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sabato 14 dicembre 2013

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 3/2013-2014 (A) di Santino Coppolino


'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica
di Santino Coppolino


Vangelo:  Mt 11, 2-11







Giovanni Battista si trova in prigione dove è "evangelizzato", gli è annunciata la "Bella Notizia" che la salvezza è per tutti. Non se l'aspettava, lui che aveva proclamato: "La scure giace ai piedi della radice degli alberi; perciò ogni albero che non fa frutto buono viene reciso e gettato nel fuoco" .
Gesù opera al contrario di quello che Giovanni aveva annunciato, lui che aveva presentato il Messia come un nuovo Mosè, pronto a rovesciare sui nemici di Dio ancora una volta le 10 piaghe d'Egitto, e ottenere così il riscatto e la liberazione di quanti erano rimasti fedeli alla Legge del Signore. 
Ma le azioni del Messia non sono come quelle che lui annuncia, Gesù non opera secondo le attese dell'uomo ma secondo il cuore del Padre che è amore e misericordia per tutti, soprattutto per coloro che ne hanno più bisogno: Dio non guarda le virtù e i meriti ma si china sui bisogni di ogni suo figlio.
Proprio per questo nel Vangelo di Matteo, in contrapposizione alle 10 piaghe, Gesù compie 10 azioni che restituiscono vita al popolo. Tutto ciò turba le attese del Battista, egli è perplesso riguardo la modalità di incarnare il Messia da parte di Gesù, al punto che esclama: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?" Le perplessità e l'incapacità di Giovanni di riconoscere sul volto di Gesù i lineamenti  del volto del Padre sono anche le nostre, di noi che non accettiamo, perché non comprendiamo, un Dio di misericordia che si offre inerme, "come Agnello condotto al macello"(Is 53,7), nelle mani dei suoi carnefici solo perché Amore infinito. Amore che possiamo sperimentare solo se avremo la forza e il coraggio di rimanere ai piedi della croce, a contemplare quel Volto e ad ascoltare quel grido che squarcerà il velo di separazione che abbiamo posto fra noi e il Signore della vita, e che ci farà esclamare col centurione: 
" Veramente costui era Figlio di Dio"