Ha scritto quattromila mail e lettere a politici, uomini di cultura, giornalisti, presentatori, case editrici, critici e grandi lettori. Ha provato a sensibilizzarli sul dramma degli albini africani, mutilati, seviziati e barbaramente uccisi in un delirio di razzismo e superstizione. Solo un uomo gli ha risposto. Il Papa. Papa Francesco.
Cristiano Gentili - 40 anni, grossetano, funzionario internazionale per i paesi del sud del mondo e scrittore - si era rivolto a lui per lo sconforto di non aver trovato aiuto, ma non avrebbe mai pensato che il Pontefice, colpito dalla sua storia e dal dramma degli albini africani, sarebbe stato l’unico a cercarlo per avere lumi su quel che succede in Africa. Non solo. Oltre ad avergli risposto il Papa gli ha fatto un regalo. Ha letto alcune frasi del romanzo di Gentili sugli albini africani e si è fatto registrare la voce in un nastro per un progetto i cui fondi sono in beneficenza. È stato il suo modo concreto per offrire aiuto, facendo viaggiare lontano i sogni e le parole.
Amos Oz, il grande scrittore israeliano, dice che «una storia, più parla di un piccolo mondo, più è universale». Più parla del particolare e della vita umana, più condensa storie esemplari come questa - terribile - iniziata anni fa in Tanzania. Gentili vi arriva un giorno dal Sudan dopo aver preso un’aspettativa non retribuita: vuol rendersi conto di persona se le voci che ha sentito sugli albini siano vere. Chiede aiuto a Josephat Torner, un albino africano col quale viaggia in lungo e largo, visita centri d’accoglienza e ospedali e si sofferma lungo le selvagge sponde del lago Vittoria, dove scopre situazioni oltre l’immaginazione. «Avevo visto tante cose orrende in giro per il mondo - racconta - ma niente di così atroce». Gli albini, che per uno scherzo della natura nascono bianchi anziché neri, sono perseguitati, mutilati e uccisi perché si crede che i loro arti, le mani e i genitali portino ricchezza e fertilità. È una sorta di Olocausto perpetuo che affonda le radici nella mentalità comune africana, e nell’indifferenza dell’Occidente.
Quando Gentili scopre questo resta così sconvolto che vuol fare qualcosa: raccontare tutto al mondo può essere un’arma contro la tolleranza silenziosa del male. Nascono da qui un reportage e poi un romanzo, “Ombra bianca”, che narrano storie vere. Ma non basta: serve un’eco più ampia. Così a luglio-agosto Cristiano si mette a scrivere lettere ed email. Ne spedisce quattromila, e nessuno gli risponde. A ottobre riceve una telefonata. È monsignor Karcher, cerimoniere di Papa Francesco, che gli dice. «Buongiorno, la stiamo cercando dal Vaticano.
Il Santo Padre ha letto la sua lettera ed è rimasto colpito. Conosce il dramma degli albini, benedice quello che sta facendo e ha il suo interessamento per lei».
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Guarda la scheda del libro "Ombra bianca". Romanzo tratto da una realtà africana di Cristiano Gentili