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domenica 1 dicembre 2013

Omelia di don Angelo Casati nella 1ª Domenica di Avvento



Omelia di don Angelo Casati 

nella 1ª Domenica di Avvento
Anno A - 1 dicembre 2013


Is 2, 1-5
Sal 121
Rm 13, 11-14
Mt 24, 37-44



La venuta del Signore è come quella del ladro. L'accostamento è inquietante e, in qualche misura, sembra anche irriguardoso. Quasi dissacrante del volto del Signore. Ma, voi lo intuite, è solo per dire che la visita di Dio è, come afferma Gesù, nell'ora che non immaginiamo.
E così la vigilanza, la vigilanza cui siamo richiamati, proprio perché non sappiamo il giorno né l'ora, va distesa su tutta la vita. Non un istante su cui accendere l'attenzione. No, l'attenzione su tutta la vita: svegli, svegli e lucidi, su tutta la vita.
Perchè la venuta, dice Gesù nella pagina di Matteo, sarà come ai tempi del diluvio. È interessante notare come l'evangelista Matteo, riferendosi al tempo del diluvio, non accenni, come invece fa il libro della Genesi, alla malvagità e alla violenza di quella generazione. Scrive il libro della Genesi: "La malvagità era grande sulla terra, ogni disegno concepito nel cuore non era altro che male, la terra per causa loro era piena di violenza".
Ebbene la generazione del diluvio, nella redazione del vangelo di Matteo, non viene rimproverata per la sua malvagità e violenza. Fa cose, diremmo, normali, fa le cose che fanno tutti, le cose che appartengono al nostro vivere quotidiano: "Mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito". Il rimprovero dunque non può essere evidentemente per queste cose, ma è per quello che segue. È scritto: "E non si accorsero di nulla, finché non venne il diluvio e inghiottì tutti".
È una generazione che non si accorge di nulla. Che non ha attenzione e lucidità. È inghiottita dagli eventi. Rimproverata è questa indifferenza, questa incoscienza. Vivere, ma senza sospetto, senza discernimento. Senza interrogazione. Senza interrogazione profonda.
Vedete, noi siamo stati educati a guardarci dalla malvagità e dalla violenza. E non sempre ce ne siamo guardati. Non siamo stati educati invece, o lo siamo stati meno, a guardarci dal sonno dello spirito: "Svegliamoci" diceva oggi Paolo "dal sonno", dall'indifferenza, dalla cecità. Di qui questo non accorgersi di nulla, questo non interrogarci sulle questioni fondamentali, questo essere trascinati dagli eventi, risucchiati dal trantran delle cose.
"Mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito". E così anche le cose serie come mangiare e bere, prendere moglie e marito possono essere a tal punto idolatrate da occupare tutto il cuore, tutto il da fare della vita. Non c'è altro. Sommersi!...

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