"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Vangelo:
Mc 8,27-35
Le condizioni per la sequela non sono una passeggiata e più chiaro di così Gesù non poteva parlare: «Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua!». Così dicendo Gesù ci costringe a mettere in discussione le nostre idee circa il Messia, a rinnegare le immagini di Dio che portiamo dentro, che abbiamo fabbricato con le nostre mani. Ci invita a lasciare questi idoli per accogliere Lui, il Crocifisso amante del Padre e dei fratelli, l'unica vera immagine dell'unico vero Dio. «la Chiesa deve imprimersi bene nel cuore che il suo Messia è il Crocifisso» (cit.). Per Pietro, per i discepoli di allora, e anche per noi oggi la scelta di Gesù è «scandalo e follia», perché è impensabile che l'Unto di Dio possa essere sconfitto e ucciso. Per questo Pietro tenta di dissuadere il suo Maestro anzi, di 'esorcizzarlo' (gr. epitimàn). Pietro è immagine di quanti non siamo ancora capaci di compiere l'esodo, il passaggio dai nostri idoli al Dio di Gesù. E' la perenne battaglia contro le tentazioni del potere che Gesù ha affrontato e vinto nel deserto e durante tutta la sua esistenza. E' l'eterna lotta contro il tentatore che ci portiamo dentro e che, con l'aiuto dello Spirito di Gesù, siamo chiamati a vincere se veramente vogliamo seguirlo. Camminare dietro Gesù vuol dire scegliere di dirigere i nostri passi sulla via da Lui tracciata, fino alla fine del cammino, fin sopra al Calvario, fin sopra la croce, che anche oggi è «scandalo e follia» (1Cor 1,23), senza avere la pretesa, come Pietro, di indicare la via al Maestro.