Pochi si chiedono che significato riveste il pianto per l'umanità di oggi. Il mondo contemporaneo va dietro all'idolo dell'efficientismo pertanto ignora l'uso delle lacrime (pur sempre presente) ma un uomo con gli occhi umidi non da di sé una immagine invidiabile. Pertanto su questo tema in verità trattato così raramente mi sento di consigliare la lettura del libro “Il senso delle lacrime” di Anne Lecu (Edizioni S. Paolo, pp. 160). Lo consiglio perché pur così poco trattato questo fenomeno è assolutamente essenziale per l'umanità. Ogni uomo conosce le lacrime e queste lo accompagnano in determinati momenti della vita. Eppure questo liquido salato che fuoriesce dal nostro occhio e che ha un sapore molto forte sgorga direttamente dalla nostra interiorità. Questo studio di Anne Lecu religiosa domenicana è stato scritto utilizzando certamente il cuore del monaco che ha dedicato la sua vita all'interiorità ma anche con la competenza della studiosa che conosce quanto il significato delle lacrime possa mutare nel corso di secoli e delle diverse culture umane. Nella nostra società le lacrime sono accettate limitatamente se scorrono negli occhi dei bambini, delle donne, dei deboli e dei sofferenti. Ma ci voleva proprio la profondità di una monaca per sviscerare un aspetto che contribuisce a farci uomini ma di cui spesso ci vergogniamo.
E' suggestivo constatare come questa secrezione del nostro occhio seppure appanna la vista in realtà rivela ciò che si muove nel nostro intimo. Oltre che la sensibilità e i sentimenti di una persona il nostro pianto (così come il nostro riso) racconta anche tutto il nostro sistema di valori. Una frase molto significativa di questo libro è che “Una società è giusta quando tiene conto di preferenze dei più vulnerabili, cioè quando prende sul serio le lacrime”. Le esperienze di vita dell'autrice forgiata della spiritualità domenicana si basa anche sulla conoscenza di quel luogo di dolore e lacrime che è il carcere. Infatti, Anne Lecu oltre che fine teologa è anche medico in un carcere. Conosce perfettamente i vari motivi per cui due nostri occhi sgorgano lacrime e conosce altresì i vari tipi di lacrime e non ignora nemmeno perché talvolta gli occhi rimangano asciutti. Poi come dice l'Apocalisse (21.4) “Dio asciugherà ogni lacrima dei loro occhi e non ci sarà più la morte né lutto né lamento né affanno perché le cose di prima sono passate”. Insomma alla fine della storia tutte le lacrime sorte nell'umanità verranno asciugate da Dio e questa tenerissima azione materna segnerà il felice giorno senza tramonto. In un'epoca dove almeno per gli uomini piangere è disdicevole l'autrice propone di cercare le lacrime perdute. Infatti come dice una citazione del libro (di tal Jean Charvet) Non si piange davvero se non perdendo le proprie lacrime. Così non si crede davvero se non avendo almeno una volta dubitato.