È un video girato con un cellulare. Dura un pugno di secondi. Risale a giugno, quando Benedetto XVI venne a Milano e, lontano dalle telecamere, incontrò per l’ultima volta il cardinale Martini...
Vale la pena di andarlo a guardare. Dunque, in una stanza dell’arcivescovado di Milano Carlo Maria Martini attende il Papa. Si è alzato in piedi per salutarlo, sforzo che gli deve essere costato grande fatica. Il Papa arriva. Martini allunga la mano destra a prendere quella di Benedetto.
Ma questi gli va incontro di slancio, col calore con cui si stringe un amico che non si vede da tanto. Invece che prendere semplicemente la mano del cardinale, Benedetto alza la sua ad afferrarlo per la spalla, e poi a serrarlo a sé. Il volto elegante di Martini – già come, nella sofferenza, scomposto e reso altro da quello che ricordavamo – si china su quello del Papa. Qui non si vede bene: Martini gli bacia la guancia, oppure gli sussurra qualcosa?
Ma ciò che è bello osservare è il gioco silenzioso delle mani...
Ma cosa permette un abbraccio così, quando, passati gli ottanta, due uomini si ritrovano uno di fronte all'altro, ben conoscendosi nelle passioni e nei limiti di ognuno? Non basta una generosità vaga, un buonismo che chiuda gli occhi sulle incomprensioni. C’è qualcosa di più in quell'abbracciare l’uno, e attaccarsi l’altro. C’è il riconoscere reciproco, nella faccia dell’altro, un testimone. Un ritrovarsi a ottantacinque anni vecchi fratelli, e cercatori dello stesso tesoro. C’è Cristo in quell'abbraccio, nel gioco di quelle mani segnate dal tempo.
E questa è - al di là di tutti i suoi peccati - la Chiesa: Cristo portato fra gli uomini con la propria povera faccia, vasi di creta eppure riempiti misteriosamente di oro. Questa - con tutti i suoi peccati - è la Chiesa. La cui essenza stranamente sfugge ai più acuti indagatori di Vatileaks. C’è dell’altro, nella Chiesa, che non è misurabile nei termini con cui si pesa un partito, un’ideologia o una multinazionale. Guardateli quei due vecchi, e come Martini sembra ancorarsi a Benedetto. C’è un altro lì dietro, testimone e garante: di un amore umanamente incomprensibile, che dura per sempre, che non tradisce, che ostinatamente perdona.
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