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giovedì 25 settembre 2025

All’udienza generale l’annuncio di Leone XIV per sabato 11 ottobre Un Rosario per la pace - La catechesi - I saluti - La cronaca

All’udienza generale l’annuncio di Leone XIV per sabato 11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio

Un Rosario per la pace

L’appuntamento di preghiera alle 18 in piazza San Pietro nel contesto del Giubileo della spiritualità mariana



Un rosario per la pace ogni giorno di ottobre, mese tradizionalmente dedicato a questa preghiera mariana: lo ha chiesto stamane Leone XIV, dando appuntamento in particolare alla «sera di sabato 11 ottobre, alle ore 18, qui in piazza San Pietro». Lo ha fatto al termine dell’udienza generale, collocando significativamente l’iniziativa «nella veglia del Giubileo della spiritualità mariana» e «ricordando anche l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II» da parte di san Giovanni XXIII nel 1962, proprio nel giorno in cui ricorrerà la memoria liturgica del Pontefice bergamasco che volle e inaugurò la storica assise.

A ispirare la decisione di Papa Prevost l’attuale scenario internazionale, segnato da crisi e conflitti, che ha definito con termini forti salutando i fedeli presenti all’incontro settimanale del mercoledì, quando li ha esortati a farsi «portatori dell’amore di Gesù che illumina e rialza l’umanità», «in questo nostro tempo, tra le macerie dell’odio che uccide».

L’udienza odierna era iniziata con un piccolo fuori programma: Leone XIV è infatti passato a dare il benvenuto alle persone malate e disabili che erano state accolte nell’Aula Paolo VI a causa del maltempo. Quindi proseguendo in piazza il ciclo di catechesi giubilari inaugurate dal predecessore Francesco sul tema «Cristo nostra speranza», il Papa si è soffermato di nuovo, come la settimana precedente, «sul mistero del Sabato Santo», approfondendo in particolare la discesa di Gesù «nel regno degli inferi per portare l’annuncio della Risurrezione a tutti coloro che erano nelle tenebre e nell’ombra della morte». Attualizzando la riflessione, il vescovo di Roma ha spiegato che ciò «non riguarda solo il passato, ma tocca la vita di ciascuno di noi. Gli inferi non sono solo la condizione di chi è morto, ma anche di chi vive la morte a causa del male e del peccato». E soprattutto «è anche l’inferno quotidiano della solitudine, della vergogna, dell’abbandono, della fatica di vivere. Cristo entra in tutte queste realtà oscure per testimoniarci l’amore del Padre. Non per giudicare, ma per liberare. Non per colpevolizzare, ma per salvare... senza clamore, in punta di piedi, come chi entra in una stanza d’ospedale per offrire conforto e aiuto».
(fonte: L'Osservatore Romano 24/09/2025)

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