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lunedì 6 maggio 2019

Papa Francesco: Viaggio in Bulgaria e Macedonia del nord 5-7 maggio 2019 / 1 Partenza - incontro con i giornalisti - arrivo - incontro con le autorità (Cronaca, foto, testi e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN BULGARIA E MACEDONIA DEL NORD
5-7 MAGGIO 2019


Domenica, 5 maggio 2019

ROMA-SOFIA
7:00 Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma/Fiumicino per Sofia

Incontro del Santo Padre con i giornalisti durante il volo diretto a Sofia

10:00 Arrivo all’Aeroporto internazionale di Sofia Accoglienza ufficiale
10:10 Incontro con il Primo Ministro nella Governmental Lounge dell’Aeroporto
10:40 Cerimonia di benvenuto nella piazza antistante il Palazzo Presidenziale
11:00 Visita di cortesia al Presidente della Repubblica nel Palazzo Presidenziale
11:30 Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nella Piazza Atanas Burov



Ha avuto inizio molto presto il 29° Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco che si reca in Bulgaria e nella Macedonia del Nord. Alle ore 6.20, lasciato il Vaticano, il Santo Padre si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove, alle ore 7.10, a bordo di un A321 dell’Alitalia, è partito alla volta di Sofia.

SALUTO AI GIORNALISTI
Volo Papale


Gisotti:
Buongiorno. Benvenuto, Santo Padre, e grazie per essere venuto qui per un saluto, anche se il volo è breve; ma sappiamo che ci teneva.
Quarto viaggio apostolico internazionale di quest’anno: quattro continenti, Santo Padre, America, Asia, Africa, adesso in Europa.
Un benvenuto ai colleghi e particolarmente a quelli della Bulgaria e della Macedonia del Nord che sono qui. Un viaggio – ce lo ha fatto capire anche nei videomessaggi, che Lei sente ispirato e accompagnato da San Giovanni XXIII e da Santa Madre Teresa di Calcutta.
Prima di darLe la parola, Santo Padre, volevo anche dirLe che oggi abbiamo qui una collega, Aura Miguel, che è arrivata al 100° viaggio apostolico. 100! Eccola qua, di Radio Renascença.

Papa Francesco:
È Portogallo!

Gisotti:
È Portogallo. Prego, Santo Padre.

Papa Francesco:
Buongiorno – e grazie tante per la compagnia, per il vostro lavoro. Sarà un viaggio breve, appena tre giorni, ma gli organizzatori l’hanno fatto molto, molto fitto: approfittiamo di questo. Grazie per il vostro lavoro e per la vostra compagnia.




Il Pontefice è poi passato a salutare uno ad uno i reporter, i fotografi e i cameramen e con la consueta bonarietà ha scambiato anche simpatiche battute con tutti, quando il vaticanista del Tg2 Enzo Romeo gli ha regalato il suo libro «Salvare l’Europa», il Papa ha esclamato: «Mi piace questo titolo!». Il libro racconta il «segreto» della bandiera europea, le stelle in campo blu come segni che rimandano alla corona e al velo della Madonna, e Francesco scherza: «Non hanno voluto citare le radici cristiane, ma Dio si è vendicato!». Bergoglio è sereno, una giornalista gli fa notare che negli ultimi viaggi si avvicina sempre più alla Russa e lui sorride, «devo farci un salto!». Ma la situazione dell’Europa lo preoccupa.

I giornalisti bulgari gli hanno donato una maglietta della nazionale di calcio bulgara dei senzatetto, numero 3, con la scritta “Team of hope Bulgaria. Francesco”. Una TV bulgara ha offerto un antico timbro, mentre altri giornalisti hanno dato al Papa messaggi e anche disegni realizzati per lui dai loro figli.



ARRIVO A SOFIA

Il Papa è arrivato a Sofia alle 9.50 ora locale (le 8.50 di Roma). Pochi minuti dopo, il saluto a bordo dell'aereo, da parte del Nunzio Apostolico mons. Anselmo Guido Pecorari e del Capo del Protocollo, quindi la discesa del Pontefice dalla scala e la stretta di mano con il Primo Ministro della Repubblica di Bulgaria, Boyko Borisov e subito la carezza a quattro bambini che in abito tradizionale con i loro fiori sono il segno più delicato e spontaneo di benvenuto e di inizio del 29.mo Viaggio apostolico di Francesco.
Accompagnato dal Primo Ministro e tra da due file di guardie in alta uniforme, il Papa, percorrendo il tappeto rosso, è giunto fino al Governmental Lounge dall'aeroporto di Sofia per un primo breve colloquio privato con il signor Borisov.




Guarda il video


INCONTRO CON LE AUTORITÀ, CON LA SOCIETÀ CIVILE E CON IL CORPO DIPLOMATICO
Piazza Atanas Burov (Sofia)

Dopo l’incontro privato con il presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev, durato circa mezz’ora, Papa Francesco incontra le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico pronuncia il suo primo discorso ufficiale di questo viaggio.






DISCORSO DEL SANTO PADRE
Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Illustri Membri del Corpo Diplomatico,
Distinte Autorità,
Rappresentanti delle varie Confessioni religiose,
Cari fratelli e sorelle, 
Christos vozkrese!

Sono lieto di trovarmi in Bulgaria, luogo d’incontro tra molteplici culture e civiltà, ponte tra l’Europa dell’est e quella del sud, porta aperta sul vicino oriente; una terra in cui affondano antiche radici cristiane, che alimentano la vocazione a favorire l’incontro sia nella regione sia nella comunità internazionale. Qui la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, una ricchezza, e non come motivo di contrasto.

Saluto cordialmente le Autorità della Repubblica e le ringrazio per l’invito rivoltomi a visitare la Bulgaria. Ringrazio il Signor Presidente per le cortesi espressioni che mi ha indirizzato accogliendomi su questa storica piazza che porta il nome dello statista Atanas Burov, che subì i rigori di un regime che non poteva accettare la libertà di pensiero.

Invio con deferenza il mio saluto a Sua Santità il Patriarca Neofit – che incontrerò tra poco –, ai Metropoliti e ai Vescovi del Santo Sinodo, e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Bulgara. Rivolgo un affettuoso saluto ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i membri della Chiesa Cattolica, che vengo a confermare nella fede e ad incoraggiare nel loro quotidiano cammino di vita e testimonianza cristiana.

Porgo il mio cordiale saluto ai cristiani delle altre Comunità ecclesiali, ai membri della Comunità ebraica e ai fedeli dell’Islam e riaffermo con voi «la forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019). Approfittiamo dell’ospitalità che il popolo bulgaro ci offre affinché ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla.

La mia visita odierna intende idealmente riallacciarsi a quella compiuta da San Giovanni Paolo II nel maggio 2002 e si svolge nel grato ricordo della presenza a Sofia, per circa un decennio, dell’allora Delegato Apostolico Mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Questi portò sempre nel cuore sentimenti di gratitudine e di profonda stima per la vostra Nazione, al punto da affermare che, dovunque si fosse recato, la sua casa vi sarebbe stata sempre aperta, senza bisogno di dire se cattolico o ortodosso, ma solo: fratello di Bulgaria (cfr Omelia, 25 dicembre 1934). San Giovanni XXIII lavorò instancabilmente per promuovere la fraterna collaborazione tra tutti i cristiani e con il Concilio Vaticano II, da lui convocato e presieduto nella sua prima fase, diede grande impulso e incisività allo sviluppo dei rapporti ecumenici.

È sulla scia di questi provvidenziali avvenimenti che, a partire dal 1968 – dunque da ormai cinquant’anni – una Delegazione ufficiale bulgara, composta dalle più alte Autorità civili ed ecclesiastiche, compie ogni anno una visita in Vaticano in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Essi evangelizzarono i popoli slavi e furono all’origine dello sviluppo della loro lingua e cultura e soprattutto di abbondanti e duraturi frutti di testimonianza cristiana e di santità.

Siano benedetti i Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, che con le loro preghiere, il loro ingegno e la loro concorde fatica apostolica ci sono di esempio e rimangono, a distanza di più di un millennio, ispiratori di dialogo fecondo, di armonia, di incontro fraterno tra le Chiese, gli Stati e i popoli! Possa il loro fulgido esempio suscitare numerosi imitatori anche ai nostri giorni e far sorgere nuovi percorsi di pace e di concordia!

Ora, in questo frangente storico, a trent’anni dalla fine del regime totalitario che ne imprigionava la libertà e le iniziative, la Bulgaria si trova ad affrontare le conseguenze dell’emigrazione, avvenuta negli ultimi decenni, di più di due milioni di suoi concittadini alla ricerca di nuove opportunità di lavoro. Nel medesimo tempo la Bulgaria – come tanti altri Paesi del vecchio continente – deve fare i conti con quello che può essere considerato come un nuovo inverno: quello demografico, che è sceso come una cortina di gelo su tanta parte dell’Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro. Il calo delle nascite, dunque, sommandosi all’intenso flusso migratorio, ha comportato lo spopolamento e l’abbandono di tanti villaggi e città. Inoltre, la Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro.

Signor Presidente,

conosco l’impegno con cui i governanti di questo Paese, da anni, si sforzano di creare le condizioni affinché, soprattutto i giovani, non siano costretti a emigrare. Vorrei incoraggiarvi a continuare su questa strada, a compiere ogni sforzo per promuovere condizioni favorevoli affinché i giovani possano investire le loro fresche energie e programmare il loro futuro personale e familiare, trovando in patria condizioni che permettano una vita degna. E a voi, che conoscete il dramma dell’emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte.

Il vostro Paese si è sempre distinto come un ponte fra est e ovest, capace di favorire l’incontro tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace. Lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione Europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza.

Dio benedica la Bulgaria, la conservi pacifica e accogliente e la renda prospera e felice!

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