"ARRESTI DOMICILIARI DEL SINDACO DI RIACE"
COMUNICATO STAMPA
DI MONS. G. M. BREGANTINI
(già Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace per 14 anni).
COMUNICATO STAMPA
DI MONS. G. M. BREGANTINI
(già Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace per 14 anni).
Davanti al fatto degli arresti domiciliari del Sindaco di Riace, MIMMO LUCANO, esprimo la mia profonda amarezza e dolore. Per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria tutta, dove sono stato Vescovo per ben 14 anni.
Sento perciò di dire una parola di vicinanza e di solidarietà, che possa essere di conforto all’amico Mimmo e di luce per tutti i fedeli della zona. Infatti, ritengo che l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale. Ha colto l’occasione che gli era stata posta dai fatti, quella cioè di accogliere anni fa un vascello di cittadini Curdi, che per caso era sbarcato sulle coste del suo paese. Ha sentito dentro un grande movimento di umanità, che lo spingeva alla solidarietà diretta e fattiva. In questo cammino, ha coinvolto progressivamente l’intero suo paese, Riace. Specie il centro storico, dove ha potuto così riattivare e riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigrati altrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra che meglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale.
Proprio su questa empatia relazionale ha poi proseguito il suo cammino, sostenuto personalmente anche dalla nostra Chiesa di Locri - Gerace. A tratti è stato un itinerario anche rischioso, spesso dovendo scontrarsi con logiche di comodità o di interessi malavitosi. Ma di certo, è stato un uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Non uno contro l’altro, ma solo insieme. Ha creato benessere per tutti, riaperto la scuola, riattivato antichi mestieri che nessuno ormai faceva ma che erano la salvezza economica della Calabria dando lustro a quella terra, che così diventava famosa non solo per l’arte dei bronzi, ma anche per la forza dell’umano, oggi. Ha poi sempre mantenuto un atteggiamento collaborativo, pur dentro una forte spinta profetica,che lo portava a guardare ben oltre gli ristretti steccati del paese.
Confido nella magistratura perché possa far luce su tutta questa dolorosa vicenda. Sento però che tutto potrà essere chiarito se si spegneranno quei toni polemici di chi cerca non la verità ma la vittoria di opinioni personali interessate. E’ in gioco il bene comune del paese.
Chiedo alla politica di riflettere bene su questo “modello”, specie in questo momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come già constatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli con saggezza e con un buon piana di integrazione, specie insegnando loro la nostra bella lingua italiana, renderà più aperti i nostri cuori e le nostre città. Perché è vero quello che scrive papa Francesco, nella sua Evangelii Gaudium, quasi descrivendo la piccola Riace: "Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo!" (EG 210).
E’ con queste parole di luce che affido al Signore questa sofferta vicenda umana e sociale, certo che il Signore aprirà nuove strade di speranza e di consolazione per tutti.
Campobasso, 3 ottobre 2018,
+ p. GianCarlo Bregantini, Vescovo
SONO CON MIMMO LUCANO
Don Luigi Ciotti
Ero con Mimmo Lucano a Riace nel 2004, quando iniziò la sua straordinaria esperienza di sindaco, continuo a esserlo oggi dopo il suo arresto.
Sono convinto che le leggi vadano rispettate, ma sono anche convinto che, se Mimmo ha imboccato delle scorciatoie, lo ha fatto per un eccesso di generosità: nessun tornaconto personale, nessun potere da prendere o conservare ma solo il desiderio di sostenere la speranza di persone fragili, garantendo loro un futuro e una vita dignitosa.
È un reato l’umana solidarietà? Si ripropone qui l’antico dilemma tra leggi dei codici e leggi della coscienza. Ripeto, bisogna stare sempre dalla parte della legalità, ma anche chiedersi se certe leggi non contraddicano la vocazione liberale e inclusiva della democrazia, vocazione che ha ispirato ogni passo dell’esperienza di Riace e del suo generoso sindaco.
Ora c’è d’augurarsi che la politica, nel segno di una legalità inclusiva, sappia dare continuità e diffusione a un modello di accoglienza che ha generato lavoro e sicurezza e costruito la ricchezza umana e sociale di una comunità.
(Fonte: Libera)
(Fonte: Libera)
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La solidarietà di p. Alex Zanotelli
"... mi sento veramente scioccato ... ma come è possibile che in un'Italia repubblicana un uomo che ha fatto solo del bene, non si è messo un quattrino in tasca, si è rovinato persino la sua vita per accogliere gente e ricostruire un paese possa essere arrestato, mentre tanti malfattori sono in giro e fanno quel cavolo che vogliono ... io penso che parecchie delle scelte fatte da Mimmo Lucano siano atti di disobbedienza civile per aiutare delle persone che avevano bisogno ...
io ricordo a tutti il primato della coscienza"
GUARDA IL VIDEO
Breve estratto video della puntata di "Cartabianca" Raitre del 02.10.2018
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IL SOGNO DI RIACE APPARTIENE A TUTTI NOI
di Alex Zanotelli
Da parecchi anni, noi missionari comboniani dedichiamo una parte dell’estate all’organizzazione di campi di impegno e di riflessione rivolti ai giovani. Quest’anno abbiamo deciso di focalizzare uno dei campi su un paese della Calabria, Riace, che riteniamo stia vivendo un’esperienza estremamente significativa.
Ci siamo immersi in questa realtà dal 1° al 9 agosto insieme a una decina di giovani e la prima sera abbiamo incontrato il sindaco, Mimmo Lucano, per farci raccontare come è riuscito a trasformare un problema in una opportunità, cioè a mettere in pratica un modello di accoglienza diffusa e integrazione dei rifugiati e dei migranti che è, nel contempo, un’occasione di rinascita di Riace. Oggi ci vivono 1700 calabresi che hanno accolto circa 600 persone in fuga da vari paesi dell’Africa e dal Medioriente.
Il sindaco ci ha parlato dei molti ostacoli politici e delle vicissitudini personali che ha dovuto superare per portare avanti questo sogno. E si è soffermato anche su alcune sue figure di riferimento, tra queste mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso Boiano e Natale Bianchi, prete antimafie sospeso a divinis.
Vent’anni fa, non era ancora sindaco: «Tanti calabresi erano emigrati e Riace stava diventando un paese fantasma. Quando nel 1998 ho visto i rifugiati curdi arrivare sulle coste ioniche, mi sono reso conto che non sapevano dove andare, li ho invitati a Riace e ho chiesto ai riacesi rimasti se potevo usare le loro case abbandonate. Hanno acconsentito e così è cominciato rifiorire tutto». In seguito è stato eletto sindaco ed è nato Riace multietnico e multiculturale di oggi.
Possiamo definire il sogno di Mimmo Lucano il “sogno di una nuova umanità”. E ci ha fatto vedere come si vanno a prendere i sogni. Infatti ai primi di agosto ha deciso di avviare un digiuno ad oltranza per chiedere alle istituzioni di non boicottare Riace. E noi, i giovani per primi, abbiamo deciso di digiunare con Mimmo che si è seduto in piazza, la fascia da sindaco appesa al muro, tutt’intorno tanti concittadini partecipi e anche tanti bambini che giocavano. Rivolto alla prefettura di Reggio Calabria e al Viminale, lo scopo del digiuno era di sbloccare i fondi dovuti al comune di Riace per le sue attività di accoglienza. Fondi bloccati da minuzie procedurali.
Tutti noi, oltre a digiunare, abbiamo spinto perché venisse trasmesso dal servizio pubblico Rai il film Tutto il mondo è paese di Beppe Fiorello. Se, infatti, la Rai si decidesse, l’opinione pubblica capirebbe meglio che cosa sta accadendo a Riace… Abbiamo poi ottenuto l’appoggio a Riace da parte di altri sindaci dell’area e tentato di incontrare, senza successo, il sindaco di Reggio Calabria. Una parte dei fondi si è poi sbloccata, ma rimane l’avversione del ministro degli interni Salvini.
Sono stati nove giorni straordinari, in particolare per i giovani che si sono sentiti ispirati da questo uomo e dal suo sogno. Ed è nata un’amicizia profonda con la gente di Riace, Quello che dobbiamo fare ora è mantenere viva l’attenzione sull’esperienza di Riace, che è la prova provata che i migranti sono una risorsa e possono far rivivere tanti paesi abbandonati: una risorsa che bisogna saper accogliere.
(Pubblicato sul mensile "Nigrizia" - Ottobre 2018)