PERICOLO ESTINZIONE
E NOSTRA INDIFFERENZA
di Dacia Maraini
Siamo appena entrati nell’anno nuovo, ma il nostro camminare è prudente e sospettoso.
Non ci sentiamo tranquilli nel guardare verso il futuro. Dove stiamo andando e come? Cosa ci aspetta una volta che abbiamo cambiato l’ecosistema, abbiamo sciolto i ghiacciai ,abbiamo inquinato le acque e cancellato milioni di specie?
Eppure oggi qui a Pescasseroli c’è il sole, le montagne innevate sono cristalli luminosi contro un cielo privo di nuvole. Chi ha una visione limitata ed egocentrica del suo stare al mondo potrebbe ritenere che sia tutto dovuto e per l’eternità. Nondimeno c’è qualcosa di inquietante: come mai la neve, caduta copiosa in anticipo, si è sciolta subito dopo? Come mai la temperatura è salita a 20 gradi, cosa mai accaduta nella storia invernale di questo bellissimo paese che si trova a 1200 metri? Ho letto che in Alaska i ghiacci si stanno smembrando rapidamente mentre in California è caduta la neve. È chiaro che la Terra ci sta parlando e ci dice che dobbiamo cambiare, e anche rapidamente, altrimenti si va verso la catastrofe. «Ricorda che ci sono stati già cinque estinzioni nella storia del pianeta», spiega il mio amico Sebastian. «Questa si annuncia come la sesta. La terra continuerà a esistere finché esiste il sole, ma gli uomini potrebbero scomparire, e sai perché? Perché, come Paperon dei Paperoni ci siamo tuffati nella vasca piena d’oro della tecnologia pensando che da lì verrà il nostro benessere futuro, senza renderci conto che l’oro da solo, non porta vita e salute».
Tanto per fare un esempio il potere tecnologico di cui tanto ci vantiamo, non è servito a fermare un piccolissimo virus che sta facendo strage, non solo dal punto di vista sanitario, ma economico e perfino psicologico, portandoci ad una esasperazione che può confluire in una o più guerre letali.
Come non capire che dobbiamo puntare sulle energie e le qualità umane prima che su quelle tecnologiche? In che modo? Puntando sulla scuola vergognosamente dissacrata e abbandonata a se stessa, sulla cultura, sull’intelligenza creativa, sulla meritocrazia, sulla consapevolezza della propria fragilità . E soprattutto costruendo una visione collettiva responsabile nei riguardi del futuro. Capire il pericolo e affrontarlo con spirito solidale. Ce la facciamo?