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martedì 7 maggio 2019

Papa Francesco: Viaggio in Bulgaria e Macedonia del nord 5-7 maggio 2019 / 4 Visita ad un campo profughi: "Oggi il mondo dei migranti e rifugiati è un po’ una croce, una croce dell’umanità" - Santa Messa con le Prime Comunioni: "La nostra carta di identità è questa: Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore." (Cronaca, foto, testi e video)


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN BULGARIA E MACEDONIA DEL NORD
5-7 MAGGIO 2019


Lunedì, 6 maggio 2019

SOFIA-RAKOVSKY

8:30 Visita in privato ad un campo profughi
9:30 Partenza in aereo per Rakovsky
11:15 Santa Messa con le Prime Comunioni nella Chiesa del Sacro Cuore di Rakovsky
13:00 Pranzo con i Vescovi della Bulgaria nel Convento delle Suore Francescane

VISITA PRIVATA
Campo-profughi di “Vrazhdebna” (Sofia)

Questa mattina, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto al Centro Profughi “Vrazhdebna” nella periferia di Sofia.
Al Suo arrivo, alle ore 8.25 (7.25 ora di Roma), il Papa è stato accolto dal Direttore del Centro e dal Direttore della Caritas all’ingresso principale della struttura. Quindi si è recato nel refettorio dove si trovavano riunite circa 50 persone tra genitori e bambini. I bambini presenti nel Centro provengono da Siria ed Iraq.
Dopo il breve saluto di una volontaria, il canto eseguito dai bambini e il dono dei disegni dei piccoli al Papa, il Santo Padre ha salutato le famiglie accolte nel Centro e rivolto loro queste parole:

Grazie tante per la vostra accoglienza. Grazie ai bambini, per il loro canto tanto bello. Loro portano gioia nel vostro cammino. Il vostro cammino è non sempre bello, e poi c’è il dolore di lasciare la patria e cercare di inserirsi in un'altra patria... C’è sempre la speranza… Oggi il mondo dei migranti e rifugiati è un po’ una croce, una croce dell’umanità, è la croce che tanta gente soffre… Io ringrazio voi, la vostra buona volontà, e auguro il meglio a voi e a vostri concittadini che avete lasciato nella vostra patria. Che Dio vi benedica e pregate per me.

Quindi ha impartito la sua benedizione e si è congedato, trasferendosi in auto all’Aeroporto Internazionale di Sofia per partire alla volta di Plovdiv.












Il centro, rimasto temporaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione, è stato riaperto due mesi fa. Vi viene attuato un progetto di Caritas Bulgaria per i bambini dal titolo "Giochiamo e impariamo". Attualmente ospita almeno 45 bambini. Anche tra gli operatori e volontari Caritas ci sono immigrati: il Papa, ad esempio, ha conversato, con una donna afghana che è in Bulgaria da cinque anni e la cui famiglia si trova negli Stati Uniti. Presente all'incontro anche una donna irachena con sette figli e il marito ammalato. Un altro rifugiato presente è un uomo privo di documenti, con la moglie e una figlia di due anni nata in Bulgaria. Il programma in atto al momento nel Centro coinvolge circa 20-25 famiglie. Il 42enne Taha Saber Ismael, padre di sei figli, curdo iracheno di Mosul, ha preparato una lettera in inglese per il Papa chiedendo aiuto per la sua famiglia che si trova in Bulgaria da tre anni. Varie le testimonianze lette in arabo. Presenti anche alcuni rifugiati anche dal Pakistan.

Papa Francesco, molto applaudito al suo arrivo, ha salutato tutti i presenti, uno per uno e ha impartito la benedizione. "Noi, volontari della Caritas, siamo molto lieti di accoglierla qui in Sofia, tra coloro di cui abbiamo cura, a nome della Chiesa Cattolica - ha detto Silsila Mahbub nella sua testimonianza -. Seguendo i Suoi appelli di essere vicini ai più vulnerabili, diamo una mano alle persone che hanno scelto la nostra Bulgaria, per un soggiorno che potrebbe essere temporaneo o permanente, alla ricerca di una vita migliore".

"Qui, in Bulgaria, abbiamo realizzato il programma Share the journey, promosso da Lei - ha proseguito -. In questo centro di accoglienza, con l'aiuto dei colleghi dell'Agenzia statale per i Profughi, assieme a Catholic Relief Services e all'Unicef, abbiamo dato vita a delle iniziative e delle attività che vogliono essere di aiuto alle persone che desiderano integrarsi nella società bulgara". "Noi, volontari - ha aggiunto -, li aiutiamo a capire il nostro ambiente culturale, gli presentiamo i nostri valori, facciamo delle gite, organizziamo delle lezioni per apprendere il bulgaro e l'inglese. Anche lo sport e la danza trovano posto nel nostro programma. Organizziamo degli atelier art, a cui i migranti partecipano con piacere, specialmente le donne e i bambini".

La volontaria ha riferito anche che "durante la crisi migratoria del 2015 abbiamo dato anche un contributo finanziario. Questo è un Centro con accesso libero, perciò i migranti possono uscire in città. Essi hanno la possibilità di visitare il nostro Centro di integrazione della Caritas, che si chiama Sant'Anna. Lì, abbiamo le stesse attività per poter avere accesso ai servizi sanitari o sociali e per trovare un lavoro". "Nei nostri incontri di volontari invitiamo a parteciparvi molte altre che hanno una grande voglia di diventare amici dei migranti - ha aggiunto -. Santo Padre, per noi tutti gli uomini e le donne sono dei figli di Dio, indipendentemente dalla loro razza o confessione religiosa. Noi cattolici vogliamo fare loro sperimentare, in modo concreto, l'amore di Dio. Tra i nostri collaboratori ci sono numerosi migranti di religione musulmana. Siamo persone di diverse confessioni e siamo orgogliosi di fare parte della grande famiglia della Caritas. Ci impegniamo a diffondere l'amore misericordioso di Dio ai fratelli".

Guarda il video


SANTA MESSA CON LE PRIME COMUNIONI
Chiesa del Sacro Cuore di Rakovsky

Dopo la visita al centro profughi "Vrazhdebna", il Papa ha celebrato la Messa con le Prime Comunioni a 245 bambini provenienti da tutte le parrocchie del Paese. 
La cerimonia è suggestiva. Nell’edificio si sono 245 bambini e bambine in tunica bianca con i loro familiari. Le bimbe hanno anche una coroncina di fiori bianchi. Tutti emozionatissimi. Fuori i fedeli sono oltre 10mila.












OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle, Christos vozkrese!

Sono felice di salutare i bambini e le bambine della Prima Comunione, come pure i loro genitori, parenti e amici. A tutti voi rivolgo il bel saluto augurale che si usa anche nel vostro Paese in questo tempo pasquale: «Christos vozkrese! Questo saluto è l’espressione della gioia di noi cristiani, discepoli di Gesù, perché Lui, che ha dato la vita per amore sulla croce per distruggere il peccato, è risorto e ci ha resi figli adottivi di Dio Padre. Siamo contenti perché Egli è vivo e presente tra noi oggi e sempre.

Voi, cari bambini e care bambine, siete venuti qui da ogni angolo di questa “Terra delle rose” per partecipare a una festa meravigliosa, che sono sicuro non dimenticherete mai: il vostro primo incontro con Gesù nel sacramento dell’Eucaristia. Qualcuno di voi potrebbe chiedermi: ma come possiamo incontrare Gesù, che è vissuto tanti anni fa e poi è morto ed è stato messo nella tomba? È vero: Gesù ha fatto un atto immenso di amore per salvare l’umanità di tutti i tempi. È rimasto nella tomba tre giorni, ma noi sappiamo – ce lo hanno assicurato gli Apostoli e molti altri testimoni che lo hanno visto – che Dio Padre suo e Padre e nostro, lo ha risuscitato. E ora Gesù è vivo, è qui con noi, perciò oggi lo possiamo incontrare nell’Eucaristia. Non lo vediamo con questi occhi, ma lo vediamo con gli occhi della fede.

Vi vedo qui vestiti con le tuniche bianche: questo è un segno importante e bello, perché siete vestiti a festa. La Prima Comunione è innanzi tutto una festa, in cui celebriamo Gesù che ha voluto rimanere sempre al nostro fianco e che non si separerà mai da noi. Festa che è stata possibile grazie ai nostri padri, ai nostri nonni, alle nostre famiglie, alle nostre comunità che ci hanno aiutato a crescere nella fede.

Per venire qui, a questa città di Rakovski, avete fatto una lunga strada. I vostri sacerdoti e catechisti, che hanno seguito il vostro percorso di catechesi, vi hanno accompagnato anche nella strada che vi porta oggi a incontrare Gesù e a riceverlo nel vostro cuore. Egli, come abbiamo ascoltato nel Vangelo (cfr Gv 6,1-15), un giorno ha moltiplicato miracolosamente cinque pani e due pesci, saziando la fame della folla che lo aveva seguito e ascoltato. Vi siete accorti di come è incominciato il miracolo? Dalle mani di un bambino che ha portato quello che aveva: cinque pani e due pesci (cfr Gv 6,9). Allo stesso modo in cui voi oggi aiutate il compiersi del miracolo di far ricordare a tutti noi grandi qui presenti il primo incontro che abbiamo avuto con Gesù nell’Eucaristia e poter ringraziare per quel giorno. Oggi ci permettete di essere nuovamente in festa e celebrare Gesù che è presente nel Pane della Vita. Perché ci sono miracoli che possono accadere solo se abbiamo un cuore come il vostro, capace di condividere, di sognare, di ringraziare, di avere fiducia e di onorare gli altri. Fare la Prima Comunione significa voler essere ogni giorno più uniti a Gesù, crescere nell’amicizia con Lui e desiderare che anche altri possano godere la gioia che ci vuole donare. Il Signore ha bisogno di voi per poter realizzare il miracolo di raggiungere con la sua gioia molti dei vostri amici e familiari.

Cari bambini, care bambine, sono contento di condividere con voi questo grande momento e di aiutarvi a incontrare Gesù. State vivendo davvero una giornata in spirito di amicizia, spirito di gioia e fraternità, spirito di comunione tra di voi e con tutta la Chiesa che, specialmente nell’Eucaristia, esprime la comunione fraterna tra tutti i suoi membri. La nostra carta di identità è questa: Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore.

Desidero incoraggiarvi a pregare sempre con quell’entusiasmo e quella gioia che avete oggi. E ricordate che questo è il sacramento della Prima Comunione ma non dell’ultima Comunione. Oggi ricordatevi che Gesù vi aspetta sempre. Perciò, vi auguro che oggi sia l’inizio di molte Comunioni, perché il vostro cuore sia sempre come oggi, in festa, pieno di gioia e soprattutto gratitudine.

A questo punto il Santo Padre ha aggiunto un colloquio “a braccio” con i bambini, avvalendosi della presenza del traduttore in lingua bulgara

Papa Francesco: Cari bambini e care bambine, vi do il benvenuto! Sono contento di vedervi qui per fare la Prima Comunione. Vi farò una domanda: siete contenti voi di fare la Prima Comunione?

Bambini: Sì!

Papa Francesco: Sicuro?

Bambini: Sì!

Papa Francesco: E perché siete contenti? Perché viene Gesù! Diciamo insieme: “Sono contento perché viene Gesù”.

Bambini: Sono contento perché viene Gesù!

Papa Francesco: E voi, tutti uniti qui per ricevere Gesù – vi faccio una domanda – voi siete la stessa famiglia?

Bambini: Sì!

Papa Francesco: E come si chiama la nostra famiglia?

Bambini: La Chiesa.

Papa Francesco: Il nostro cognome è: cristiano.

Bambini: Sì!

Papa Francesco: Com’è il nostro cognome?

Bambini: Cristiano.

Papa Francesco: Va bene. Io nell’omelia ho detto una cosa che vorrei che voi ricordiate sempre. Ho parlato della “carta d’identità” del cristiano e ho detto questo: «La nostra carta d’identità è questa: Dio è nostro Padre, Gesù è nostro fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore». Adesso ripetiamo insieme. Io dirò di nuovo, il traduttore ripeterà e ripetiamo insieme. Dio è nostro Padre.

Bambini: Dio è nostro Padre.

Papa Francesco: Gesù è nostro fratello.

Bambini: Gesù è nostro fratello.

Papa Francesco: La Chiesa è nostra madre è nostra famiglia.

Bambini: La Chiesa è nostra madre è nostra famiglia.

Papa Francesco: Noi siamo nemici…

Bambini: Noi siamo…

Papa Francesco: È vero? Siamo nemici noi?

Bambini: No!

Papa Francesco: Siamo amici! Noi siamo amici. Tutti! Noi siamo fratelli.

Bambini: Noi siamo fratelli.

Papa Francesco: La nostra legge è l’amore. Tutti!

Bambini: La nostra legge è l’amore!

Papa Francesco: Adesso parlerà Gesù ad ognuno di noi. Oggi pregherete Gesù per la vostra famiglia, per i vostri genitori, i vostri nonni, i vostri catechisti, i vostri sacerdoti, i vostri amici. Pregherete Gesù per tutta questa gente?

Bambini: Sì!

Papa Francesco: Benissimo. Adesso continuiamo la Messa e ci prepariamo per ricevere Gesù.

Guarda il video del colloquio con i bambini

Guarda il video dell'omelia


Prima dell’ “Agnello di Dio” il Santo Padre ha pronunciato questa monizione:

Cari bambini e bambine, adesso riceverete Gesù. Non bisogna distrarsi, pensare ad altre cose, ma soltanto pensare a Gesù. Venite all’altare per ricevere Gesù in silenzio; fate silenzio nel cuore e pensate che è la prima volta che Gesù viene a voi. Poi, verrà tante altre volte. Pensate ai vostri genitori, ai vostri catechisti, ai vostri nonni, ai vostri amici; e se avete litigato con qualcuno, perdonatelo di cuore prima di venire. In silenzio, ci avviciniamo a Gesù.

Al termine della Messa a Rakovski

Cari fratelli e sorelle,

prima di concludere questa celebrazione, desidero ringraziare tutti voi, a partire dai fratelli Vescovi presenti, i sacerdoti, le religiose e i religiosi e le famiglie. Ringrazio di cuore quanti si sono impegnati nella preparazione e organizzazione; e anche quanti non potevano partecipare ma hanno pregato, specialmente i malati e i più anziani.

Colgo questa occasione per esprimere la mia viva riconoscenza alle Autorità del Paese e a tutti coloro che in diversi modi hanno collaborato per la buona riuscita della mia visita.

  

La messa si conclude tra gli applausi dei bimbi con una cascata di petali di rose dal cielo della chiesa, il Papa si ferma a pranzo nel Convento delle suore francescane.

Guarda il video integrale


L'abbraccio di Papa Francesco alla comunità di Rakovsky