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martedì 13 novembre 2018

Papa Francesco istituisce la «cattedra» in scienze della Pace per gettare ovunque i semi della cultura della pace non avendo paura di rischiare e di sognare la pace per tutte le persone e tutte le nazioni.

Papa Francesco istituisce la «cattedra» in scienze della Pace
per gettare ovunque i semi della cultura della pace 
non avendo paura di rischiare e di sognare la pace 
per tutte le persone e tutte le nazioni.


Un corso in Scienze della Pace sarà attivato nella Pontificia Università Lateranense per volontà di Papa Francesco. L’annuncio arriva al termine dell’inaugurazione dell’Anno Accademico, con una lettera indirizzata al Cardinale Angelo de Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma e Cancelliere dell’Università. Presente al Dies Academicus l’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato alla sua prima uscita pubblica. A tenere una Lectio Magistralis sulla bozza della nuova Costituzione Apostolica della Curia Romana, il cui titolo provvisorio è “Praedicate Evangelium”, il vescovo di Albano Marcello Semeraro, segretario del Consiglio dei Cardinali (C9) ha fatto il punto sulla riforma della Curia. Ad aprire il 246° anno accademico della Lateranense il cardinale vicario Angelo De Donatis, Gran Cancelliere dell’ateneo.


LETTERA DEL SANTO PADRE
AL GRAN CANCELLIERE DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE
IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO
E DELL’ISTITUZIONE DEL NUOVO CORSO DI STUDI IN “SCIENZE DELLA PACE”

Al Venerato Fratello
Signor Cardinale ANGELO DE DONATIS
Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense

1. Il desiderio di pace che sale dalla famiglia umana ha visto da sempre la Chiesa prodigarsi nel compiere ogni sforzo per concorrere a liberare uomini e donne dalle tragedie della guerra e per alleviare le sue pericolose conseguenze. Anche nel tempo presente, in cui aumenta la necessità di prevenire e risolvere conflitti, la Chiesa, alla luce del Vangelo, si sente interpellata a ispirare e sostenere ogni iniziativa che assicuri ai diversi Popoli e Paesi un cammino di pace, frutto di quel dialogo autentico capace di spegnere l’odio, di abbandonare egoismi e autoreferenzialità, di superare desideri di potere e di sopraffazione dei più deboli e degli ultimi.

Questo intento presuppone anzitutto uno sforzo educativo all’ascolto e alla comprensione, ma anche alla conoscenza e allo studio del patrimonio di valori, delle nozioni e degli strumenti capaci di abbattere tendenze all’isolamento, alla chiusura e a logiche di potenza che sono portatrici di violenza e distruzioni. Mezzi di conciliazione, forme di giustizia di transizione, garanzie di sviluppo sostenibile, protezione e custodia del creato sono oggi alcuni degli strumenti in grado di aprire la strada alle forme di soluzione pacifica dei conflitti, di abbattere carrierismi e posizioni dominanti e così formare persone dedite senza riserva al servizio della causa dell’uomo.

Per essere mediatrice credibile davanti all’opinione pubblica mondiale la Chiesa è chiamata a favorire «la soluzione di problemi riguardanti la pace, la concordia, l’ambiente, la difesa della vita, i diritti umani e civili» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 65*).Un compito svolto anche attraverso l’azione che la Santa Sede conduce nella Comunità internazionale e nelle sue istituzioni operando con gli strumenti della diplomazia per superare i conflitti con i mezzi pacifici e la mediazione, la promozione e il rispetto dei diritti umani fondamentali, lo sviluppo integrale di Popoli e Paesi.

2. Nel perseguimento di tale obiettivo ha un ruolo centrale il mondo universitario, luogo simbolo di quell’umanesimo integrale che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito, perché sappia produrre un coraggioso rinnovamento culturale che il momento attuale domanda. Questa sfida interpella anche la Chiesa che, con la sua rete mondiale di Università ecclesiastiche, può «portare il decisivo contributo del lievito, del sale e della luce del Vangelo di Gesù Cristo e della Tradizione viva della Chiesa sempre aperta a nuovi scenari e a nuove proposte», come ho ricordato recentemente nel riformare l’ordinamento degli studi accademici nelle istituzioni ecclesiastiche (cfr Cost. ap. Veritatis gaudium, 2). Questo non significa certo alterare il senso istituzionale e le tradizioni consolidate delle nostre realtà accademiche, ma piuttosto orientarne la funzione nella prospettiva di una Chiesa più marcatamente “in uscita” e missionaria. Infatti è possibile affrontare le sfide del mondo contemporaneo con una capacità di risposta adeguata nei contenuti e compatibile nel linguaggio, anzitutto rivolgendosi alle nuove generazioni. Questo, dunque, il compito che ci viene affidato: incarnare la Parola di Dio per la Chiesa e per l’umanità del terzo millennio. E, nel farlo, è importante che studenti e docenti si sentano pellegrini chiamati ad annunciare la Buona Novella a tutte le genti, non avendo paura di rischiare e di sognare la pace per tutte le persone e tutte le nazioni.

3. Pertanto, animato dal desiderio di trasporre in ambito accademico e dotare di metodo scientifico questo patrimonio di valori e di azioni, istituisco presso codesta Pontificia Università, che in modo specifico partecipa alla missione del Vescovo di Roma, un ciclo di studi in Scienze della Pace, quale percorso accademico a cui concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo il criterio della inter- e transdisciplinarità (cfr ibid., 4, c). La struttura curriculare si avvarrà, pertanto, del concorso di insegnamenti impartiti dalle Facoltà e dagli Istituti dell’Università Lateranense per conferire i gradi accademici di Baccellierato e di Licenza a conclusione, rispettivamente, di un primo ciclo triennale e di un biennio di specializzazione.

4. Attraverso di Lei, Signor Cardinale, affido il nuovo percorso di studi all’Università, assegnandone la direzione al Rettore Magnifico, perché sia garantita una specifica formazione scientifica di sacerdoti, consacrati e laici. Alle Scienze della Pace potranno guardare con fiducia i Vescovi diocesani, gli Ordinari castrensi, le Conferenze episcopali, i Superiori e le Superiore delle diverse forme di vita consacrata, i Responsabili di associazioni e movimenti del laicato, e tutti quanti lo desiderano, per promuovere un’adeguata preparazione di attuali e futuri operatori di pace.

Di fronte a questo compito auspico che, nel quotidiano servizio alla Sede di Pietro, l’intera comunità universitaria della Lateranense - docenti, studenti e personale tutto - si senta coinvolta nel gettare i semi della cultura della pace. Un’opera che inizia con l’ascolto, la professionalità e la dedizione, sempre accompagnate da umiltà, mitezza e volontà di farsi tutto a tutti.

Pongo sotto la protezione dei miei due Santi Predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI, veri e propri araldi della pace nel mondo e che tanto hanno contribuito allo sviluppo del magistero in tale campo, questo nuovo frutto della sollecitudine della Chiesa, affidandolo a Maria Regina della Pace, perché ci aiuti a comprendere e a vivere quella fraternità che il cuore di suo Figlio domanda e dalla quale deriva la vera pace.

Dal Vaticano, 12 novembre 2018

Memoria del Beato Giovanni della Pace

Francesco


Papa: università promuova valori contro isolamento che genera guerra

Il Papa ha istituito presso la Pontificia Università Lateranense un ciclo di studi in Scienze della Pace per “un’adeguata preparazione di attuali e futuri operatori” di riconciliazione, attraverso una specifica formazione scientifica di sacerdoti, consacrati e laici. Il rettore Buonomo: sarà il primo corso interdisciplinare, e coinvolgerà tutte le nostre Facoltà


Un ciclo di studi che promuova “un’adeguata preparazione di attuali e futuri operatori di pace”. Così il Papa nella lettera al cardinale vicario Angelo De Donatis, Gran Cancelliere della Lateranense, istituendo presso la medesima Pontificia Università un ciclo di studi in Scienze della Pace. Le parole di Francesco sono state lette dal Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo, nel 246.mo dalla fondazione.

Dialogo capace di spegnere l’odio

In un tempo in cui “aumenta la necessità di prevenire e risolvere conflitti”, scrive Francesco nel giorno in cui si fa memoria del Beato Giovanni della Pace, la Chiesa - “da sempre” impegnata nel compiere “ogni sforzo” per concorrere a liberare uomini e donne dalle tragedie della guerra e delle sue conseguenze - alla luce del Vangelo “si sente interpellata a ispirare e sostenere” ogni iniziativa che assicuri a popoli e nazioni “un cammino di pace, frutto di quel dialogo autentico capace di spegnere l’odio, di abbandonare egoismi e autoreferenzialità, di superare desideri di potere e di sopraffazione dei più deboli e degli ultimi”. Il Pontefice raccomanda quindi “uno sforzo educativo all’ascolto e alla comprensione” e insieme “alla conoscenza e allo studio del patrimonio di valori, delle nozioni e degli strumenti capaci di abbattere tendenze all’isolamento, alla chiusura e a logiche di potenza che sono portatrici di violenza e distruzioni”.

Mezzi di conciliazione, forme di giustizia di transizione, garanzie di sviluppo sostenibile, protezione e custodia del creato sono oggi alcuni degli strumenti in grado di aprire la strada alle forme di soluzione pacifica dei conflitti, di abbattere carrierismi e posizioni dominanti e così formare persone dedite senza riserva al servizio della causa dell’uomo.

Un corso per chi ha a cuore la pace


Superare conflitti attraverso diplomazia

Per essere “mediatrice credibile” davanti all’opinione pubblica mondiale la Chiesa - osserva il Papa richiamando l’Evangelii gaudium - è chiamata a favorire “la soluzione di problemi riguardanti la pace, la concordia, l’ambiente, la difesa della vita, i diritti umani e civili”.

Un compito svolto anche attraverso l’azione che la Santa Sede conduce nella Comunità internazionale e nelle sue istituzioni operando con gli strumenti della diplomazia per superare i conflitti con i mezzi pacifici e la mediazione, la promozione e il rispetto dei diritti umani fondamentali, lo sviluppo integrale di Popoli e Paesi.

Da università “in uscita” rinnovamento culturale

Un ruolo “centrale” nel perseguimento di tale obiettivo il Papa lo affida al mondo universitario, “luogo simbolo di quell’umanesimo integrale che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito”, perché sappia produrre un “coraggioso rinnovamento culturale che il momento attuale domanda”. E dunque anche alla “rete mondiale di università ecclesiastiche”, orientandone “la funzione nella prospettiva di una Chiesa più marcatamente ‘in uscita’ e missionaria”.

È possibile affrontare le sfide del mondo contemporaneo con una capacità di risposta adeguata nei contenuti e compatibile nel linguaggio, anzitutto rivolgendosi alle nuove generazioni. Questo, dunque, il compito che ci viene affidato: incarnare la Parola di Dio per la Chiesa e per l’umanità del terzo millennio. E, nel farlo, è importante che studenti e docenti si sentano pellegrini chiamati ad annunciare la Buona Novella a tutte le genti, non avendo paura di rischiare e di sognare la pace per tutte le persone e tutte le nazioni.

Inter e transdisciplinarità

Affidando dunque alla Pontificia Università Lateranense, che “in modo specifico partecipa alla missione del Vescovo di Roma”, il ciclo di studi in Scienze della Pace, con la “direzione” assegnata al Rettore Magnifico, il Papa pensa ad un “percorso accademico a cui concorrono gli ambiti teologico, filosofico, giuridico, economico e sociale secondo il criterio della inter e transdisciplinarità”.

La struttura curriculare si avvarrà, pertanto, del concorso di insegnamenti impartiti dalle Facoltà e dagli Istituti dell’Università Lateranense per conferire i gradi accademici di Baccellierato e di Licenza a conclusione, rispettivamente, di un primo ciclo triennale e di un biennio di specializzazione.

Formazione per sacerdoti, consacrati e laici

Francesco sollecita così che “sia garantita una specifica formazione scientifica di sacerdoti, consacrati e laici”: alle Scienze della Pace potranno “guardare con fiducia” i vescovi diocesani, gli ordinari castrensi, le conferenze episcopali, i superiori e le superiore delle diverse forme di vita consacrata, i responsabili di associazioni e movimenti del laicato e quanti lo desiderino.

Di fronte a questo compito auspico che, nel quotidiano servizio alla Sede di Pietro, l’intera comunità universitaria della Lateranense - docenti, studenti e personale tutto - si senta coinvolta nel gettare i semi della cultura della pace. Un’opera che inizia con l’ascolto, la professionalità e la dedizione, sempre accompagnate da umiltà, mitezza e volontà di farsi tutto a tutti.

I Santi Giovanni XXIII e Paolo VI

Il Papa pone infine il “nuovo frutto della sollecitudine della Chiesa” sotto la protezione dei predecessori, i Santi Giovanni XXIII e Paolo VI, “veri e propri araldi della pace nel mondo”, che tanto hanno contribuito allo “sviluppo” del magistero in tale campo, e lo affida a Maria Regina della Pace, perché aiuti “a comprendere e a vivere quella fraternità che il cuore di suo Figlio domanda e dalla quale deriva la vera pace”.

Il rettore Buonomo: agire nel concreto per 'fare' la pace

Intervistato da Vatican News sull'istituzionedel corso di studi in Scienze della Pace, il rettore della Pontificia Università Lateranense Vincenzo Buonomo, al suo primo "Dies accademicus", sottolinea che "sarà un corso strutturato su un triennio e biennio su questa disciplina che dovrebbe servire per formare sacerdoti, laici e religiosi che hanno a cuore la pace. Il Papa parla di questa opera di formazione di quelli che saranno gli operatori di pace. Non basta, ci dice un sentimento di pace, c’è bisogno oggi anche di poter agire nel concreto, per realizzare la pace. Il corso sarà il primo interdisciplinare all’interno dell’Università, e coinvolgerà tutte le facoltà: la facoltà di filosofia, di teologia, l’istituto giuridico e poi si avvarrà anche di esperti che potranno dare lezioni specifiche su singole tematiche".
(fonte: Vatican News, articolo di  Giada Aquilino del 12/11/2018)