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mercoledì 12 gennaio 2022

José María Castillo: Una religione bloccata nel passato, «un’offerta senza domanda»

José María Castillo
 
Una religione bloccata nel passato, 
«un’offerta senza domanda»


Scrivo il giorno dell’Epifania, quando le vacanze di Natale sono finite. Una festa religiosa che si è trasformata in vacanze utilizzate dalle persone per riposarsi, divertirsi, viaggiare, farsi regali, organizzare feste, ecc, ecc. E quello che dico del Natale, si può dire anche della Settimana Santa, delle feste patronali e di tante altre celebrazioni, iniziate nei templi e finite nelle discoteche, negli hotel, nelle agenzie di viaggio, ecc. ecc. Questo è il fatto. Ma cosa rappresenta questo fatto? È evidente che una notevole maggioranza della popolazione è sedotta più dal divertimento laico che dalla devozione sacra. Indubbiamente, la maggior parte delle persone è sedotta di più dal divertimento che dalla devozione. In altre parole, ogni anno che passa aumenta il numero di persone che preferiscono trascorrere qualche giorno di riposo, anche se questo presuppone quanto poco interessino la nascita di Gesù in una mangiatoia e la morte di Gesù come un criminale, impiccato e giustiziato in mezzo a malfattori.

Tutto questo significa che la Società si è allontanata dalla Religione? O piuttosto che la Religione, per il fatto di essere fedele alla sua tradizione e alla sua storia, è rimasta indietro in una Società che cambia rapidamente senza sapere dove sta andando? Se di fatto la Religione è rimasta bloccata nelle idee e nei costumi dei secoli passati, allo stesso modo la Società cambia e produce fenomeni (ogni anno) più strani, che non sappiamo (né possiamo sapere) dove ci porteranno: manifestazioni come il «cambiamento climatico», l’«economia manipolata» dagli interessi di pochi magnati che controllano tutti noi, la politica al servizio dell’egoismo di pochi, la violenza e l’odio di alcuni contro altri e così via.

Come la mettiamo? Dove ci fermeremo? Mi sembra che una Religione bloccata nel passato possa essere interessante per un libro di storia o forse per un museo. Ma una Società che avanza rapidamente, senza sapere dove sta andando, può ugualmente finire in disastri di cui non possiamo conoscere le conseguenze. Cosa fare in una situazione come questa, che forse non si era mai verificata? Una Religione bloccata nel passato sarà la cosa più ortodossa in questo mondo. Ma sarà anche una «offerta senza domanda» (Th. Pröpper).

Gesù ci ha lasciato il suo Vangelo perché organizzassimo funerali, novene ed eventi religiosi a cui ogni giorno partecipano sempre meno persone? Ma, se questa domanda non ha né capo né coda, il problema posto dalla Società in cui viviamo ha meno comprensione e risposta. Non mi riferisco solo alla pandemia, che tanto ci sconvolge e ci limita. Mi riferisco, soprattutto, al fatto che il «potere oppressivo» comanda ogni giorno di meno. Perché chi comanda è il «potere seduttivo». I raduni notturni sono più potenti dei politici con tutti i loro poliziotti. La pubblicità televisiva e di strada non si stanca mai di offrirci non proprio ciò che ci «educa», ma ciò che ci «seduce». È un dato di fatto che il cambiamento che stiamo vivendo è così forte e così profondo che il peggio non sta nell’aspetto biologico (la pandemia), ma in quello neuropsicologico, che si manifesta in non pochi disturbi mentali come la violenza, le depressioni, le reazioni violente, l’instabilità degli individui e delle famiglie, l’insicurezza nei rapporti con gli altri, ecc., ecc.

Come sarà il nostro futuro? Non è possibile saperlo. Ma una cosa è certa: solo la bontà può equilibrare i nostri rapporti sociali e religiosi in tutte le loro dimensioni. In modo che a partire da questo approccio si comprendano l’attualità, l’importanza e le conseguenze di una Religione aggiornata. Che così - e solo così - potrà essere il fattore determinante della Società e del futuro cui aneliamo. Certo, ogni cultura, ogni società, ogni famiglia e ogni individuo sono (o devono essere) completamente liberi di celebrare le feste religiose come preferiscono. Comunque sia (in ogni caso), ciò che conta e apporta qualcosa di positivo è che tali feste siano celebrate in modo tale da avvertire in esse la bontà in modo palpabile. La bontà che possa portarci la convivenza e la sicurezza che tutti desideriamo.

L'articolo è stato scritto dal teologo spagnolo José María Castillo per il portale di informazione Religión Digital (www.religiondigital.com). La traduzione è di Lorenzo Tommaselli.

(fonte: Adista 09/01/2022)