti nella Chiesa e nel mondo: è il cuore dell’intervista concessa da Leone XIV alla giornalista di «Crux» Elise Ann Allen, pubblicata a corredo del volume biografico León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI in uscita il 18/09/2025, in spagnolo, per Penguin Perú.

Argomento della prima domanda è la situazione a Gaza: Papa Prevost evidenzia «le sofferenze della popolazione», esprimendo preoccupazione per le condizioni in cui versano tante persone, specialmente i bambini, che soffrono la «vera e propria fame». In futuro «avranno bisogno di molta assistenza medica, oltre che di aiuti umanitari», sottolinea, sperando che non si diventi «insensibili» di fronte a ciò che accade nella Striscia.

Tra gli altri argomenti affrontati dal Pontefice emergono la politica sulla Cina, il ruolo delle donne, l’accoglienza alle persone Lgbt+, gli abusi, la situazione finanziaria della Santa Sede, l’Intelligenza artificiale e le fake news. Spazio infine alla questione migratoria e al legame con i fratelli maggiori, Louis e John.

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Come Papa, ruolo con cui sta cercando di «costruire ponti» e «non alimentare ulteriormente le polarizzazioni» presenti nel mondo e nella Chiesa, denuncia la situazione «terribile» a Gaza, dinanzi alla quale «non possiamo diventare insensibili», e afferma che la Santa Sede «non ritiene» al momento che «si possa rilasciare alcuna dichiarazione» sulla definizione di genocidio. Assicura poi di non volersi immischiare nella politica del suo Paese natale, gli Stati Uniti d’America (Usa), ma di «non avere paura» di sollevare questioni anche con il presidente Trump su tematiche urgenti. Sulla Cina annuncia che proseguirà la politica della Santa Sede e dei predecessori e, sulla linea di Francesco, auspica di continuare con la nomina di donne in ruoli di leadership, pur ribadendo di non avere intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’ordinazione femminile. Stesso discorso per le persone Lgbtq+: accoglienza a «todos, todos, todos» ma «l’insegnamento della Chiesa continuerà così com’è». Gli abusi li indica come una vera e propria crisi; chiede massima vicinanza alle vittime, ma ricorda che talvolta si sono registrate false accuse. Sull’altra «crisi», quella finanziaria, chiede di non «piagnucolare» e di continuare, piuttosto, a elaborare piani: «Ma non ci perdo il sonno».

Domande e risposte sui temi di urgente attualità per la Chiesa e il mondo si ritrovano tutti nella intervista – la prima concessa – di Leone XIV a Elise Ann Allen, giornalista di «Crux». Il 14 settembre, giorno del compleanno di Robert Francis Prevost, erano stati anticipati alcuni estratti del colloquio, pubblicato a corredo del volume biografico León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI in uscita oggi, 18 settembre, in spagnolo per Penguin Perú.

Il dramma di Gaza

Tra le prime domande al Papa c’è quella sulla situazione a Gaza. «Anche se c’è stata una certa pressione» su Israele da parte degli Usa e nonostante alcune dichiarazioni del presidente Trump, «non c’è stata una risposta chiara» per «alleviare le sofferenze della popolazione», evidenzia Leone XIV. «Questo è molto preoccupante», viste le condizioni in cui versano tante persone, specialmente i bambini, che soffrono la «vera e propria fame». In futuro «avranno bisogno di molta assistenza medica, oltre che di aiuti umanitari». Il Papa spera che non si diventi «insensibili» di fronte a ciò che accade nella Striscia: «È terribile vedere quelle immagini in televisione... non si può sopportare tanto dolore».

La parola «genocidio»

Quanto all’uso della parola genocidio che «viene utilizzata sempre di più» riguardo al dramma di Gaza, il Papa sottolinea che «ufficialmente, la Santa Sede non ritiene che al momento si possa rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo». «Esiste una definizione molto tecnica di ciò che potrebbe essere un genocidio. Ma sempre più persone stanno sollevando la questione, tra cui due gruppi per i diritti umani in Israele che hanno rilasciato questa dichiarazione».

I rapporti con la Cina

Ancora nel campo della geopolitica, Leone XIV guarda all’altro attore globale che è la Cina. Assicura di continuare «la politica che la Santa Sede ha seguito per alcuni anni», senza pretendere di «essere più saggio o più esperto» dei predecessori. Già da tempo è «in costante dialogo con diverse persone cinesi» e sta cercando di «ottenere una comprensione più chiara di come la Chiesa possa continuare la sua missione, rispettando sia la cultura» sia «i problemi politici», come anche il «significativo» gruppo di cattolici che «per molti anni, hanno vissuto una sorta di oppressione o difficoltà nel vivere liberamente la loro fede senza schierarsi». «È una situazione molto difficile», ammette il vescovo di Roma.

La politica Usa

In generale, non crede il primo Papa degli Stati Uniti che la sua provenienza possa fare più di tanto la differenza nelle dinamiche globali. Spera però che faccia la differenza nel rapporto con l’episcopato Usa, dove si sono registrati attriti con il precedente pontificato: «Il fatto che io sia americano significa, tra le altre cose, che la gente non può dire, come hanno fatto con Francesco, “lui non capisce gli Stati Uniti, semplicemente non vede cosa sta succedendo”». Leone XIV lo chiarisce bene: «Non ho alcuna intenzione di immischiarmi nella politica di parte». E sul rapporto con Trump afferma «che sarebbe molto più appropriato che la leadership della Chiesa negli Stati Uniti si impegnasse con lui». Certo è che se ci fossero argomenti specifici «non avrei alcun problema a farlo». Tra questi, la dignità umana e i migranti; tema, quest’ultimo, che desta preoccupazione nel Pontefice. A tal proposito richiama la Lettera inviata da Papa Francesco a tutti i vescovi degli Stati Uniti nella quale chiedeva di accogliere quanti arrivavano nel Paese in cerca di una vita migliore. Un gesto “significativo”, secondo Leone XIV, che si dice «molto contento di vedere come i vescovi americani abbiano recepito questa idea. Gli Stati Uniti — aggiunge — sono un attore potente a livello mondiale, dobbiamo riconoscerlo, e a volte le decisioni vengono prese più in base all'economia che alla dignità umana». Il Papa ricorda anche le recenti dichiarazioni di Trump che ha detto di non avere intenzione di incontrarlo, mentre, aggiungeva il capo di Stato, «suo fratello è un bravo ragazzo». Un riferimento al fratello maggiore Louis, ricevuto nello Studio Ovale pochi giorni dopo il Conclave. «Uno dei miei fratelli lo ha incontrato ed è stato molto aperto sulle sue opinioni politiche», conferma Leone XIV. Di Louis parla pure in un altro passaggio dell’intervista, quando, descrivendo il rapporto coi familiari (oltre al primo, anche il secondo fratello John), chiosa: «Siamo ancora molto vicini, anche se uno è politicamente molto lontano».

La crisi degli abusi nella Chiesa

Ampio spazio nel colloquio è dedicato alla «crisi» degli abusi sessuali nella Chiesa. Una crisi non ancora risolta, sottolinea subito il Pontefice, chiedendo «grande rispetto» per le vittime, molte delle quali portano la ferita dell’abuso per tutta la vita. Leone XIV cita le statistiche che mostrano che «oltre il 90% delle persone che si fanno avanti e muovono accuse sono autentiche vittime». Non inventano, cioè, nulla. Ci sono però «casi comprovati di qualche falsa accusa» e ad alcuni sacerdoti «è stata distrutta la vita». L’accusa «non annulla la presunzione di innocenza», rimarca il Papa. Quindi, anche i sacerdoti devono essere protetti, o l’accusato deve essere protetto, i suoi diritti devono essere rispettati. Ma anche dirlo a volte è causa di maggiore sofferenza per le vittime».

In ogni caso, spiega, «la questione degli abusi sessuali non può diventare il fulcro della Chiesa»: «La stragrande maggioranza delle persone impegnate nella Chiesa, sacerdoti, vescovi e religiosi, non ha mai abusato di nessuno. Quindi, non possiamo far sì che l’intera Chiesa si concentri esclusivamente su questo tema».

L’accoglienza alle persone Lgbtq+

Non manca inoltre un cenno ai temi delle persone Lgbtq+ e delle donne. Sulla prima questione il Papa spiega di non voler promuovere polarizzazioni nella Chiesa. Parla di Fiducia supplicans, sottolineando che sostanzialmente il messaggio di quel documento è «certo, possiamo benedire tutti, ma non dovremmo cercare un modo per ritualizzare una qualche benedizione».

Sicuramente Leone XIV abbraccia il messaggio di Francesco per un’accoglienza a «todos, todos, todos»: «Tutti sono invitati», ma non per una «specifica identità» bensì perché tutti figli di Dio. Ciò non implica, tuttavia, un cambiamento della Dottrina: «Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che la Dottrina della Chiesa (cambi) in termini di ciò che la Chiesa insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio», afferma. E cioè «di una famiglia composta da un uomo e una donna, benedetti nel sacramento del matrimonio».

Il ruolo delle donne

Non cambierà neppure il magistero sull’ordinazione femminile. Il Papa dice di «continuare sulle orme di Francesco nominando donne in alcuni ruoli di leadership a diversi livelli nella vita della Chiesa». La questione «controversa» è quella delle cosiddette diaconesse: «Per il momento non ho intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’argomento».

La situazione economica della Santa Sede

Più “aperta” la posizione sulla situazione finanziaria della Santa Sede. L’approccio del Papa è pragmatico: «Sto iniziando ad avere le idee chiare», assicura. Elenca infatti una serie di questioni dettagliate: il risultato positivo di oltre 60 milioni di euro registrato nel Bilancio 2024 dell’APSA; il Fondo pensioni «che deve essere esaminato» («Un problema universale»); la crisi del Covid che ha intaccato i Musei Vaticani, «una delle fonti di reddito più significative per il Vaticano».

«Dobbiamo evitare il tipo di scelte sbagliate che sono state fatte negli ultimi anni», afferma tuttavia il Papa, menzionando il caso del palazzo di Londra, al centro di un processo giudiziario, che ha attirato «grande pubblicità»: «Quanti milioni sono andati persi a causa di ciò!».

Il Pontefice parla poi di «passi significativi» fatti durante il pontificato di Francesco per controlli ed equilibri. Attenzione però a «rilassarci e dire che la crisi è finita». «Penso che dobbiamo continuare a lavorarci, ma non ci perdo il sonno e penso che sia importante comunicare un messaggio diverso».

Riforme in Curia

In tema di riforme, Leone XIV preannuncia «decisioni» nella Curia romana come quella di «smantellare o trasformare il modo isolato in cui opera ogni Dicastero». Una sorta di «mentalità a compartimenti stagni» per cui, talvolta, sono mancati dialogo e comunicazione. E questo è stato a volte di «grande limitazione e danno per il governo della Chiesa».

La Messa in latino

Il Pontefice si addentra anche nella questione della Messa tridentina. Più che una questione, «un problema», perché alcuni hanno usato la liturgia come «strumento politico». Una cosa «molto spiacevole». Presto, dice, si presenterà l’opportunità di «sedersi a un tavolo con un gruppo di persone che sostengono il rito tridentino» e magari il problema potrà essere risolto «con la sinodalità».

Fake news e Intelligenza artificiale

Fuori dal circuito ecclesiale, il Papa affronta il tema delle fake news che sono «distruttive» e si sofferma sull’Intelligenza Artificiale, sulla quale investono «le persone estremamente ricche» ignorando totalmente «il valore degli esseri umani».

«La Chiesa deve intervenire», perché è serio il rischio che «il mondo digitale vada per la sua strada» e tutti diventiamo «pedine». A tal proposito racconta l’aneddoto di una persona che aveva chiesto l’autorizzazione di creare un Papa «artificiale» in modo da permettere a chiunque di avere un’udienza personale. «Io ho detto: “Non lo autorizzerò”. Se c’è qualcuno che non dovrebbe essere rappresentato da un avatar, direi che il Papa è in cima alla lista».
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Salvatore Cernuzio 18/09/2025)