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domenica 21 ottobre 2018

Giovani per il Vangelo: Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti - 21 ottobre 2018 - 92ª Giornata Missionaria Mondiale.

Giornata Missionaria Mondiale
Giovani per il Vangelo:
è questo lo slogan per la GMM 2018


Ogni uomo e donna è una missione,
e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. 
(Papa Francesco)




Riaffermare la responsabilità missionaria delle Chiese locali
di Giulio Albanese

Lo slogan della Giornata missionaria mondiale 2018 (Gmm) “Giovani per il Vangelo” si ispira al Sinodo dei vescovi, voluto da Papa Francesco. Si tratta di una scelta operata dalla Fondazione Missio che in Italia rappresenta le Pontificie Opere Missionarie. Esso racchiude due dimensioni sulle quali è importante riflettere sia a livello personale che comunitario. Anzitutto, è evidente la sfida vocazionale, nella consapevolezza che, ancora oggi, a distanza di 2000 anni dalla venuta del Redentore, “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Al contempo, emerge anche un’altra istanza, che supera decisamente l’età anagrafica, nel senso che è il Vangelo stesso che chiede ai credenti, indipendentemente dagli anni di vita, d’essere, sempre e comunque, giovani con il cuore e con la mente.
Papa Francesco ci suggerisce, in maniera efficace, la prospettiva teologica di questo ragionamento nelle pagine di un recente libro-intervista dal titolo “Dio è Giovane”, pubblicato da Piemme (pagg. 132, euro 15, e-book euro 9,99). Con grande forza ed efficacia, papa Bergoglio afferma che “Dio è Colui che rinnova sempre, perché Lui è sempre nuovo: Dio è giovane! Dio è l’Eterno che non ha tempo, ma è capace di rinnovare, ringiovanirsi continuamente e ringiovanire tutto”. Viene pertanto spontaneo domandarsi quali siano, in chiave pastorale, i campi di applicazione, non solo nella cornice del tradizionale Ottobre Missionario, ma guardando anche all’intero anno pastorale che abbiamo di fronte.

I dati dicono che diminuiscono i missionari con vocazione ad vitam (cioè sacerdoti appartenenti a società di vita apostolica, religiosi e religiose), ma aumentano i laici che decidono di fare un’esperienza missionaria per qualche anno o qualche mese (famiglie o singoli).

È una sfida che dovrebbe coinvolgere i Centri missionari e i Centri vocazioni, unitamente alle comunità diocesane. Considerando il calo avvenuto negli ultimi 20 anni, il numero dei missionari italiani oggi si attesta intorno alle 8mila unità. Se, allora, di crisi stiamo parlando, dobbiamo riconoscere che oggi più che mai occorre riaffermare la responsabilità missionaria delle Chiese locali. Tutto ciò nella consapevolezza che sia la visione teologica, sia le relative declinazioni della missione, non possono prescindere da quegli uomini e quelle donne che hanno fatto la scelta di andare fino agli estremi confini del mondo. Ma proprio perché “Dio è giovane”, è importante non solo sapersi mantenere giovani, ma anche accettare le istanze del rinnovamento.

Qui non si tratta di rottamare gli anziani, o di rinnegare la propria Storia, quanto piuttosto di comunicare nuova linfa all’interno delle comunità, andando al di là di certi stereotipi e pratiche del passato che condizionano la comunicazione della Buona Notizia in una società postmoderna che ha pur sempre fame e sete di Dio.

Questa dinamica della fede farà maturare i giovani e ringiovanirà i meno giovani con l’intento dichiarato di sancire una rinnovata stagione evangelizzatrice. Animati da queste convinzioni, facciamo tesoro del pensiero di Papa Francesco, ribadito nel tradizionale Messaggio per la Giornata missionaria mondiale di quest’anno: la “trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene per il contagio dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita”. Ecco perché c’è bisogno di giovani per il Vangelo!
(fonte: Sir 20/10/2018)





MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2018

Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti

Cari giovani, insieme a voi desidero riflettere sulla missione che Gesù ci ha affidato. Rivolgendomi a voi intendo includere tutti i cristiani, che vivono nella Chiesa l’avventura della loro esistenza come figli di Dio. Ciò che mi spinge a parlare a tutti, dialogando con voi, è la certezza che la fede cristiana resta sempre giovane quando si apre alla missione che Cristo ci consegna. «La missione rinvigorisce la fede» (Lett. enc. Redemptoris missio, 2), scriveva san Giovanni Paolo II, un Papa che tanto amava i giovani e a loro si è molto dedicato.

L’occasione del Sinodo che celebreremo a Roma nel prossimo mese di ottobre, mese missionario, ci offre l’opportunità di comprendere meglio, alla luce della fede, ciò che il Signore Gesù vuole dire a voi giovani e, attraverso di voi, alle comunità cristiane.

La vita è una missione

Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Nessuno come i giovani sente quanto la vita irrompa e attragga. Vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo è una grande sfida. Conosco bene le luci e le ombre dell’essere giovani, e se penso alla mia giovinezza e alla mia famiglia, ricordo l’intensità della speranza per un futuro migliore. Il fatto di trovarci in questo mondo non per nostra decisione, ci fa intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere. Ognuno di noi è chiamato a riflettere su questa realtà: «Io sono una missione in questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 273).

Vi annunciamo Gesù Cristo

La Chiesa, annunciando ciò che ha gratuitamente ricevuto (cfr Mt 10,8; At 3,6), può condividere con voi giovani la via e la verità che conducono al senso del vivere su questa terra. Gesù Cristo, morto e risorto per noi, si offre alla nostra libertà e la provoca a cercare, scoprire e annunciare questo senso vero e pieno. Cari giovani, non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa! In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita. Ve lo dico per esperienza: grazie alla fede ho trovato il fondamento dei miei sogni e la forza di realizzarli. Ho visto molte sofferenze, molte povertà sfigurare i volti di tanti fratelli e sorelle. Eppure, per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più. Molti uomini e donne, molti giovani hanno generosamente donato se stessi, a volte fino al martirio, per amore del Vangelo a servizio dei fratelli. Dalla croce di Gesù impariamo la logica divina dell’offerta di noi stessi (cfr 1 Cor 1,17-25) come annuncio del Vangelo per la vita del mondo (cfr Gv 3,16). Essere infiammati dall’amore di Cristo consuma chi arde e fa crescere, illumina e riscalda chi si ama (cfr 2 Cor 5,14). Alla scuola dei santi, che ci aprono agli orizzonti vasti di Dio, vi invito a domandarvi in ogni circostanza: «Che cosa farebbe Cristo al mio posto?».

Trasmettere la fede fino agli estremi confini della terra

Anche voi, giovani, per il Battesimo siete membra vive della Chiesa, e insieme abbiamo la missione di portare il Vangelo a tutti. Voi state sbocciando alla vita. Crescere nella grazia della fede a noi trasmessa dai Sacramenti della Chiesa ci coinvolge in un flusso di generazioni di testimoni, dove la saggezza di chi ha esperienza diventa testimonianza e incoraggiamento per chi si apre al futuro. E la novità dei giovani diventa, a sua volta, sostegno e speranza per chi è vicino alla meta del suo cammino. Nella convivenza delle diverse età della vita, la missione della Chiesa costruisce ponti inter-generazionali, nei quali la fede in Dio e l’amore per il prossimo costituiscono fattori di unione profonda.

Questa trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene dunque per il “contagio” dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita. La propagazione della fede per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’amore. All’amore non è possibile porre limiti: forte come la morte è l’amore (cfr Ct 8,6). E tale espansione genera l’incontro, la testimonianza, l’annuncio; genera la condivisione nella carità con tutti coloro che, lontani dalla fede, si dimostrano ad essa indifferenti, a volte avversi e contrari. Ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù e alla presenza sacramentale della Chiesa rappresentano le estreme periferie, gli “estremi confini della terra”, verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati, nella certezza di avere il loro Signore sempre con sé (cfr Mt 28,20; At 1,8). In questo consiste ciò che chiamiamo missio ad gentes. La periferia più desolata dell’umanità bisognosa di Cristo è l’indifferenza verso la fede o addirittura l’odio contro la pienezza divina della vita. Ogni povertà materiale e spirituale, ogni discriminazione di fratelli e sorelle è sempre conseguenza del rifiuto di Dio e del suo amore.

Gli estremi confini della terra, cari giovani, sono per voi oggi molto relativi e sempre facilmente “navigabili”. Il mondo digitale, le reti sociali che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato. Eppure senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita. La missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di se stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra (cfr Lc 9,23-25). Oserei dire che, per un giovane che vuole seguire Cristo, l’essenziale è la ricerca e l’adesione alla propria vocazione.

Testimoniare l’amore

Ringrazio tutte le realtà ecclesiali che vi permettono di incontrare personalmente Cristo vivo nella sua Chiesa: le parrocchie, le associazioni, i movimenti, le comunità religiose, le svariate espressioni di servizio missionario. Tanti giovani trovano, nel volontariato missionario, una forma per servire i “più piccoli” (cfr Mt 25,40), promuovendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani. Queste esperienze ecclesiali fanno sì che la formazione di ognuno non sia soltanto preparazione per il proprio successo professionale, ma sviluppi e curi un dono del Signore per meglio servire gli altri. Queste forme lodevoli di servizio missionario temporaneo sono un inizio fecondo e, nel discernimento vocazionale, possono aiutarvi a decidere per il dono totale di voi stessi come missionari.

Da cuori giovani sono nate le Pontificie Opere Missionarie, per sostenere l’annuncio del Vangelo a tutte le genti, contribuendo alla crescita umana e culturale di tante popolazioni assetate di Verità. Le preghiere e gli aiuti materiali, che generosamente sono donati e distribuiti attraverso le POM, aiutano la Santa Sede a far sì che quanti ricevono per il proprio bisogno possano, a loro volta, essere capaci di dare testimonianza nel proprio ambiente. Nessuno è così povero da non poter dare ciò che ha, ma prima ancora ciò che è. Mi piace ripetere l’esortazione che ho rivolto ai giovani cileni: «Non pensare mai che non hai niente da dare o che non hai bisogno di nessuno. Molta gente ha bisogno di te, pensaci. Ognuno di voi pensi nel suo cuore: molta gente ha bisogno di me» (Incontro con i giovani, Santuario di Maipu, 17 gennaio 2018).

Cari giovani, il prossimo Ottobre missionario, in cui si svolgerà il Sinodo a voi dedicato, sarà un’ulteriore occasione per renderci discepoli missionari sempre più appassionati per Gesù e la sua missione, fino agli estremi confini della terra. A Maria Regina degli Apostoli, ai santi Francesco Saverio e Teresa di Gesù Bambino, al beato Paolo Manna, chiedo di intercedere per tutti noi e di accompagnarci sempre.

Dal Vaticano, 20 maggio 2018, Solennità di Pentecoste

FRANCESCO

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Padre Fabrizio Meroni, del PIME, segretario generale della Pontificia Unione Missionaria e direttore dell'Agenzia Fides, durante la conferenza stampa di presentazione della GMM 2018 (19/10/2018), ha annunciato una nuova iniziativa voluta da Papa Francesco: un ottobre missionario straordinario da tenersi l’anno prossimo in occasione dei 100 anni della Lettera apostolica di Papa Benedetto XV: “Maximum Illud“ che cambiò l’atteggiamento missionario della Chiesa. Tema dell’iniziativa sarà: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. L’obiettivo è risvegliare nei credenti la consapevolezza d’essere missionari proprio in quanto battezzati.