Il Presidente di Libera rilancia sulla confisca dei beni
«I corrotti devono restituire tutto alla collettività. Hanno rubato, continuano a rubare, e stanno facendo in modo di continuare a rubare. E questo è un fatto gravissimo». Don Luigi Ciotti cadenza queste durissime parole. Non ha dubbi il presidente di Libera. «La corruzione è un furto che impoverisce la società. Bisogna provare disgusto per quello che abbiamo visto in questi giorni. Si scoprono cose impensabili, mentre non ci sono i soldi per gli ultimi, per i deboli». Proprio per questo, insiste, «la politica deve dare una riposta al milione e 200mila cittadini che hanno firmato l'appello perché siano finalmente confiscati i beni dei corrotti, come prevede la Finanziaria 2007».
Firme che lo scorso 3 marzo don Luigi, accompagnato da un gruppo di familiari di vittime delle mafie, ha consegnato al Quirinale al Campo dello Stato. Ma, commenta amaramente, «la grande stampa nazionale, tranne poche eccezioni, non ha scritto una riga». Mentre il presidente Napolitano «ha voluto che una parte di esse entrasse negli archivi del Quirinale perché fanno parte della storia del nostro Paese. Cittadini che chiedono verità, giustizia, chiarezza, trasparenza. E qualcosa di molto concreto come la confisca ai corrotti».
"E' necessario dare una spinta a un decreto legge che cerca di mettere dei punti di una riforma importante". E ancora: "Va sostenuto il governo che in questa azione è fortemente ricattato". Don Luigi Ciotti firma l'appello di Repubblica a favore della legge anticorruzioe sollecitata dal Capo dello Stato e ferma in Parlamento. Intervista di Repubblica TV