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domenica 21 settembre 2025

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 46 - 2024/2025 - XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


 XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno C

Vangelo:

«Nessuno può servire due padroni». Dopo aver svelato il cuore del Padre a quanti pensano di essere giusti e mormorano contro di Lui (Lc 15,2), Gesù si rivolge ai discepoli evangelizzandoli sull'uso corretto dei beni. La parabola narrata non è rivelatrice di una nuova dottrina, ma rimanda al cuore stesso della fede ebraica che i discepoli conoscono bene: lo Shemà Israel (Dt 6,4). Non c'è che un solo Dio e i beni - dono suo - vanno gestiti per ciò che sono: un dono da condividere con tutti i fratelli. La tentazione, però, di tenere il piede in due scarpe è sempre presente e forte, per questa ragione Gesù ricorda che Dio è l'unico Signore, mentre i beni non possono e non devono essere assolutizzati. Quando ciò avviene cadiamo nell'idolatria, ci vendiamo, anima e corpo, all'«abominio della desolazione» (Mt 25,15), l'idolo mortale che soppianta il Signore della vita. La nostra fede si gioca nella fedeltà al Padre per il dono ricevuto, la creazione tutta è consegnata nelle nostre mani, ma nulla di quanto possediamo ci appartiene, perché siamo solo i custodi del creato non i padroni (cfr. Gen 2,15). Siamo solo amministratori insipienti che ci siamo impadroniti di ciò che non ci appartiene: «Cosa mai possediamo che non abbiamo ricevuto?» (1Cor 4,7). Per questo Gesù ci esorta a passare dall'economia del possesso esclusivo dei beni all'economia della condivisione, dall'economia dell'accumulo a quella del dono per diventare come il Padre. Il nostro futuro si decide proprio sull'uso corretto che facciamo dei beni che sono sempre un mezzo mai un fine. «Ogni altro amore assoluto che non sia il Signore è infedeltà, adulterio, prostituzione, idolatria, asservimento a quel "mammona di ingiustizia" che estende la sua signoria su di noi rendendoci simili a sè» (cit.)