Leone
di Paola Mastrocola
di Paola Mastrocola
Recensione di Aldo Pintor
Consiglio a tutti coloro che amano le belle storie la lettura dell'ultimo libro della scrittrice torinese di origine abruzzese Paola Mastrocola. Stiamo parlando di Leone (editrice Einaudi p. 232, € 18,50) un libro che riesce a commuovere.
L'autrice, insegnante che ci ha già raccontato pregevoli storie che riguardano gli adolescenti, in quest'ulitma sua fatica letteraria ci presenta Leone, un bambino che abitualmente prega per dialogare e stare con il Signore in modo non artificioso, ma del tutto spontaneo proprio come si fa con un amico. E questo dialogo con il suo amico prosegue nonostante la comunità che gli vive intorno lo schernisca.
Naturalmente come ogni rapporto amicale ha i suoi alti e bassi come possiamo notare dalle frase “facciamo che tu eri sempre mio amico ma io adesso non ti pregavo più” che il piccolo protagonista dice in un momento di delusione. Sentimento che bene o male fa parte degli atteggiamenti che caratterizzano le tenere amicizie infantili. E in questo specialissimo rapporto non mancano nemmeno i piccoli litigi. Ma il piccolo Leone non smette mai di chiedere a Gesù di aiutarlo a non farsi pregare più. Ossia il piccolo Leone prega il suo amico Gesù di aiutarlo ad avere più fiducia in Lui perché se non si ha fiducia (leggasi anche fede in una terminologia dedicata agli adulti) nell'Altro, pregare ci può sembrare privo di senso. Invece da un bambino in questo libro ci arriva una grande lezione. Ci viene insegnato dal piccolo Leone ad avere l'umiltà di chiedere di aiutarci a pregare.
Il piccolo protagonista del libro non si ritrova nei valori proposti dalla società contemporanea valori che invece influenzano tanto gli adulti quanto i suoi coetanei che gli stanno intorno. Pertanto si rivolge alla preghiera anche in momenti e situazioni davvero singolari senza paura del giudizio altrui. Il bambino non si nasconde assolutamente quando prega. E col suo candore Leone è capace di mutare la realtà che lo circonda e di scalfire l'insensibilità che ormai avvolge il mondo. Infatti il suo gesto di pregare comunque crea situazioni di benessere e porta pace e armonia intorno a lui creando solidarietà a prescindere che le sue orazioni siano rivolte a qualcuno di reale o meno.
Il libro a questo quesito non fornisce risposta. In una società come la nostra intrisa di nefasto neoliberismo che nega valore e diritto di esistenza a tutto ciò che non produce profitto le persone generose e idealiste purtroppo vengono spesso derise e sbeffeggiate. Ma chi schernisce in realtà sono persone deboli e non libere da quanto la società in modo subdolo anche se incruento impone. E le persone deboli temono la libertà di questo bambino. Eppure la preghiera di un'anima semplice come Leone è capace di mutare in bene persino le derisioni di chi non lo capisce o di chi ne ha paura.
Non si prega per avere soluzioni facili già in tasca ma ci si rivolge speranzosi a un Amico che conosce la situazione perché in qualche modo ci aiuti a capire. Spesso i bisogni di cui Leone chiede l'intercessione al suo amico Gesù sono apparentemente banali per un adulto ma non lo sono per un bambino. Tutte comunque ci riportano a un sentimento ormai sconosciuto nell'Occidente che ormai non concepisce altro che il tutto e subito. Questi sentimenti sono l'attesa, la speranza.
Chi è imbevuto degli idoli dell'efficienza e produttivismo idoli del neocapitalismo nichilista contemporaneo non coglie le energie positive che la preghiera libera e immette nella realtà. Ma alla fine gli abitanti del quartiere di Torino (mai nominata eppure riconoscibilissima) dove abita Leone fin “In quel pregare stesso trovavano la pace”.
Impariamo da questo piccolo maestro che ci ha regalato Paola Mastrocola a cui siamo molto grati. Come suggerisce Gesù nella sua Buona Notizia (questo è il significato della parola Vangelo) il Regno dei cieli aspirazione conscia o inconscia di tutti gli uomini liberi appartenenti a qualunque popolo e qualunque tradizione religiosa spesso è annunciata da creatura semplici e libere nella loro semplicità. Come Leone il piccolo protagonista di questo libro.
L'autrice, insegnante che ci ha già raccontato pregevoli storie che riguardano gli adolescenti, in quest'ulitma sua fatica letteraria ci presenta Leone, un bambino che abitualmente prega per dialogare e stare con il Signore in modo non artificioso, ma del tutto spontaneo proprio come si fa con un amico. E questo dialogo con il suo amico prosegue nonostante la comunità che gli vive intorno lo schernisca.
Naturalmente come ogni rapporto amicale ha i suoi alti e bassi come possiamo notare dalle frase “facciamo che tu eri sempre mio amico ma io adesso non ti pregavo più” che il piccolo protagonista dice in un momento di delusione. Sentimento che bene o male fa parte degli atteggiamenti che caratterizzano le tenere amicizie infantili. E in questo specialissimo rapporto non mancano nemmeno i piccoli litigi. Ma il piccolo Leone non smette mai di chiedere a Gesù di aiutarlo a non farsi pregare più. Ossia il piccolo Leone prega il suo amico Gesù di aiutarlo ad avere più fiducia in Lui perché se non si ha fiducia (leggasi anche fede in una terminologia dedicata agli adulti) nell'Altro, pregare ci può sembrare privo di senso. Invece da un bambino in questo libro ci arriva una grande lezione. Ci viene insegnato dal piccolo Leone ad avere l'umiltà di chiedere di aiutarci a pregare.
Il piccolo protagonista del libro non si ritrova nei valori proposti dalla società contemporanea valori che invece influenzano tanto gli adulti quanto i suoi coetanei che gli stanno intorno. Pertanto si rivolge alla preghiera anche in momenti e situazioni davvero singolari senza paura del giudizio altrui. Il bambino non si nasconde assolutamente quando prega. E col suo candore Leone è capace di mutare la realtà che lo circonda e di scalfire l'insensibilità che ormai avvolge il mondo. Infatti il suo gesto di pregare comunque crea situazioni di benessere e porta pace e armonia intorno a lui creando solidarietà a prescindere che le sue orazioni siano rivolte a qualcuno di reale o meno.
Il libro a questo quesito non fornisce risposta. In una società come la nostra intrisa di nefasto neoliberismo che nega valore e diritto di esistenza a tutto ciò che non produce profitto le persone generose e idealiste purtroppo vengono spesso derise e sbeffeggiate. Ma chi schernisce in realtà sono persone deboli e non libere da quanto la società in modo subdolo anche se incruento impone. E le persone deboli temono la libertà di questo bambino. Eppure la preghiera di un'anima semplice come Leone è capace di mutare in bene persino le derisioni di chi non lo capisce o di chi ne ha paura.
Non si prega per avere soluzioni facili già in tasca ma ci si rivolge speranzosi a un Amico che conosce la situazione perché in qualche modo ci aiuti a capire. Spesso i bisogni di cui Leone chiede l'intercessione al suo amico Gesù sono apparentemente banali per un adulto ma non lo sono per un bambino. Tutte comunque ci riportano a un sentimento ormai sconosciuto nell'Occidente che ormai non concepisce altro che il tutto e subito. Questi sentimenti sono l'attesa, la speranza.
Chi è imbevuto degli idoli dell'efficienza e produttivismo idoli del neocapitalismo nichilista contemporaneo non coglie le energie positive che la preghiera libera e immette nella realtà. Ma alla fine gli abitanti del quartiere di Torino (mai nominata eppure riconoscibilissima) dove abita Leone fin “In quel pregare stesso trovavano la pace”.
Impariamo da questo piccolo maestro che ci ha regalato Paola Mastrocola a cui siamo molto grati. Come suggerisce Gesù nella sua Buona Notizia (questo è il significato della parola Vangelo) il Regno dei cieli aspirazione conscia o inconscia di tutti gli uomini liberi appartenenti a qualunque popolo e qualunque tradizione religiosa spesso è annunciata da creatura semplici e libere nella loro semplicità. Come Leone il piccolo protagonista di questo libro.