Al Giubileo degli operatori di giustizia il monito di Leone XIV
«Fame e sete di giustizia»

Per tanti Paesi e popoli «le condizioni di vita sono talmente inique e disumane da risultare inaccettabili»
«Tanti Paesi e popoli hanno “fame e sete di giustizia”, perché le loro condizioni di vita sono talmente inique e disumane da risultare inaccettabili». Prende spunto dall’«attuale panorama internazionale» l’odierno monito di Leone XIV. Le sue parole riecheggiano in piazza San Pietro in occasione del Giubileo degli operatori di giustizia, cui partecipano ventimila pellegrini da un centinaio di Paesi del mondo. Sono perlopiù “addetti ai lavori” — avvocati, giudici, pubblici ministeri, magistrati, operatori del diritto e personale amministrativo — accompagnati dai loro familiari. Dopo aver ascoltato il saluto introduttivo dell’arcivescovo Fisichella, organizzatore dell’Anno Santo, e una lectio del vescovo Arrieta, segretario del Dicastero per i Testi legislativi, applaudono tutti con convinzione il lungo e articolato discorso del Papa.
Soffermandosi su «un aspetto della giustizia che spesso non è sufficientemente focalizzato», il Pontefice cita a più riprese sant’Agostino, attualizzandone le sentenze, come quando afferma che «lo Stato, in cui non si ha la giustizia, non è uno Stato». Da qui l’esortazione a «esprimere sempre al meglio l’esercizio della giustizia a servizio del popolo».
(fonte: L'Osservatore Romano 20/09/2025)
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