XXV Domenica - Tempo Ordinario - Anno B
L’amore più difficile: servire
di don TONINO LASCONI
Noi, cristiani di oggi, comprendiamo e pratichiamo l’insegnamento di Gesù: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”, oppure abbiamo paura di ... prenderlo sul serio? Se lo rifiutiamo, rifiutiamo lui…
Gesù comunica in maniera esplicita ai suoi amici più stretti lo scopo della sua vita: donarsi per la salvezza di tutti: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».
Loro non capiscono, e “hanno timore di interrogarlo”, cioè di chiedere spiegazioni.
Perché mai, visto che altre volte non avevano avuto problemi a chiedere spiegazioni (Mc 4,10; 7,17)?
Il fatto è che non vogliono capire, perché intuiscono una realtà difficile da accettare e hanno paura della risposta: “Se la fine del Maestro fosse davvero quella sta dicendo, che senso avrebbe averlo seguito, lasciando famiglia, lavoro e amici? Se finisse ucciso, che vantaggio avremmo ricavato da questa storia? Sì, dice che risorgerà. Ma che significa? Meglio non chiedere niente, e sperare che voglia, come altre volte, spaventarci per mettere alla prova la nostra fede in lui”.
Così non chiedono niente e si mettono a parlare di ciò che capiscono benissimo: “chi tra loro fosse il più grande”.
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